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17/01/2018 - 10:41

Le scelte dei maggiori media velici negli USA - 1

Le Barche dell'anno USA/1

Il Boot di Dusseldorf apre i battenti questo fine settimana e dal più grande salone nautico d'Europa scopriremo i vincitori dell'European Yacht of the Year, tema sul quale Saily tornerà. Intanto, come da tradizione, diverse riviste elencano le loro barche dell'anno. Iniziamo da Saling World con una selezione che rispecchia la tendenza prettamente sportiva da sempre seguita dalla testata statunitense. Ci sono il trimarano Diam 24, il J112E, il Seascape 24, la deriva VX Evo (il nuovo Finn?), e il Waszp - VIDEO

 

di Christophe Julliand

Barche da vedere, barche da sognare, barche da comprare. Con la ripresa può tornare la voglia di vela, e i costruttori fanno di tutto per ingolosire gli appassionati. Dopo i saloni d'autunno, l'inverno delle barche dell'anno USA, prima della primavera di altri appuntamenti anche in Italia dei quali vi parleremo. Prima puntata: le barche dell'anno secondo Sailing World.

DIAM 24 OD, il monotipo del Tour - Migliore multiscafo e vincitore overall del concorso Boat of the Year 2017 per Sailing World è il piccolo trimarano Diam 24 One Design. Una barca nuova negli States ma non certo in Europa, dove è stato lanciato nel 2014. Costruito da ADH Inotec su progetto dello studio VPLP, il Diam 24 OD è un piccolo trimarano lungo 7,25 metri per 5,62 metri di larghezza. Armato con una grande randa square top e un piccolo fiocco autovirante, la superficie velica è di 33 mq di bolina, raddoppia alle portanti grazie a un gennkaer di 37 mq. Dal 2015 è diventato il monotipo del giro di Francia a vela. Una rivoluzione, quella del passaggio dal monoscafo d'altura al piccolo trimarano da navigazione costiera che è stato un successo in termini di partecipazione. Lo statuto è stato tra l'altro confermato fino al 2020. Il Diam 24 OD è anche la barca scelta per l'EFG Sailing Arabia The Tour in scena nel sultanato di Oman il prossimo 3 febbraio. https://www.diam24onedesign.com 

 

J-112E, l'evoluzione della specie J - Il vincitore nella categoria Crossover è l'ultima creatura dello storico brand fondato dalla famiglia americana Johnstone rimane nello stile e la filosofia che da sempre contraddistingue la produzione del cantiere J-Boats. Se la E finale nel nome dell'imbarcazione è stata scelta dal progettista Johnstone per Elegance o Evolution, l'autore dell'articolo sottolinea che potrebbe anche significare Euro. In effetti il nuovo J è costruito presso la filiale europea del cantiere con un occhio di riguardo per il nostro mercato (baglio leggermente più importante del precedente J 111 ma senza esagerare, altezze interne aumentate e oblò più grandi). Un promettente cruiser-racer o, se preferite l'appellativo d'origine automotive, Crossover. http://www.jboats.com/j112e

 

SEASCAPE 24, il più all round della gamma - Con il Seascape 24 ci avviciniamo alle nostre coste: costruito in Slovenia il modello intermedio della gamma Seascape che comprende anche un 27 piedi, un 18) è un progetto di Sam Manuard come tutti gli altri. Già vincitrice dell'European Yacht of the Year in categoria special yachts all'inizio del 2017, questa barca vince anche negli States, nella la classe Best Recreational Racer ideata da Sailing World. Un piccolo cabinato che i suoi ideatori hanno voluto facile da portare in equipaggio ridotto, divertente e con l'abitabilità sufficiente per brevi crociera. La carena è potente a spigolo con doppia pala del timone. Per ridurre il pescaggio all'ormeggio e facilitare il trasporto la deriva è pivotante. http://www.thinkseascape.com/boat/seascape-24/the-evolution/

 

VX EVO, l'erede del Finn? - Una grande deriva singola, armata a catboat (sola randa di bolina) ma con un gennaker murato su bompresso alle portanti, questo è il nuovo VX Evo concepito da Brian e Haydn Bennett per i velisti più atletici come i campioni dell'olimpionico Finn. La carena è moderna, planante, con entrate sottili e sezioni più potenti e piatte a poppa e dotato di deriva e timone pivotante. Tre tipi di armo vengono proposti per una superficie velica di 10,2; 9, 3 o 8,4 mq per quanto riguarda la randa steccata con forte allunamento. Alle portanti, è previsto un gennaker di 120 mq, 82 chili il peso annunciato per questa imbarcazione costruito in fibra di vetro, resina epossidica con rinforzi strutturali in carbonio e laminazione a sandwich. http://bennettyachting.com/vx-evo/

 

WASZP, il monotipo volante - Se la parentela con i Moth a foil è evidente per quanto riguarda il funzionamento e la configurazione generale dell'imbarcazione (scafo strettissimo, terrazze laterali, appendici a foil), il Waszp si differenzia in tanti aspetti: la costruzione affidata a McConaghy è più basilare (meno carbonio) ma sempre curata, la randa è armata su wishbone, il profilo delle appendici è più tollerante e la regolazione degli stessi più semplice. Tutto ciò per offrire quello che l'autore dell'articolo definisce come un "entry level" del mondo del foiling. In effetti, è proprio quello che l'australiano Andrew McDougall, il creatore del Waszp, ha voluto proporre: una deriva volante più accessibile sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista economico e obbediente a una stretta monotipia. http://www.waszp.com/

https://www.sailingworld.com/boat-of-the-year-2017 

1- Segue con altre selezioni di Barche dell'anno dai media USA

Commenti

Domenico (non verificato)

Tutte barche molto belle ma, mi chiedevo, il VX evo diventerà l'erede del FINN come il D-One?
Gentile Domenico, intanto va detto che al momento non pare in discussione il Finn, che peraltro rispetto ad altre classi olimpiche non è sotto osservazione per il problema della costruzione in monopolio. Certo è una delle classi più longeve della vela ai Giochi e prima o poi cederà il posto a barche più moderne. Quanto al paragone con il D-One: sono barche diverse, anche se con qualche similitudine (singoli con randa e gennaker). Il D-One (prodotto da Devoti che è anche leader di mercato per il Finn) ha avuto una diffusione limitata a dispetto di una generale considerazione positiva. Al mercato la risposta più importante: per diventare classe olimpica si deve prima avere una grande diffusione o un grande appeal tra i velisti. Sotto questo aspetto, l'intramontabile Finn resta un fortino apparentemente inattaccabile...