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31/07/2012 - 20:32

 

La Maddalena,
Parco libero?

Chi vuole davvero (e chi non vuole) la liberalizzazione di Mortorio, Nibani, Soffi, Bisce e le Camere?
 
 
Da oltre dieci anni Associazioni, Consorzi, numerosi turisti, residenti, Autorità (fra le quali l'ex Sindaco di Arzachena Piero Filigheddu, l'Ammiraglio Vittorio di Sambuy, uno dei fondatori della scuola vela di Caprera, Lorenzo Camillo e il suo blog www.apics.it/blog , o un ex dirigente della commissione europea attualmente in pensione), e i responsabili dei Marina (primi fra tutti quelli di Portisco) hanno segnalato alle Autorità competenti (a partire dal Presidente dell'Ente Parco della Maddalena Giuseppe Bonanno, sino al Ministro per l'ambiente Tutela del territorio e del Mare, Corrado Clini) una vera e propria anomalia nel Regolamento del Parco che penalizza indebitamente i tanti fruitori delle meraviglie dell'Arcipelago della Maddalena e, soprattutto, i numerosissimi lavoratori del settore nautico.
 
Cerchiamo di semplificare la controversia.
 
Le Isole del Parco sono divise in due gruppi distinti: quelle (fra loro le incantevoli Spargi, Budelli, Santa Maria) che gravitano attorno al territorio Comunale di La Maddalena (dove ha sede il Parco) e che sono prevalentemente fruibili e libere da vincoli, e quelle più lontane, adiacenti alla costa del Comune di Arzachena-Olbia (appunto Mortorio, Li Nibani, Soffi, Bisce e Le Camere) classificate come Zona TA/MA (zona marina di rilevante interesse naturalistico nella quale il rapporto tra uomo e ambiente è limitato) sulle quali vige il 100% del totale dei divieti di avvicinamento e ancoraggio di tutto il Parco (si era partiti con l'89% di livello di tutela nella precedente stesura del Regolamento).
 
La richiesta è quella di modificare la cosiddetta zonazione e cioè di togliere il divieto assoluto di accesso (Zona MA), pur mantenendo la Zona TA (consentendone l'accesso ai residenti per l'esercizio di diritti di usi civici e ai non residenti solo se accompagnati da Guide esclusive del Parco) a Mortorio, Li Nibani, Soffi, Bisce e Le Camere,  in modo tale da tutelare realmente il rispetto per l'ambiente, garantendo la conservazione di luoghi veramente da proteggere e scoraggiando l'affollamento di natanti, imbarcazioni e navi in altre località.
 
Queste restrizioni assolute (giustificate dalla volontà di salvaguardare i fondali o la fauna locale che, al contrario, malgrado i divieti, in questi anni è migrata altrove, come dichiarato anche dall'ente governativo ICRAM, l'Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica applicata al Mare) hanno provocato e provocano, invece, un sicuro danno ambientale: le totali proibizioni di avvicinamento e sosta alle isole a pochi passi dai Marina del Comune di Arzachena e Olbia, infatti, impongono quotidianamente a centinaia di barche stanziali nei Marina della Costa Smeralda di navigare sino a La Maddalena o di accalcarsi a ridosso delle poche spiagge della terraferma (già superaffollate dai visitatori che vi arrivano in auto) dove gettano l'ancora per fare il bagno in mare, invece di allontanarsi e sparpagliarsi nelle vicine isole di Mortorio, Li Nibani, Soffi e Le Camere.
 
 Inoltre, a causa dell'ingente presenza di bagnanti in spiaggia e delle tante barche all'ancora, l'acqua a riva rischia di non essere più limpida come una volta e come dovrebbe essere.
 
Un'altra parte di yacht, invece, si dirige ad alta velocità verso il gruppo di isole Budelli-Spargi- Santa Maria dove è consentito l'ancoraggio, ma il grande consumo di carburante provoca sicuro inquinamento acustico, di aria e di acqua.
 
L'influenza negativa dei divieti assoluti sull'economia locale è tangibile, preoccupa gli operatori turistici della zona e allontana il turismo nautico (fatto non solo di armatori e vacanzieri ma anche di marinai, fornitori e lavoratori del settore, già così penalizzato dalle varie tasse e vessazioni) provocando lo spostamento delle barche da diporto verso le coste di Golfo Aranci, Capo Coda Cavallo, Tavolara, Molara e S.Teodoro, trasformando, così, un altro paradiso in un immenso parco ormeggio.
 
Nelle numerose lettere ed e-mail di disappunto che stanno segnalando come il turismo (soprattutto nautico) sia in crisi (poche prenotazioni, numerose disdette, posti di lavoro a rischio), oltre a chiedere di modificare la  zonazione, si propone fra l'altro di installare delle boe lungo tutte le coste interne delle isole di Mortorio, Soffi, Le Camere, Li Nibani, Bisce e Caprera, di consentire l'ormeggio delle barche come concesso alle isole nel comune di Maddalena, di imporre limiti di velocità sottocosta tra le isole (per ridurre l'inquinamento e garantire maggiore sicurezza), di far adottare al Parco un sistema (sull'esempio della vicina Corsica) che crei dei veri punti boa di stazionamento (anche a pagamento) per evitare che migliaia di ancore siano calate giornalmente nei punti più sensibili di isole e coste (e non solo, come attualmente, limitandosi a far pagare un ticket per aver diritto a gettare l'ancora in questi punti).
 
Il Parco di La Maddalena, insomma, dovrebbe essere ripensato completamente da esperti competenti. Ma in tutti questi anni di segnalazioni e solleciti nulla è stato fatto e, anzi, la disparità fra le isole si è arricchita di ulteriori restrizioni.
 
L'unica risposta, fino ad ora, è arrivata dal Presidente Bonanno che, sollecitato su più fronti, si dice disponibile e d'accordo con le richieste avanzate ma: "... Solo con l'adozione del Piano per il Parco si potranno introdurre forme più elastiche di fruizione dell'area marina. Anche per l'adozione del Piano e del Regolamento, che già da alcuni mesi sono in fase di stesura, bisogna rispettare un iter legislativo purtroppo assai complesso che coinvolge la Comunità del Parco, la Regione Sardegna e il Ministero dell'Ambiente...". Negli ultimi giorni, purtroppo, è stato segnalato che per i prossimi tre mesi, la posizione del Presidente del Parco sarà vacante e l'incarico affidato ad un Direttore pro tempore...
 
Ma dopo tutto questo tempo ci si potrebbe chiedere: "Esiste veramente la volontà di modificare questa anomalia"? Nel frattempo, a farne le spese, sono il settore nautico e l'ambiente, sempre più penalizzati.
 
La natura, il turismo e le bellezze delle nostre isole, l'intero contesto ambientale, sono fra le risorse più importanti: difenderli, per tutti noi, è un atto dovuto e necessario. (Paola Zanoni)

Commenti

Titus (non verificato)

la scorsa settimana, dopo aver letto le "normative del Parco Marittimo della Maddalena" dove si fa distinzione tra i danni provocati da ancore Sarde ed ancore di barche apparteneti a "continentali" e dove si parla di libertà di navigazione e ancoraggio per i "residenti ed equiparati" (???) ho capito perchè molti turisti vadano altrove. Politiche assurde sui prezzi dei traghetti e dei voli accompagnati da queste normative create apposta per ingraziarsi i voti dei "residenti" stanno provocando il tracollo del Turismo in Sardegna. Se si aggiungono le cretine Leggi Statali sulla tassazione delle barche che non tengono conto della necessità che certe normative fiscali debbano essere IDENTICHE in tutta l'Europa, se vogliono evitare "trasferimenti" su coste o Paesi esteri abbiamo un panorama sconsolante delle politiche economiche dell'isola. Speravamo di esserci messi alle spalle le elucubrazioni di un Soru:purtroppo non è così !