Storia | Regata > Coppa America
12/09/2017 - 20:26
Benvenuti alla XXXVI America's Cup, tra anticipazioni e incontinenze mediatiche
CA36? Con i super-monoscafi
Contropiede di Patrizio Bertelli, che anticipa il defender e rivela ufficiosamente (in una chiacchiera informale sulle scale dello Yacht Club Costa Smeralda trasformata in intervista) le prime scelte del Protocollo in arrivo. Compresa la (prevista) scelta del monoscafo e la fine dell'era dei catamarani in Coppa. E lo svolgimento di una regata di avvicinamento in Italia. Dalla Nuova Zelanda silenzio gelido, ma anche conferme indirette. Facciamo il punto per capirci qualcosa di più. A partire proprio dal tipo di barche
Chissà se Patrizio Bertelli e Matteo De Nora avranno concordato anche questa: l'anticipazione a sorpresa del Protocollo, con una frase buttata lì, e proprio a un giornalista. Ancora pochi giorni, forse una settimana, di certo prima del termine indicato ufficialmente (entro fine settembre), e il Protocollo della 36 America's Cup sarà svelato e presentato. Intanto però i rumori di sottofondo si sprecano, e l'ultima "carrambata" l'ha fatta proprio Patrizio Bertelli, il patron di Luna Rossa, Challenger of the Record col Circolo della Vela Sicilia. In una chiacchera sulle scale dello Yacht Club Costa Smeralda, l'appassionato capo della sfida italiana ha rivelato che la scelta del monoscafo sta prevalendo sul catamarano. Il giornalista ha preso la chiacchierata e l'ha trasformata in un'intervista e la "notizia" è rimbalzata (pur contorta e sgrammaticata come ormai abitudine, specie sui social network, con uso di immagini improprie e fuorvianti) fino alla Nuova Zelanda, dove c'è il defender, il detentore della Coppa America.
Non è stato propriamente piacevole, per il defender, svegliarsi leggendo le anticipazioni del primo sfidante su decisioni ancora da ufficializzare. Ma a frittata fatta, anche i kiwi si sono adeguati: al New Zealand Herald personaggi anonimi attribuiti al "design team" hanno confermato che da qualche settimana, dopo lunghe consultazioni con un panel di team possibili sfidanti alla prossima Coppa, stanno lavorando intorno al concept di un monoscafo moderno. I vertici di Team New Zealand tacciono. L'ultima intervista (vera) di Grant Dalton risale al 15 agosto, quando aveva detto che "Il Protocollo è praticamente fatto, siamo alla rifiniture, alle date, cose così", ed era stata confermata la sua presentazione entro fine settembre.
Facendo un passo indietro, dopo la conquista della Coppa ai danni di Oracle, i neozelandesi hanno ricevuto e accettato Luna Rossa come primo sfidante. Bertelli avrebbe posto come "condizione" della sfida, il ritorno al monoscafo. Poi Grant Dalton, grande capo del team neozelandese, aveva fatto un elegante passo indietro di fatto delegando i giovani velisti del team: "La Coppa l'hanno vinta loro, spetta a loro deciderne il futuro". I giovani: Peter Burling e ancora di più il guru dei catamarani Glenn Ashby, avrebbero proseguito con i cat e il foiling. Di diverso avviso, però, è stato da sempre Matteo De Nora, il potente mentore della sfida kiwi, in sintonia proprio con Patrizio Bertelli. Il ritardo sull'esternazione del Protocollo, slittato da agosto a settembre, si spiegava con questo piccolo cortocircuito in progress, tra giovani e padri nobili. E secondo voi chi ha maggior potere, leve, azioni della Coppa, per prevalere?
Così dopo Ferragosto l'opzione-monoscafo ha preso decisamente il sopravvento. Il design team ha cominciato a lavorarci, le voci si sono fatte insistenti. Monoscafo maxi, 80-90 piedi di lunghezza, con l'aggiunta dell'opzione-foil, qualcosa di più di una "concessione" ai giovani e al progresso: di fatto con la Volvo Ocean Race che dal 2021 si correrà con i 60 piedi foil monotipo; con il Vendée Globe che vedrà il grosso della flotta IMOCA 60 in versione foil, e il prossimo avvento della tecnologia lifting nel mondo dell'altomare (già visti nell'offshore), la Coppa America non poteva voltarsi dall'altra parte.
Dunque aspettiamo a breve il Protocollo che indicherà la prossima America's Cup Class Rule prospettando dei grandi monoscafi dotati di foil e kanting keel, grandi canard come i maxi moderni, forse alberi alari comunque molto appoppati, super bompressi, prue riverse stile catamarani. Barche che rispondano a due scopi precisi: 1) dare vita nuovamente a dei veri match race, uno contro uno; 2) far vedere molte persone in manovre con montagne di vele e attrezzature varie. Il tutto declinato nel terzo millennio, senza correre il rischio di tornare ai vecchi J-Class, con tutto il rispetto per il fascino che evocano, quindi con foil retrattili da usare nelle andature più larghe, e chissà quali sviluppi sul piano velico, dove viene abbandonata la vela alare wingsail, ma si possono immaginare altri tipi di innovazioni e non solo sui tessuti.
C'è un fitto lavoro in corso, ci sono design team con tanti file aperti, e l'uscita di Patrizio Bertelli ha aperto una finestra dalla quale è entrato un bel Maestrale che ha fatto volare le carte. Quanto piacevolmente per il partner defender non sappiamo, però l'uomo è fatto così. Avesse voluto parlare alla stampa, erano numerosi i giornalisti presenti, al seguito di Maxi, J70 e 50 anni del club. Ma in fondo, cosa ci faceva il capo di Prada Challenge allo Yacht Club Costa Smeralda? Invitato, in qualità di socio, alla regata anniversario per i 50 anni (che non si è disputata per troppo vento), ha approfittato della "simpatica concomitanza" dell'universo Maxi per la Rolex Cup, e della possibilità di incontrare Max Sirena e Francesco Bruni (nelle confidenze sulle scale non è emerso, ma i due velisti ex ETNZ e Artemis sono di ritorno a Luna Rossa, anche in forza delle nuove e più strette regole di nazionalità delle sfide), insomma ha lavorato da challenger of the record. Come dargli torto.
A proposito: tra le anticipazioni di Bertelli anche un riferimento al fatto che "Luna Rossa non sarà l'unica sfida con il tricolore a poppa". E visto che il patron è tornato sul continente con il suo aereo privato a bordo del quale c'era anche il Commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda, chissà di cosa avranno parlato in volo.
Ora si tratta di vedere la reazione del partner kiwi (che pure sono da sempre innamorati dello stile di Mr. Prada): risponderanno allo scoop con qualche piccola "ritorsione" nel Protocollo? Le trattative sono aperte, Luna Rossa per definizione di ruolo opera a garanzia anche di altri potenziali sfidanti, e a detta di tutti la caratteristica della prossima Coppa America sarà la sportività, voltando pagina rispetto alle molte forzature dell'epoca Ellison-Coutts. Insomma, Bertelli ha battuto un colpo. Uno solo: monoscafo. Benvenuti alla XXXVI America's Cup.
Andrea Rocca (non verificato)
fcolivicchi
fede (non verificato)
Giuseppe (non verificato)