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04/05/2012 - 11:58
Grande notizia per la vela italiana: Carlo Croce si candida alla presidenza ISAF
Grande notizia per la vela italiana: Carlo Croce si candida alla presidenza ISAF
Io ci faccio
un pensierino...
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Colpo di scena all’ISAF: Carlo Croce verso la candidatura a presidente mondiale! Serve un uomo forte per il dopo-Petersson, c'è da salvare la vela alle Olimpiadi, e tutti guardano a Croce. Cosa può cambiare per la FIV? - TUTTE LE SCELTE DI STRESA
ULTIM'ORA 5 MAGGIO - NACRA E KITE OLIMPICI, ADDIO AL WINDSURF
Il Council ha mantenuto le promesse e oggi ha deciso tutto: il cat misto olimpico 2016 sarà il Nacra 17. Ed è rivoluzione per l'uscita di scena del Windsurf, sostituito dal Kiteboard, sia maschile che femminile. Ieri era stata scelta la deriva acobatica femminile, sarà il mackay FX - LEGGI IL REPORT COMPLETO SULLE SCELTE DI STRESA QUI
Carlo Croce verso la presidenza dell’ISAF (International Sailing Federation, la federvela mondiale): è questa la novità, clamorosa ma ormai nell’aria da qualche settimana, che emerge tra gli stucchi liberty del Regina Palace Hotel di Stresa che ospita il Mid Year Meeting. Il presidente attuale lo svedese Goran Petersson è in scadenza di mandato e l’Annual Conference di Dublino a novembre dovrà eleggere nuovo presidente e nuovo Council per il governo della vela mondiale per il quadriennio 2013-2016. C’erano finora due candidati: l’australiano Davide Kellet (unico ad aver ufficializzato la candidatura) e il portoricano Eric Tulla, entrambi attuali vicepresidenti ISAF, soluzioni “interne”.
Ma i grandi della vela mondiale non si sono scaldati per Kettet e Tulla. E dicono in sostanza questo: nei prossimi anni la vela dovrà lottare per mantenere lo status olimpico, servirà una federvela combattiva e guidata da un personaggio forte soprattutto di relazioni pubbliche internazionali. Né Kellet né Tulla sembrano rispondere a questo identikit. E allora? Ormai non è più un mistero, e a Stresa tutti ne parlano e lo confermano di corridoio in corridoio: sta prendendo fortemente quota una ipotesi clamorosa. La candidatura italiana del presidente FIV Carlo Croce. Il solo nome (Carlo è figlio di Beppe Croce che fu presidente della federvela internazionale per la bellezza di 17 anni dal 1969 al 1986) pare risvegliare entusiasmi sopiti, quasi un orgoglio storico. L’età media dei delegati è abbastanza elevata e molti ricordano l’era del primo Croce, che ha lasciato segni notevoli nella crescita dello yachting a livello mondiale.
Il nome di Croce è stato accostato alla presidenza ISAF già dallo scorso novembre all’ultimo annual meeting. Lui non aveva mai confermato, anzi si era piuttosto sfilato dalla contesa. Ma le voci, e le richieste si sono moltiplicate fino a Stresa, in questi giorni, quando di fatto la situazione è “precipitata”, e per la candidatura di Croce di fatto manca solo l’ufficialità (le candidature vanno presentate entro luglio). A Stresa Croce è stato avvicinato da molti delegati, ha ricevuto offerte di sostegno, inviti a scendere in campo, manifestazioni di affetto, persino le prime richieste sul programma. Una vera e propria “chiamata”, alla quale Carlo non può più sottrarsi. Il punto di non ritorno. Anche Re Costantino di Grecia, uno dei presidenti onorari dell’ISAF, si è schierato con il presidente italiano. Un’onda di piena che ricorda quanto è successo per la FIV, quando l’appoggio del presidente onorario Carlo Rolandi fu la goccia che fece traboccare il vaso di Croce.
Ora si dovrà vedere che fine faranno le altre due candidature. Se la figura di Croce resterà forte come sta nascendo, è probabile che uno o entrambi i contendenti ritirino le loro candidature. Carlo Croce sarebbe così candidato unico alla presidenza ISAF (altra analogia con la FIV del 2008). Anche gli inglesi a quanto pare si stanno schierando con Croce. Quale programma per Croce all’ISAF? Lui non si pronuncia, anzi nell’incontrare tanti a Stresa fa presente di essere disponibile ma vuole prima rendersi conto, ascoltare, capire, e poi buttare giù un programma. Una cosa è sicura, per Carlo Croce i prossimi mesi saranno impegnativi, lo attende un lavoro duro per preparare un quadriennio (almeno) alla guida dell’ISAF che richiede grande presenza.
Dopo Rio 2016 gli sport olimpici scenderanno da 28 a 25: 3 discipline attuali finiranno in una sorta di ballottaggio con una serie di sport nuovi o emergenti (tra cui ad esempio il Golf). La Vela deve evitare di finire in questa “nomination”, deve resistere a tutti i costi. Come? Prima di tutto rinforzando i legami e i rapporti con il CIO e i vertici dello sport olimpico mondiale. Croce, al di là di ciò che evoca il suo nome, può essere il personaggio giusto. C’è da far capire al mondo che la Vela è grande e ha valori olimpici assoluti.
Per la vela italiana comunque una gran bella notizia, una sorta di supernova che si è accesa nel cielo notturno. Una candidatura improvvisa ma fortissima, dalla carica simbolica imperdibile, che arriva a risolvere parecchi problemi per l’ISAF. Si fa scomoda la posizione del vicepresidente Alberto Predieri, che appoggia apertamente la candidatura del portoricano Tulla, e che perderebbe la carica in caso di elezione di Croce al vertice dell’ISAF. Mentre più tranquilla appare la posizione di Marco Predieri al vertice dell’Eurosaf. Insomma entro pochi mesi la vela italiana potrebbe avere suoi uomini ai vertici degli organismi mondiali! Un mezzo miracolo.
Cosa può cambiare per la FIV l’eventuale elezione di Croce all’ISAF? Formalmente niente, non c’è una norma che vieta il doppio incarico (nel caso di Carlo Croce si tratterebbe addirittura di una fantasmagorica “triplete”: Yacht Club Italiano + FIV + ISAF!), ed è assai probabile che per questo quadriennio Croce resti anche a capo della Federvela italiana. E’ quello che fece anche papà Beppe: presidente dell’allora USVI (il nome della FIV al tempo: Unione delle Società Veliche Italiane) dal 1957, il 7 novembre del 1969 a Londra assunse la presidenza dell’IYRU (il precedente nome: International Yacht Racing Union). Il doppio incarico USVI (poi FIV)-IYRU lo mantenne fino al 1981.
Ma erano altri tempi: non c’erano limiti alla durata dei mandati e soprattutto era tutto più facile, leggero. Oggi il lavoro dirigenziale alla guida di uno sport (dal fare il presidente di circolo al presidente regionale, nazionale e fino a internazionale) è un impegno massacrante. Non è da escludere che Carlo Croce, nel rispondere all’autentica “chiamata” per l’ISAF, valuti di lasciare la FIV comunque in buone mani. In questo caso, bisognerà parlare dei possibili candidati. Ma questo è tutto un altro discorso. Per ora gustiamoci l’ebbrezza di essere italiani, sospinti sulla vetta della vela mondiale.
ULTIM'ORA 5 MAGGIO - NACRA E KITE OLIMPICI, ADDIO AL WINDSURF
Il Council ha mantenuto le promesse e oggi ha deciso tutto: il cat misto olimpico 2016 sarà il Nacra 17. Ed è rivoluzione per l'uscita di scena del Windsurf, sostituito dal Kiteboard, sia maschile che femminile. Ieri era stata scelta la deriva acobatica femminile, sarà il mackay FX - LEGGI IL REPORT COMPLETO SULLE SCELTE DI STRESA QUI
Carlo Croce verso la presidenza dell’ISAF (International Sailing Federation, la federvela mondiale): è questa la novità, clamorosa ma ormai nell’aria da qualche settimana, che emerge tra gli stucchi liberty del Regina Palace Hotel di Stresa che ospita il Mid Year Meeting. Il presidente attuale lo svedese Goran Petersson è in scadenza di mandato e l’Annual Conference di Dublino a novembre dovrà eleggere nuovo presidente e nuovo Council per il governo della vela mondiale per il quadriennio 2013-2016. C’erano finora due candidati: l’australiano Davide Kellet (unico ad aver ufficializzato la candidatura) e il portoricano Eric Tulla, entrambi attuali vicepresidenti ISAF, soluzioni “interne”.
Ma i grandi della vela mondiale non si sono scaldati per Kettet e Tulla. E dicono in sostanza questo: nei prossimi anni la vela dovrà lottare per mantenere lo status olimpico, servirà una federvela combattiva e guidata da un personaggio forte soprattutto di relazioni pubbliche internazionali. Né Kellet né Tulla sembrano rispondere a questo identikit. E allora? Ormai non è più un mistero, e a Stresa tutti ne parlano e lo confermano di corridoio in corridoio: sta prendendo fortemente quota una ipotesi clamorosa. La candidatura italiana del presidente FIV Carlo Croce. Il solo nome (Carlo è figlio di Beppe Croce che fu presidente della federvela internazionale per la bellezza di 17 anni dal 1969 al 1986) pare risvegliare entusiasmi sopiti, quasi un orgoglio storico. L’età media dei delegati è abbastanza elevata e molti ricordano l’era del primo Croce, che ha lasciato segni notevoli nella crescita dello yachting a livello mondiale.
Il nome di Croce è stato accostato alla presidenza ISAF già dallo scorso novembre all’ultimo annual meeting. Lui non aveva mai confermato, anzi si era piuttosto sfilato dalla contesa. Ma le voci, e le richieste si sono moltiplicate fino a Stresa, in questi giorni, quando di fatto la situazione è “precipitata”, e per la candidatura di Croce di fatto manca solo l’ufficialità (le candidature vanno presentate entro luglio). A Stresa Croce è stato avvicinato da molti delegati, ha ricevuto offerte di sostegno, inviti a scendere in campo, manifestazioni di affetto, persino le prime richieste sul programma. Una vera e propria “chiamata”, alla quale Carlo non può più sottrarsi. Il punto di non ritorno. Anche Re Costantino di Grecia, uno dei presidenti onorari dell’ISAF, si è schierato con il presidente italiano. Un’onda di piena che ricorda quanto è successo per la FIV, quando l’appoggio del presidente onorario Carlo Rolandi fu la goccia che fece traboccare il vaso di Croce.
Ora si dovrà vedere che fine faranno le altre due candidature. Se la figura di Croce resterà forte come sta nascendo, è probabile che uno o entrambi i contendenti ritirino le loro candidature. Carlo Croce sarebbe così candidato unico alla presidenza ISAF (altra analogia con la FIV del 2008). Anche gli inglesi a quanto pare si stanno schierando con Croce. Quale programma per Croce all’ISAF? Lui non si pronuncia, anzi nell’incontrare tanti a Stresa fa presente di essere disponibile ma vuole prima rendersi conto, ascoltare, capire, e poi buttare giù un programma. Una cosa è sicura, per Carlo Croce i prossimi mesi saranno impegnativi, lo attende un lavoro duro per preparare un quadriennio (almeno) alla guida dell’ISAF che richiede grande presenza.
Dopo Rio 2016 gli sport olimpici scenderanno da 28 a 25: 3 discipline attuali finiranno in una sorta di ballottaggio con una serie di sport nuovi o emergenti (tra cui ad esempio il Golf). La Vela deve evitare di finire in questa “nomination”, deve resistere a tutti i costi. Come? Prima di tutto rinforzando i legami e i rapporti con il CIO e i vertici dello sport olimpico mondiale. Croce, al di là di ciò che evoca il suo nome, può essere il personaggio giusto. C’è da far capire al mondo che la Vela è grande e ha valori olimpici assoluti.
Per la vela italiana comunque una gran bella notizia, una sorta di supernova che si è accesa nel cielo notturno. Una candidatura improvvisa ma fortissima, dalla carica simbolica imperdibile, che arriva a risolvere parecchi problemi per l’ISAF. Si fa scomoda la posizione del vicepresidente Alberto Predieri, che appoggia apertamente la candidatura del portoricano Tulla, e che perderebbe la carica in caso di elezione di Croce al vertice dell’ISAF. Mentre più tranquilla appare la posizione di Marco Predieri al vertice dell’Eurosaf. Insomma entro pochi mesi la vela italiana potrebbe avere suoi uomini ai vertici degli organismi mondiali! Un mezzo miracolo.
Cosa può cambiare per la FIV l’eventuale elezione di Croce all’ISAF? Formalmente niente, non c’è una norma che vieta il doppio incarico (nel caso di Carlo Croce si tratterebbe addirittura di una fantasmagorica “triplete”: Yacht Club Italiano + FIV + ISAF!), ed è assai probabile che per questo quadriennio Croce resti anche a capo della Federvela italiana. E’ quello che fece anche papà Beppe: presidente dell’allora USVI (il nome della FIV al tempo: Unione delle Società Veliche Italiane) dal 1957, il 7 novembre del 1969 a Londra assunse la presidenza dell’IYRU (il precedente nome: International Yacht Racing Union). Il doppio incarico USVI (poi FIV)-IYRU lo mantenne fino al 1981.
Ma erano altri tempi: non c’erano limiti alla durata dei mandati e soprattutto era tutto più facile, leggero. Oggi il lavoro dirigenziale alla guida di uno sport (dal fare il presidente di circolo al presidente regionale, nazionale e fino a internazionale) è un impegno massacrante. Non è da escludere che Carlo Croce, nel rispondere all’autentica “chiamata” per l’ISAF, valuti di lasciare la FIV comunque in buone mani. In questo caso, bisognerà parlare dei possibili candidati. Ma questo è tutto un altro discorso. Per ora gustiamoci l’ebbrezza di essere italiani, sospinti sulla vetta della vela mondiale.
Lamberto (non verificato)
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