Intervento a margine delle reazioni sulla conclusione del caso Fraglia Riva
Ettorre: basta con la
cultura del sospetto
Il Presidente FIV Francesco Ettorre interviene con forza nel day-after della sentenza d'Appello che ha prosciolto definitivamente la Fraglia Vela Riva del Garda e l'allenatore Santiago Lopez. "Parlo prima di tutto da genitore: sono in prima linea per il bene dei nostri figli. E lo dico forte e chiaro: la vela è sana e pulita. Basta con la cultura del sospetto. E vi spiego come funziona il Codice Etico che ci siamo dati. Se qualcuno sbaglia, deve pagare. Ma niente caccia alle streghe. Non si puo' denigrare un intero ambiente per qualche 'like' in più"
E' il Francesco Ettorre più "presidenziale" da quando è in carica, quello che tuona di mercoledi sera al telefono. Stanco degli attacchi personali "di poco gusto" e della "cultura della denigrazione e del sospetto per qualche 'like' in più". Soprattutto difende la vela, nel suo complesso, da ogni tentativo di inquinamento.
"La vela è uno sport che ha una storia legata al fair play, c'è sempre stato e c'è ancora. Ma i tempi cambiano, serviva una regolamentazione che affermasse certi comportamenti della nostra comunità. Per questo ci siamo dati il Codice Etico, approvato dal Consiglio Federale. Questo Codice serve a ciascuno per autoregolamentarsi come membro di un gruppo, a riconoscere come muoversi. Non nasce come strumento disciplinare o giuridico, anche se in futuro potrà anche essere utilizzato dagli organi di giustizia. Ecco perchè non ha senso chiamare in causa il Codice in una recente sentenza della Corte d'Appello federale, che era chiamata a discutere su due ricorsi, nel merito."
E' solo la prima puntualizzazione di Ettorre, nel giorno che segue il pronunciamento dell'ultimo grado della giustizia federale, la Corte d'Appello, sul caso chiacchieratissimo che ha riguardato l'allenatore Santiago Lopez e la Fraglia Vela Riva del Garda. "Io parlo prima di tutto da padre, e da presidente federale voglio dirlo chiaramente: noi condanniamo e condanneremo totalmente ogni comportamento scorretto, illeggittimo che sia accertato nei fatti, e ripeto comprovato, all'interno dei nostri circoli e delle nostre attività. Non esistono mezze misure: nell'ambiente della vela si sta in un certo modo. E non accetto che si dica che noi non interveniamo per condannare, quando occorre. A fatti deplorevoli verificati corrispondono le giuste sanzioni. Proprio perchè la vela è uno sport sano e pulito, e la nostra Federazione è la casa che garantisce per tutti, in particolare i giovani. Non è accettabile che a partire da un caso che è stato al centro del lavoro dei nostri organi di giustizia, si finisca per denigrare un intero ambiente, una federazione con 750 circoli seri, dove lavora gente pulita, appassionata e sana."
Un messaggio che il presidente federale vuole indirizzare soprattutto all'informazione: "I media hanno un compito straordinario: informare, e anche discutere, sui fatti e su dati certi, sicuri, provati. Ma quando subentra la cultura del sospetto, magari con l'obiettivo di avere qualche 'like' in più, allora non si fa più informazione, ma terrorismo mediatico. Lo sport non è il luogo per queste pratiche, e la vela meno ancora. Spero che si capisca forte e chiaro, la nostra è una visione generale, che va oltre il caso Fraglia. Se qualcuno sbaglia, deve pagare. Ma niente caccia alle streghe. Tuteliamo i giovani che sono il nostro futuro, e diamo rispetto alla qualità del nostro ambiente."
La sentenza d'Appello ieri aveva respinto il ricorso contro l'assoluzione dell'allenatore Santiago Lopez, che resta quindi confermata, e aveva invece accolto quello della Fraglia Vela Riva, alla quale era stata derubricata la sanzione della deplorazione. In attesa delle motivazioni della sentenza, e alle luce di nuove "intemperanze" da social network, che lo chiamavano personalmente in causa, il Presidente FIV Francesco Ettorre ha deciso di intervenire.
"I contorni della vicenda intanto sono già andati ben oltre i confini del mondo sportivo, dal momento che sono già partiti dei processi nei tribunali ordinari. Processi come tanti, che non necessariamente hanno riflessi o echi nella vita di un movimento sportivo con quasi 150 mila tesserati e oltre due milioni di appassionati. E' lecito sperare in un sussulto di ragionevolezza?"
Marina T (non verificato)
CADEI VIRGILIO (non verificato)