Storia | Regata > Vela Oceanica
18/06/2013 - 21:51
Francis Joyon polverizza il record dell’Atlantico del Nord in solitario
Francis Joyon polverizza il record dell’Atlantico del Nord in solitario
E io mi faccio l'Atlantico
in 5 giorni!
in 5 giorni!
Stratosferico Francis Joyon: polverizza il record dell’Atlantico del Nord in solitario (New York-Capo Lizard) abbassandolo di 16 ore: 5 giorni, 2 ore, 56 minuti e 10 secondi. Il primato resisteva da 5 anni. Come ci è riuscito? Scoprilo riattraversando l'Atlantico nel suo diario. GUARDA I VIDEO DELL'ARRIVO!
di Fabio Colivicchi
A Francis Joyon, velista specializzato in record oceanici, mancava solo questa ciliegina sulla torta di una carriera decisamente unica: il recordino dell’Atlantico del Nord, in solitario ca-va-sans-dire. Peccato che batterlo si è dimostrato difficilissimo: dal 2008 resisteva l’impresa di Thomas Coville: 5 giorni e 19 ore, che l’aveva strappato proprio a Joyon e di brutto, quasi mezza giornata in meno rispetto al primo IDEC del 2005. Una partita aperta tra Francis e Thomas, insomma: e Francis voleva questo terzo record di fila, perchè adesso, e qui sta l’unicità dell’impresa, lui ne detiene ben tre, e tutti insieme appassionatamente.
State pensando che questa è solo arida statistica? Daccordo. Allora tuffiamoci nella storia, con l’uomo e la barca. Dalla vigilia di New York alla partenza a razzo senza neanche fare la spesa (!), dalla rotta assurda al carattere di ferro. Attraversiamo l’oceano Atlantico anche noi, in senso contrario a quanto appena fatto da Andrea Mura, e seguiamo il diario day-by-day di Joyon e IDEC. Verso la storia della vela.
11 GIUGNO: LA PARTENZA
Una finestra meteo “accettabile”, anche se non perfetta, è bastata a Francis Joyon per decidere di partire per il tentativo del record atlantico. Ultimi frenetici preparativi, come da tradizione, particolari come le ultime analisi meteo, la ricerca di un battello per trainare fuori da New York il maxi trimarano, e quindi il via. Alle 11:15 e 20 secondi ora della East Coast USA. Obiettivo: attraversare l’oceano Atlantico in meno di 5 giorni e 19 ore, record di Thomas Coville.
12 GIUGNO: IL PRIMO GIORNO: 568 MIGLIA!
Condizioni instabili, tante manovre, mare incrociato: tutto questo non ha fermato le prime 24 ore di navigazione di IDEC lanciato in oceano contro il tempo. Una rotta molto a sud, rispetto a quella diretta tracciata da Thomas Coville per il record che resiste dal 2008. Il risultato: 568 miglia alla media di 23,66 nodi (!). Nelle prime 24 ore Coville era stato più lento (546 miglia a 22,75 di media) ma più diretto: il risultato è che IDEC per ora è in leggero ritardo, 37 miglia, rispetto al record. Ma il passo è quello giusto e il morale altissimo.
13 GIUGNO: VERSO META’ PERCORSO!
Una depressione con venti a 30 nodi, una strambata per prendere la rotta diretta, e nel pomeriggio IDEC passa la linea ideale di metà percorso, a 100 miglia dal record, ma con prospettive positive. IDEC infatti naviga costantemente al margine di un’area depressionaria, con vento forte e anche mare formato. Questo è costato qualche rottura minore, ma le prospettive lungo la rotta del record sembrano interessanti.
14 GIUGNO: PREVISIONI DI ARRIVO (E DI RECORD)!
Capo Lizard (GBR) si avvicina molto velocemente e dal team di terra di IDEC cominciano a parlare senza mezzi termini di previsioni di arrivo, sia sulla linea del traguardo, sia del record che appare più che possibile, sia del successivo arrivo di barca e navigatore al porto di Brest. Il calcolo è presto fatto: per battere Coville, Joyon deve tagliare la latitudine di Capo Lizard lunedi 17 giugno prima delle ore 6 e 45 minuti. Secondo le ultime previsioni meteo del suo routiere, Jean-Yves Bernot, Francis potrebbe addirittura tagliare la linea del record nella tarda serata di domenica 16! Ora c’è solo una macchina a vela da 30 metri lancia a quasi 30 nodi di velocità...
“Il gioco è riuscire a restare davanti alla depressione”, questo spiega Joyon via radio. E questo nonostante il fatto che le carte mostrino che IDEC è ancora 130 miglia in ritardo rispetto al record. Ma Coville nel 2008 si fermò quasi nel finale, mentre IDEC sta trovando condizioni per un arrivo in volata... E’ un tentativo sul filo del rasoio, nel quale Francis si rivela lo straordinario navigante oceanico moderno che è: ha mantenuto una lucidità incredibile, preso decisioni apparentemente contraddittorie, arrivando a rallentare pur di non perdere il treno con la depressione che adesso lo sta accompagnando verso Lizard. “Tra poco dovrò fare una nuova strambata e troverò la rotta migliore verso la destinazione”. Un gioco a scacchi con le polari, mentre il mostro vola sulle onde.
15 GIUGNO: 650 MIGLIA NELLE 24 ORE!
Francis “flirta” con il suo record delle 24 ore: 666 miglia! Un record fatto apposta, uscendo due giorni con ventone previsto, quasi un primato da laboratorio: invece quel ritmo è adesso il quasi record dell’ultimo giorno prima del record, il quarto di traversata dell’Atlantico. Ma vi rendete conto? Una vela attraversa l’oceano in cinque giorni!
16 GIUGNO: RECORD POLVERIZZATO! 5 GIORNI, 2 ORE, 56 MINUTI E 10 SECONDI
Oltre 16 ore meno di Thomas Coville! Francis Joyon entra nella storia della vela quale migliore velista e navigatore contro il tempo, conquistando il record che gli mancava: in solitario tra New York e Capo Lizard. Il finale è stato quello che Francis e il suo routier si aspettavano, forse l’avevano proprio cercato: ventone favorevole e addirittura record nelle 24 ore (666,2) più volte superato dallo stesso IDEC nelle ultime ore di corsa. Questo finale ha permesso al navigatore di fare la differenza nel finale, malgrado una rotta distante da quella ortodromica, seguita per ragioni meteo.
IL VIDEO DEL TAGLIO DELLA LINEA A CAPO LIZARD (8 MINUTI)
I MOTIVI DELL’EXPLOIT
Questo record resterà a lungo nei libri di vela: sia perchè ha abbassato di 16 ore il precedente che aveva resistito ben 5 anni, sia perchè ottenuto a velocità straordinarie, e da un velista stratosferico. Per battere questo Francis Joyon, marinaio maturo e completo, e questo trimarano IDEC altrettanto maturo e rodato, oliato in tutti i particolari, serviranno almeno un velista dello stesso valore e una barca della stessa velocità. E potrebbero non bastare. Potrebbe non bastare anche la stessa accoppiata Joyon-IDEC. Ma intanto Francis si gode il tetto del mondo velico. E racconta i momenti decisivi.
La finestra meteo
Non era l’ideale, s’è detto. C’era un sistema depressionario su Miami, con previsioni di pioggia e venti instabili, non un granchè, e poi non si conosceva bene il percorso della depressione. Ma il routier e il navigatore hanno scommesso che sarebbe passato sull’Atlantico, un po’ più a sud della rotta diretta per Lizard, e che valeva la pena tentare. “In fondo eravamo qui per giocare, no?”, ha detto Joyon all’arrivo. Scommessa vinta.
Percorso più lungo: 3220 miglia (anzichè le 2880 della rotta diretta)
Per seguire questa famosa depressione, IDEC ha dovuto navigare verso sud. Se il sistema avesse deviato ancora più a sud, l’esito sarebbe stato catastrofico per il record, se fosse passato più a nord, il suo effetto sarebbe stato breve. Il compromesso raggiunto è stato l’ideale. La rotta meridionale inoltre ha avuto il vantaggio di scongiurare il rischio di incontrare iceberg sui Banchi di Terranova, e di trovare molta meno nebbia (quella che aveva incontrato da quelle parti il nostri Andrea Mura nella Ostar di recente)
I limiti di IDEC rivisitati
“Dal primo giorno mi sono reso conto che avrei avuto bisogno di velocità estreme, per compensare la strada in più. Sono stato costretto a velocità elevate, 26,2 nodi di media! Ho scoperto che si può chiedere di più a questi multiscafi, i 35 nodi di velocità sono un traguardo raggiunto e superato, credo che possiamo raggiungere i 40 nodi o più... Questa barca ha velocità potenziali che ancora non conosciamo a fondo, non conosco i veri limiti di queste macchine, certo, tutto dipende dal mare e dal vento, sono loro che comandano per davvero”.
Un ritardo di 144 miglia eppure nessun dubbio
Mantenere i nervi saldi su una traversata di 5 giorni se a metà strada sei a 144 miglia di ritardo dal record? Francis lo ha fatto: “Ero fiducioso comunque, perchè sapevo che Thomas era andato più diretto ma con velocità inferiore, e non era riuscito a tenere il ritmo fino alla fine del percorso. E poi sapevo che non volevo perdere...”
La vita a bordo di IDEC
“Di solito porto a bordo un po’ di cibo fresco, ma stavolta non ho avuto il tempo di fare la spesa prima di partire! Fortunatamente, un amico russo gentilmente mi ha dato i prodotti che mi hanno permesso di nutrirmi con qualcosa di diverso rispetto alle scatolette di bordo. Per quanto riguarda il sonno, ho dormito in tutto meno di 10 ore dalla partenza. Abbiamo anche avuto a che fare con l'umidità: ha piovuto molto in questo viaggio da quando ero nella parte attiva della depressione. In realtà, tutto era bagnato a bordo".
Gestione dello stress
"Su queste barche, siamo costantemente al limite del ribaltamento. Si devono regolare continuamente le vele, e aiutare la barca a poggiare e ripartire quando si blocca tra le onde. I primi tre giorni, ero preoccupato. Nel quarto, è passato tutto: mi ero abituato a un livello di stress finora sconosciuto per me”.
Il Grande Slam dei record storici
"Ho battuto gli ultimi tre record (24 ore, Discovery e Nord Atlantico), dopo il restauro della barca seguito alla scuffia avvenuta a New York nel 2011. Il mio cuore mi ha portato a dimostrare che il maxi trimarano era affidabile e aveva ancora un buon potenziale. E sono molto contento di aver migliorato tutti i record con le vele di origine della barca, quelle del giro del mondo nel 2007.”
IL VIDEO DELL'ARRIVO A BREST, IL BAGNO DI FOLLA E LE INTERVISTE (GUARDATE QUANTO SONNO HA FRANCIS!)
UNA AMPIA SELEZIONE DI FOTO DI IDEC, DELLA PARTENZA E DELL'ARRIVO NELLA SEZIONE GALLERY DEL MAGAZINE
New York – Cap Lizard, 2880 miglia nautiche teoriche, pari a 5334 km.
La storia dei record dell’Atlantico del Nord in solitario
1987 : Bruno Peyron, catamarano Explorer, in 11 giorni,11 ore 46 minuti e 36 secondi
1990 : Florence Arthaud, trimarano Pierre 1er, in 9 giorni, 21 ore e 42 minuti
1992 : Bruno Peyron, catamarano Explorer, in 9 giorni, 19 ore e 22 minuti
1994 : Laurent Bourgnon, trimarano Primagaz, in 7 gg, 2 ore, 34 min e 42 secondi
2005 : Francis Joyon, trimarano IDEC 1, in 6 gg, 4 ore, 1 min e 37 secondi
2008 : Thomas Coville, trimarano Sodebo, in 5 gg, 19 ore, 30 min e 40 secondi
I tre grandi record in solitario di Francis Joyon a bordo di IDEC
2008 : Giro del mondo in solitario: 57 giorni, 13 ore 34 minuti e 06 secondi
2012 : Record di percorrenza in 24 ore: 666 miglia a 27,75 nodi di media
2013: Route de la Découverte Cadice-San Salvador: 8 gg 16 ore 7 min e 5 secondi
di Fabio Colivicchi
A Francis Joyon, velista specializzato in record oceanici, mancava solo questa ciliegina sulla torta di una carriera decisamente unica: il recordino dell’Atlantico del Nord, in solitario ca-va-sans-dire. Peccato che batterlo si è dimostrato difficilissimo: dal 2008 resisteva l’impresa di Thomas Coville: 5 giorni e 19 ore, che l’aveva strappato proprio a Joyon e di brutto, quasi mezza giornata in meno rispetto al primo IDEC del 2005. Una partita aperta tra Francis e Thomas, insomma: e Francis voleva questo terzo record di fila, perchè adesso, e qui sta l’unicità dell’impresa, lui ne detiene ben tre, e tutti insieme appassionatamente.
State pensando che questa è solo arida statistica? Daccordo. Allora tuffiamoci nella storia, con l’uomo e la barca. Dalla vigilia di New York alla partenza a razzo senza neanche fare la spesa (!), dalla rotta assurda al carattere di ferro. Attraversiamo l’oceano Atlantico anche noi, in senso contrario a quanto appena fatto da Andrea Mura, e seguiamo il diario day-by-day di Joyon e IDEC. Verso la storia della vela.
11 GIUGNO: LA PARTENZA
Una finestra meteo “accettabile”, anche se non perfetta, è bastata a Francis Joyon per decidere di partire per il tentativo del record atlantico. Ultimi frenetici preparativi, come da tradizione, particolari come le ultime analisi meteo, la ricerca di un battello per trainare fuori da New York il maxi trimarano, e quindi il via. Alle 11:15 e 20 secondi ora della East Coast USA. Obiettivo: attraversare l’oceano Atlantico in meno di 5 giorni e 19 ore, record di Thomas Coville.
12 GIUGNO: IL PRIMO GIORNO: 568 MIGLIA!
Condizioni instabili, tante manovre, mare incrociato: tutto questo non ha fermato le prime 24 ore di navigazione di IDEC lanciato in oceano contro il tempo. Una rotta molto a sud, rispetto a quella diretta tracciata da Thomas Coville per il record che resiste dal 2008. Il risultato: 568 miglia alla media di 23,66 nodi (!). Nelle prime 24 ore Coville era stato più lento (546 miglia a 22,75 di media) ma più diretto: il risultato è che IDEC per ora è in leggero ritardo, 37 miglia, rispetto al record. Ma il passo è quello giusto e il morale altissimo.
13 GIUGNO: VERSO META’ PERCORSO!
Una depressione con venti a 30 nodi, una strambata per prendere la rotta diretta, e nel pomeriggio IDEC passa la linea ideale di metà percorso, a 100 miglia dal record, ma con prospettive positive. IDEC infatti naviga costantemente al margine di un’area depressionaria, con vento forte e anche mare formato. Questo è costato qualche rottura minore, ma le prospettive lungo la rotta del record sembrano interessanti.
14 GIUGNO: PREVISIONI DI ARRIVO (E DI RECORD)!
Capo Lizard (GBR) si avvicina molto velocemente e dal team di terra di IDEC cominciano a parlare senza mezzi termini di previsioni di arrivo, sia sulla linea del traguardo, sia del record che appare più che possibile, sia del successivo arrivo di barca e navigatore al porto di Brest. Il calcolo è presto fatto: per battere Coville, Joyon deve tagliare la latitudine di Capo Lizard lunedi 17 giugno prima delle ore 6 e 45 minuti. Secondo le ultime previsioni meteo del suo routiere, Jean-Yves Bernot, Francis potrebbe addirittura tagliare la linea del record nella tarda serata di domenica 16! Ora c’è solo una macchina a vela da 30 metri lancia a quasi 30 nodi di velocità...
“Il gioco è riuscire a restare davanti alla depressione”, questo spiega Joyon via radio. E questo nonostante il fatto che le carte mostrino che IDEC è ancora 130 miglia in ritardo rispetto al record. Ma Coville nel 2008 si fermò quasi nel finale, mentre IDEC sta trovando condizioni per un arrivo in volata... E’ un tentativo sul filo del rasoio, nel quale Francis si rivela lo straordinario navigante oceanico moderno che è: ha mantenuto una lucidità incredibile, preso decisioni apparentemente contraddittorie, arrivando a rallentare pur di non perdere il treno con la depressione che adesso lo sta accompagnando verso Lizard. “Tra poco dovrò fare una nuova strambata e troverò la rotta migliore verso la destinazione”. Un gioco a scacchi con le polari, mentre il mostro vola sulle onde.
15 GIUGNO: 650 MIGLIA NELLE 24 ORE!
Francis “flirta” con il suo record delle 24 ore: 666 miglia! Un record fatto apposta, uscendo due giorni con ventone previsto, quasi un primato da laboratorio: invece quel ritmo è adesso il quasi record dell’ultimo giorno prima del record, il quarto di traversata dell’Atlantico. Ma vi rendete conto? Una vela attraversa l’oceano in cinque giorni!
16 GIUGNO: RECORD POLVERIZZATO! 5 GIORNI, 2 ORE, 56 MINUTI E 10 SECONDI
Oltre 16 ore meno di Thomas Coville! Francis Joyon entra nella storia della vela quale migliore velista e navigatore contro il tempo, conquistando il record che gli mancava: in solitario tra New York e Capo Lizard. Il finale è stato quello che Francis e il suo routier si aspettavano, forse l’avevano proprio cercato: ventone favorevole e addirittura record nelle 24 ore (666,2) più volte superato dallo stesso IDEC nelle ultime ore di corsa. Questo finale ha permesso al navigatore di fare la differenza nel finale, malgrado una rotta distante da quella ortodromica, seguita per ragioni meteo.
IL VIDEO DEL TAGLIO DELLA LINEA A CAPO LIZARD (8 MINUTI)
I MOTIVI DELL’EXPLOIT
Questo record resterà a lungo nei libri di vela: sia perchè ha abbassato di 16 ore il precedente che aveva resistito ben 5 anni, sia perchè ottenuto a velocità straordinarie, e da un velista stratosferico. Per battere questo Francis Joyon, marinaio maturo e completo, e questo trimarano IDEC altrettanto maturo e rodato, oliato in tutti i particolari, serviranno almeno un velista dello stesso valore e una barca della stessa velocità. E potrebbero non bastare. Potrebbe non bastare anche la stessa accoppiata Joyon-IDEC. Ma intanto Francis si gode il tetto del mondo velico. E racconta i momenti decisivi.
La finestra meteo
Non era l’ideale, s’è detto. C’era un sistema depressionario su Miami, con previsioni di pioggia e venti instabili, non un granchè, e poi non si conosceva bene il percorso della depressione. Ma il routier e il navigatore hanno scommesso che sarebbe passato sull’Atlantico, un po’ più a sud della rotta diretta per Lizard, e che valeva la pena tentare. “In fondo eravamo qui per giocare, no?”, ha detto Joyon all’arrivo. Scommessa vinta.
Percorso più lungo: 3220 miglia (anzichè le 2880 della rotta diretta)
Per seguire questa famosa depressione, IDEC ha dovuto navigare verso sud. Se il sistema avesse deviato ancora più a sud, l’esito sarebbe stato catastrofico per il record, se fosse passato più a nord, il suo effetto sarebbe stato breve. Il compromesso raggiunto è stato l’ideale. La rotta meridionale inoltre ha avuto il vantaggio di scongiurare il rischio di incontrare iceberg sui Banchi di Terranova, e di trovare molta meno nebbia (quella che aveva incontrato da quelle parti il nostri Andrea Mura nella Ostar di recente)
I limiti di IDEC rivisitati
“Dal primo giorno mi sono reso conto che avrei avuto bisogno di velocità estreme, per compensare la strada in più. Sono stato costretto a velocità elevate, 26,2 nodi di media! Ho scoperto che si può chiedere di più a questi multiscafi, i 35 nodi di velocità sono un traguardo raggiunto e superato, credo che possiamo raggiungere i 40 nodi o più... Questa barca ha velocità potenziali che ancora non conosciamo a fondo, non conosco i veri limiti di queste macchine, certo, tutto dipende dal mare e dal vento, sono loro che comandano per davvero”.
Un ritardo di 144 miglia eppure nessun dubbio
Mantenere i nervi saldi su una traversata di 5 giorni se a metà strada sei a 144 miglia di ritardo dal record? Francis lo ha fatto: “Ero fiducioso comunque, perchè sapevo che Thomas era andato più diretto ma con velocità inferiore, e non era riuscito a tenere il ritmo fino alla fine del percorso. E poi sapevo che non volevo perdere...”
La vita a bordo di IDEC
“Di solito porto a bordo un po’ di cibo fresco, ma stavolta non ho avuto il tempo di fare la spesa prima di partire! Fortunatamente, un amico russo gentilmente mi ha dato i prodotti che mi hanno permesso di nutrirmi con qualcosa di diverso rispetto alle scatolette di bordo. Per quanto riguarda il sonno, ho dormito in tutto meno di 10 ore dalla partenza. Abbiamo anche avuto a che fare con l'umidità: ha piovuto molto in questo viaggio da quando ero nella parte attiva della depressione. In realtà, tutto era bagnato a bordo".
Gestione dello stress
"Su queste barche, siamo costantemente al limite del ribaltamento. Si devono regolare continuamente le vele, e aiutare la barca a poggiare e ripartire quando si blocca tra le onde. I primi tre giorni, ero preoccupato. Nel quarto, è passato tutto: mi ero abituato a un livello di stress finora sconosciuto per me”.
Il Grande Slam dei record storici
"Ho battuto gli ultimi tre record (24 ore, Discovery e Nord Atlantico), dopo il restauro della barca seguito alla scuffia avvenuta a New York nel 2011. Il mio cuore mi ha portato a dimostrare che il maxi trimarano era affidabile e aveva ancora un buon potenziale. E sono molto contento di aver migliorato tutti i record con le vele di origine della barca, quelle del giro del mondo nel 2007.”
IL VIDEO DELL'ARRIVO A BREST, IL BAGNO DI FOLLA E LE INTERVISTE (GUARDATE QUANTO SONNO HA FRANCIS!)
UNA AMPIA SELEZIONE DI FOTO DI IDEC, DELLA PARTENZA E DELL'ARRIVO NELLA SEZIONE GALLERY DEL MAGAZINE
New York – Cap Lizard, 2880 miglia nautiche teoriche, pari a 5334 km.
La storia dei record dell’Atlantico del Nord in solitario
1987 : Bruno Peyron, catamarano Explorer, in 11 giorni,11 ore 46 minuti e 36 secondi
1990 : Florence Arthaud, trimarano Pierre 1er, in 9 giorni, 21 ore e 42 minuti
1992 : Bruno Peyron, catamarano Explorer, in 9 giorni, 19 ore e 22 minuti
1994 : Laurent Bourgnon, trimarano Primagaz, in 7 gg, 2 ore, 34 min e 42 secondi
2005 : Francis Joyon, trimarano IDEC 1, in 6 gg, 4 ore, 1 min e 37 secondi
2008 : Thomas Coville, trimarano Sodebo, in 5 gg, 19 ore, 30 min e 40 secondi
I tre grandi record in solitario di Francis Joyon a bordo di IDEC
2008 : Giro del mondo in solitario: 57 giorni, 13 ore 34 minuti e 06 secondi
2012 : Record di percorrenza in 24 ore: 666 miglia a 27,75 nodi di media
2013: Route de la Découverte Cadice-San Salvador: 8 gg 16 ore 7 min e 5 secondi
Marco (non verificato)
fcolivicchi