Le esequie lunedi 5 a Rapallo
Ciao Renzo Rabbò
Vita piena di vele
La scomparsa di Renzo Rabbò, fu riserva olimpica ad Acapulco (Mexico) 1968. Grande velista, grande marinaio, tecnico FIV e grande allenatore di giovani. Una passione che è durata tutta la vita
I funerali di Renzo Rabbò si svolgeranno Lunedi 5 febbraio alle 15:30 presso la Chiesa di San Francesco, a Rapallo.
Renzo Imperio Rabbò è una di quelle figure che sembrano create dal mare stesso, come se il mare capisse che di gente così non ne puo' fare a meno. Ovviamente la cosa era ricambiata: Renzo senza il suo mare e la sua vela non sapeva stare. Il risultato è una bella figura di appassionato, atleta e divulgatore, che resta negli annali dello sport velico.
Prima una vita da pioniere: andare a vela sulla costa ligure negli anni Cinquanta e Sessanta significava fondare club (le Vele Vernazzolesi al tempo sono tra i primi cinque circoli italiani di vela), scoprire e lanciare classi, insomma tracciare una rotta. Per farlo devi avere il carattere di farti seguire.
Poi un'altra vita, da regatante. Di quelli veri, all'epoca: Dinghy 12 (il suo Titty 2, per dire, fu esposto nel 1962 alla prima edizione del salone nautico di Genova), poi Finn, quindi Snipe e FD. Sul Flying Dutchman arriva un Rabbò maturo e completo. Si scontra con i campioni del suo tempo, Mario Capio, Carlo Massone. Lui c'è. Nel 1967, anzi, corre le Preolimpiche in Messico a prua di Massone. La coppia funziona e arriva al 4° posto. Oggi si direbbe: un bel prospetto, intoccabile in chiave olimpica. Ma all'epoca della vela romantica, un timoniere nato non se la sente di fare il prodiere, e alla fine con Dario Verina sfida Massone e Emanuele Ottonello all'ultimo bordo nelle selezioni. Vincono Massone e Ottonello, ma Renzo Imperio Rabbò viene comunque convocato dalla FIV e va alle Olimpiadi di Messico 1968 come riserva (per capirci, le altre riserve si chiamano Carlo Rolandi e Mauro Pelaschier). L'anno dopo vince il titolo italiano FD.
Poi ancora un'altra vita, da allenatore. Con un altro ex olimpico, Emilio Massino (Classe Sharpie, Melbourne 1956) si occupa di seguire i giovani sul singolo Europa. Tante trasferte in giro per il mondo e tanti ragazzi scoperti e lanciati. In questa terza vita Rabbò è a lungo nello staff tecnico federale, presidente Sergio Gaibisso, nel quadriennio 1989-1992, con Valentin Mankin Direttore Tecnico, è nel gruppo di tecnici che seguono i più giovani. Lo sarà anche nel quadriennio 1993-1996, che porta a Savannah (Atlanta) 1996, medaglia di bronzo di Alessandra Sensini.
La quarta vita, se vogliamo, è stata dolce e salata (d'acqua di mare), con ritorni sul Dinghy (nel 2016 la classe gli assegna un premio alla carriera), oppure a fare da coach amorevole del figlio Mario, cresciuto assai bene (ha vinto un circuito europeo D-One, va anche lui per tradizione di famiglia sul Dinghy, e di recente sul J70), e si diletta a raccontare e far rivivere i suoi bei tempi della vela che non tramonta mai.
Di lui il presidente dello Yacht Club Italiano, Nicolò Reggio, fa un riepilogo che racchiude tutto e che tutti sottoscrivono: "Grande velista, grande marinaio, grande maestro. Gli devo tantissimo."
I funerali di Renzo Rabbò si svolgeranno Lunedi 5 febbraio alle 15:30 presso la Chiesa di San Francesco, a Rapallo.
UN RICORDO DI FRANCO REMAGNINO - Due righe a proposito di Renzo per come l'ho conosciuto e frequentato. Ma mi manca il fiato a descriverlo perché non riesco a pensare che se ne è andato. Ho mille ricordi con lui, con i miei figli, in barca con lui si era sicuri di far bene ed era sempre una festa sentirlo raccontare gli episodi accaduti, conditi con quello spirito straordinario e simpatico che così ricordiamo.
Renzo Rabbó Genovesissimo, di Sturla, aveva una decina d'anni più di me che sono del '44. Lo conobbi nel '63 al Circolo Vele Vernazzolesi dove io facevo le prime regate sullo Snipe e Lui era una giovane promessa del FD in coppia con Alfredo Verrina Inoltre , comunque, saliva su vari tipi di derive ed era quasi sempre vincitore, come sul Dinghy o lo Snipe.
Quando dal '65 passai al FD lo trovai come avversario, fortissimo ma leale e corretto. La sua dote che apprezzavo di più era la passione nei confronti delle sue imbarcazioni a cui teneva tantissimo, la cura dell'attrezzatura e della messa a punto. A parte qualche piccolo segreto che teneva per se, ma che poi negli anni ci svelava simpaticamente, gli piaceva trasmettere a noi più giovani le sue esperienze e le tecniche che ne derivavano. Aveva un grande istinto che gli veniva anche dalle sue conoscenze e meticolose osservazioni.
Era sempre nel "bordo giusto"! I Campionati e i Trofei vinti da Renzo, non si contano; poi terminata il suo lavoro in FIV come responsabile degli Europa, ha allenato per alcuni anni la squadra agonistica dello YCI seguendo in particolare il Tornado e formando giovani equipaggi di barche IOR. Quindi si è trasferito a Rapallo e, tra battute di pesca o seguendo il figlio Mario nei suoi allenamenti, ha continuato ad andare per mare fino a ....ieri!
Gabriella (non verificato)
Giacomo (non verificato)