Storia | Regata > International

23/04/2011 - 21:29

Dal Garda un rivoluzionario progetto

Che barca è questa
Stravaganza?

Un 12 metri con albero di 22. Una chiglia che vola fuori dall'acqua. Il Garda si conferma laboratorio creativo per la vela mondiale. Con il varo del nuovo Open "Stravaganza", un  concept-yacht dell'inglese Jo Richards per l'armatore lacustre Domenico Bruzzi. Che vuole vincere la Centomiglia e la Barcolana...
 
Il Circolo Vela Gargnano ha salutato l'arrivo di "Stravaganza", Open dell'armatore Domenico Bruzzi, che si candida ad essere grande protagonista delle classiche "long distance": il trofeo Gorla-50 Miglia del 4 settembre e la 61° Centomiglia a tutto lago dell'11 e 12 sempre del prossimo settembre, quasi certamente anche della Barcolana nel golfo di Trieste.
 
L'imbarcazione firmata dall'olimpionico inglese Jo Richards, progettista dell'ultima serie degli scafi della flotta Laser (Bahia, Bug,  etc), vincitore assoluto alla Centomiglia  del 2009, presenta una serie infinita di novità, prime tra tutte la "Flying Keel", la chiglia "volante" che grazie ad un'interessante ruota, piazzata sul profilo dello scafo, permette al bulbo di uscire dall'acqua. E' la prima barca del genere in Europa. Le rive del più grande Lago italiano si confermano quindi grande laboratorio per la progettazione di nuove imbarcazioni da regata.
 
In verità la Centomiglia è un semplice giro del lago dove, per vincere, devi però navigare sempre alla massima velocità. Superare le raffiche e le onde del Pelèr mattutino, volare nelle brezze pomeridiane, saltare le bonacce della parte bassa, dove il lago assomiglia più ad un mare. Questa è la filosofia della gara, una prova d'altura che si deve correre come un "bastone olimpico", dove per arrivare primi si sono costruite barche solo per questo traguardo. E così l'evoluzione della Centomiglia ha, prima portato, sul Benaco le carene più veloci che stavano nei vari porti del mondo: le gloriose categorie olimpiche di 6 e 5.5 metre, i 30 ed i 40 metri quadri svedesi, le Rennjollen dei laghi bavaresi, le piccole Star, magari dotate di spinnaker come quella che vinse nel 1961 con Giorgio Falck, i multiscafi che già vincevano nel 1965 con i fratelli francesi Bex, il Tornado olimpico dell'olimpionico Fabio Albarelli nel 1969, l'Ander del sebino Daniele Buizza che con Luciano Lievi era davanti a tutti nel 1970. I Toucan svizzeri, i Quartas germanici, il Falcone, "Cassiopea", prima degli anni '80, quando approdarono i maxilibera, le macchine volanti, come le definì un giornalista statunitense. Bruce Farr, Dog Peterson, i fratelli Sciomachen, Judel e Vrolik, Paolo Cori, Gio Ceccarelli, Umberto Felci, Ettore Santarelli, e tante altre grandi firme della progettazione nazionale ed internazionale, molti in Coppa America, si sono cimentati sul tema fino al "Full Pelt" del 2009 e la "Canting Keel" dei tedeschi di "Wild lady" dell'anno passato.
 
Ora tocca al nuovo progetto di Jo Richards  che  "raddoppia" la una nuova rivoluzionaria carena "Open" per l'armatore di Gargnano, Domenico Bruzzi. Sarà la "Stravaganza". Già il nome sembra dire molto. La "chiglia" con la sua pinna che esce dall'acqua come sulle carene che sfidano gli Oceani, ma qui completamente in aria, una bella scommessa, una nuova sperimentazione che non poteva non partire dalla Centomiglia. L'equipaggio senza trapezi è di sole 8 persone.
 
Il varo è avvenuto nei giorni scorsi, alla presenza di tutto il bel mondo nautico internazionale, dai giornalisti della rivista inglese "Seahorse" alle tv locali delle province gardesane. Dopo la prima veleggiata, ci sarà una nuova serie di aggiornamenti. Per la costruzione c'è stato il coinvolgimento di tutta la tecnologia del "made in Garda" con i suoi artigiani che vanno dai Galetti a Mondini e Lievi. "Stravaganza" sfiderà tutti per il traguardo dedicato al Conte Alessandro Bettoni del prossimo mese di settembre. Lo scafo è lungo 12 metri e 70 centimetri, il piano velico è quello di un "Transpac 52" , un albero alto 22 metri, un paio di metri in più rispetto a quelli attualmente in circolazione.

Commenti

mauro (non verificato)

avanti sempre un 20 anni circa, guardate bene, tra vent'anni vedrete queste cose anche al mare...

Paolo (non verificato)

Interessante di sicuro... Forse avanti.... Ma non mi pare che abbiamo visto usare al mare le terrazze dei classe libera del Garda di 20 anni fa... Di certo è qualcosa da guardare con molto interesse. ottima Saily

mauro (non verificato)

beh a dir la verità qualche Open della Barcolana le terrazze le ha messe, il primo Gaia che poi era una barca gardesana che si chiamava Stradivaria (non... Stravaganza) progetto di Vallicelli e poi lo Shinning (non se se con una o due enne) che aveva le ali tipo terrazze ed era firmato da Mani Frers, se non erro. Poi nel 1996 le ali (fisse non i racks) dei libera le mise una certa barca skiff di nome 49ER. Questa barca venne selezionata come classe olimpica...sul lago di Garda.