Storia | Cultura

03/04/2014 - 21:44

Storia e imprese veliche a tinte forti di Capucine Trochet, 30 anni, bretone

Capucine in oceano
Sulla barca di juta

Storia e imprese veliche a tinte forti di Capucine Trochet, 30 anni, bretone. Per riprendersi la vita dopo tre anni di ospedale e di lotta contro una malattia che le impedisce di camminare, sceglie di navigare. E lo fa su una barca incredibile, sotto tutti i punti di vista… FOTO E 3 VIDEO!
 

Capucine Trochet è una ragazza bretone di 30 anni che una famiglia molto sportiva ha portato a familiarizzare con il mare e con la natura sin da piccola. Tara Tari è una barca di 9 metri, una piroga da pesca del Bangladesh costruita in quel paese usando la juta, da un altro giovane marinaio francese, per dimostrare che questo materiale naturale può essere una valida ed ecologica alternativa alla plastica.
 
Capucine e Tara Tari, arrivati da lontano, alla fine si sono incontrati, e oggi le loro vite sono intrecciate indissolubilmente. La giovane bretone dal viso dolce e dal portamento da vecchio marinaio, sulla piroga bangladesha di juta, bassa sul mare fino a entrarci dentro, ha attraversato un oceano, e non è intenzionata a fermarsi. Una storia che dopo aver appassionato la Francia sta uscendo dai suoi confini, e che rimanda con la memoria all’epopea di un altro marinaio francese, l’immortale Bernard Moitessier, il quale proprio da una piroga iniziò le peregrinazioni che hanno ispirato generazioni di velisti.
 
Dopo aver sconfitto una malattia, che l'ha resa più forte, Capucine Trochet, ha realizzato un obiettivo: attraversare da sola l'atlantico, dalle Canarie fino a Martinica, senza radio nè radar. Sveglia ogni 10 minuti, per controllare mare e cielo.L’arrivo in Martinica il 23 Febbraio 2013 dopo 25 giorni di mare. Proprio un mese fa Capucine ha festeggiato un anno in Martinica. Intanto Tara Tari sta continuando a girovagare per i Caraibi, lei tiene conferenze, interviste e scrive brevi diari per il suo blog (sotto in questa pagina trovate il link).
 
E’ partita da La Ciotat, 33 chilometri da Marsiglia, a bordo di una barca fatta di juta pressata (tutto materiale di recupero), con le vele arancioni e la bandiera del Bangladesh.
 
Capucine è arrivata in solitaria a Lanzarote, e dopo una breve sosta ha proseguito attraversando l‘Atlantico. Con un piccolo sestante, tiene la rotta della sua posizione rispetto alle stelle, per capire anche (piccolo dettaglio) se una barca le sta andando incontro. Per tutta la notte, con turni di 10 minuti tra sonno e veglia. Piccolo sacrificio, per una persona che ha lottato con una terribile malattia ai tendini, ed ha sconfitto il dolore che l’ha paralizzata per 10 lunghi mesi in un freddo letto d’ospedale.
 
Il blog per seguire il viaggio di Capucine: Where is Tara Tari?
Il grande viaggio Capucine Trochet e Tara Tari lo racconta lei stessa: “Dal 2011 vivo in mare nomade a bordo della piccola barca da pesca in Bangladesh con la quale ho attraversato l'Oceano Atlantico. Tara Tari può considerarsi una barca speciale, perché è nata per promuovere la juta e le fibre naturali e l'utilizzo di materiali riciclati anche per costruire barche, al posto delle fibre di vetro. Così questa avventura è diventata anche un modo di vivere basato sulla semplicità, l'altruismo, la testimonianza e il rispetto. Una vita ispirata alla natura.”
 

VIDEO, LA STORIA DI CAPUCINE IN ANIMAZIONE

 
 
VIDEO DELLA TV FRANCESE SU CAPUCINE

 
 
VIDEO, A BORDO DI TARA TARI
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LA BARCA
Tara Tari è un piccolo veliero costruito in tela di juta (40%), poliestere e materiali di recupero, ispirata alle barche tradizionali dei pescatori del Bangladesh. La costruzione è stata realizzata dal cantiere navale Tara Tari (da cui ha preso il nome) e da Yves Marre.
 
Lo skipper francese Corentin de Chatelperron l’ha presentata al mondo della nautica, come una costruzione sperimentale, ecologica ed economica. Poi Tara Tari ha acquisito notorietà per la lunga crociera dello skipper nel 2010, da Koakata (Bangladesh) a La Ciotat (Francia), passando per il canale di Suez. 9000 miglia in 186 giorni. Dopo questa impresa la barca è stata presentata al Grand Pavois di La Rochelle, al salone nautico di Parigi e al festival di Brest.
 
Dall’ottobre 2011 Tara Tari ha iniziato una nuova avventura con Capucine Trochet. Partita da La Ciotat il 17 novembre 2011, Capucine ha compiuto l’impresa della traversata atlantica in solitrario nel febbraio del 2013 (Canarie, Capo Verde, Martinica), 5000 miglia. Il blog “Where is Tara Tari?” tiene tutti informati sull’attuale posizione della barca, visto che Capucine intende continuare il suo viaggio.
 
Nel 2014, Capucine Trochet e Tara Tari esploreranno il Mare dei Caraibi, e poi si dirigeranno verso la Florida (USA) dove prevedono di arrivare a maggio.
 
Tenendo una conferenza al simposio TEDxceWomen 2013, Capucine Trochet ha spiegato che “La filosofia della navigazione a bordo di Tara Tari è basata sulla semplicità volontaria o sobrietà felice, e che riassume il motto di Antoine de Saint Exupéry: -La perfezione non è quando non si può aggiungere nulla, ma quando non è più possibile rimuovere- Per questo a bordo porto solo l'essenziale.”
 
Inoltre, Corentin e Chatelperron hanno lanciato in Bangladesh nel febbraio 2013, un nuovo 100% juta barca chiamata "Oro del Bengala" in nome della sua associazione. Oro del Bengala è il primo yacht in juta al mondo.
 
CAPUCINE MADRINA DELLA SPEDIZIONE BREIZH 2014
L’associazione Matelot de la Vie organizza esperienze, viaggi e spedizioni in mare per bambini ricoverati in ospedale o malati non ospedalizzati. Nel primo caso si crea un evento che li rende partecipi diretti di spedizioni virtuali. Quando è possibile invece i bambini sono ospitati a bordo. Molti skipper e navigatori oceanici francesi hanno collaborato con le iniziative dell’associazione,
 
Capucine è stata scelta quale madrina della spedizione Breizh 2014. Questo è il suo messaggio di saluto.
 
“La gioia di vivere! Questo è ciò che la vita dei marinai mi ispira! In ospedale ho vissuto momenti duri, momenti che i bambini non dovrebbero affrontare. Forse anche per questo la vita in mare mi sembra così necessaria e utile! Prendere l'aria, ridendo insieme a un equipaggio, sentirsi responsabile di una nave, provare emozioni intense a contatto con il mare, scoprire nuovi orizzonti e fare incontri interessanti per tutta la vita... Un equipaggio è basato sulla condivisione e la vita! Un messaggio forte di speranza per tutti i piccoli velisti ancora in cura e per le famiglie e gli operatori sanitari, tutti coinvolti in questa grande iniziativa. Sono molto contenta di condividere i loro valori forti in tutte le spedizioni nel 2014! Capucine”.
 
Un articolo su Capucine e le sue imprese con Tara Tari è anche sul numero di aprile de Il Giornale della Vela, in edicola.
 
http://whereistaratari.blogspot.it
 

Commenti

Francesco (non verificato)

Che storia! Grazie alla redazione di Saily che l'ha scovata. Questa Capucine sembra una novella Moitessierr… ci fa sognare, brava

Lodovico dell'Otti (non verificato)

Ammiro questa ragazza francese che nonostante un duro periodo di sofferenze in gioventù ha avuto il desiderio, la volontà e il coraggio di mettersi per mare con una barca a vela tutto sommato molto piccola e compiere traversate che non tutti, anche con barche più grandi e attrezzatissime, si sentirebbero di fare. A me, giunto all'età di 81 anni, non mi resta che ammirare le imprese di chi è più giovane e riandare con la memoria al mio passato di velista con tanta nostalgia augurando "buon vento" a tutti e in particolare a Capucine Trochet..