Storia | Regata > Vela Oceanica

26/07/2012 - 18:38

Altomare in 6 metri

Alberto Bona
Emozione mini

Il navigatore torinese ha completato le 1000 miglia di qualifica per la Transat650, e sarà al via! Ora è in cerca di uno sponsor. Il racconto della qualifica, la scheda di chi è Alberto
 
 
Era arrivato il momento. Dopo la chiusura con successo del circuito di regate organizzato dalla Classe Mini 650 e prima degli appuntamenti in acque francesi dell'estate, Alberto doveva smarcare dalla sua lista delle "cose fa fare", una prova molto importante: la qualifica di mille miglia per partecipare di diritto alla Transat 2013, obiettivo principale di tutto il suo progetto. Per partecipare alla Mini Transat, infatti, bisogna percorrere in solitario, sulla barca con cui si attraverserà l'oceano, 1000 miglia. Il percorso in Mediterraneo prevede una rotta che tocca le isole di Porquerolles, le Baleari (Minorca), dovendo quindi affrontare il ruggente Golfo del Leone, la Sardegna, Ponza, l'Arcipelago Toscano, con arrivo a Genova.
 
Si tratta di un percorso che rappresenta una simulazione abbastanza verosimile di una prima tappa (dalla Francia, Douarnenez, alle Canarie) della Transat, tanto che Alberto ha deciso di preparare se stesso e Golden Apple sul parametro "regata". Via dunque ai pesi inutili, s'imbarca solo lo stretto necessario, si organizza il materiale in modo da essere "matossabile" (i.e. "spostabile") in taniche e sacche, si usano vele e attrezzatura da regata e si parte con la carena a posto, come prima di una "vera" partenza. Questa preparazione ha permesso ad Alberto di fare tante prove con diverse vele a diverse condizioni di vento e di mare ed affinare così ancora di più le polari e la conduzione della barca.
 
Per preparare tutte le partenze, e ancora di più questa, un aspetto fondamentale da curare è l'analisi della situazione meteo della zona di navigazione. Alberto ha dedicato molto tempo a questo aspetto, soprattutto per affrontare nella "finestra" giusta i passaggi alturieri più impegnativi. A parte qualche differenza tra le condizioni previste e quelle realmente incontrate (in particolare nel tratto Minorca - Sardegna un forte Est non previsto e un mare disordinato che non aveva preso in considerazione), tutto il percorso si è svolto in condizioni meteo moderate.
 
L'analisi meteo a terra, prima della partenza e durante la navigazione, è realizzata dal Weather Strategist Andrea Boscolo (Meteo Sport). Una grande differenza con la Transat, infatti, è che nella qualifica è permesso avere contatti meteo a terra, una circostanza che ha permesso ad Alberto di avere ogni 24 ore
un'analisi meteo precisa. Al largo in Mediterraneo è molto complicato ricevere bollettini meteo aggiornati e l'appoggio meteo a terra gli ha permesso di seguire sempre una rotta ottimizzante e di terminare il percorso di mille miglia in 9 giorni e 12 ore.
 
Dunque, si parte, bando alle ciance. Il giorno della partenza (27 giugno), il cielo sopra Sanremo è blu, con qualche nuvola bianca e poca, pochissima aria, fa molto caldo. Alberto prepara le ultime cose, fa le ultime telefonate "all'uomo meteo", fa cambusa...ma i piedi e l'animo restano incollati all'asfalto surriscaldato della banchina, Alberto non ha così tanta voglia di partire. All'improvviso, come racconta lui, "quella quotidianità noiosa si rivela in tutta la sua bellezza. Riesco a godere di tutte quelle piccole cose che normalmente passano inosservate. Che bello stratagemma! Proiettarsi lontano nella difficoltà per vivere quella diversità prospettica pur rimanendo a terra". Ma il tempo di formulare questo pensiero, e già capisce che non può funzionare, sarebbe troppo facile. E allora, come chi conosce Alberto lo sa, nello spazio di pochi istanti lo sguardo pensieroso, gli occhi bassi intenti a riflettere scompaiono e l'energia e la voglia di agire, di partire, prendono il sopravvento. Prima si salpa, meglio è, rotta verso l'isola di Porquerolles.
 
Lo spuntare della prima luna di questa qualifica, porta con sé dubbi e domande, un po' destabilizzanti per quell'ancóra fragile unità formata da uomo e barca, subito spazzati via dall'eco di un bell'incoraggiamento, sentito prima di salpare: «Vai, divertiti, non sai quanto ti invidio».Il giorno seguente un regime di brezze accompagna Alberto al primo cancello, l'Isola di Porquerolles, porta che affaccia sul ruggente Golfo del Leone, zona del Mediterraneo che può presentare condizioni di vento e mare molto impegnative, spesso pericolose. La parte più razionale della mente di Alberto non gli da ancóra tregua, costringendolo a rimuginii faticosi: "La domanda perché faccio quello che faccio comincia a insinuarsi nella mente esigendo una risposta.". Sono tante le emozioni che turbano Alberto, ma, come scrive, "il mio coraggioso Mini si prende cura del suo Skipper frastornato da emozioni e pensieri". Il vento gira: Alberto da Spi e naviga tutta la notte accompagnato dal rumoroso silenzio del mare. Al mattino del terzo giorno di mare, il Sud Est che si è stabilito fa camminare Alberto e Golden Apple con una comoda bolina larga mentre, ormai alle loro spalle, il Leone ruggisce a burrasca. Alberto conosce il Golfo quando è arrabbiato e con quel guscio di noce su cui è, meglio stare alla larga dei suoi "graffi"... Cambio di vele, su Code O e Golden Apple cavalca decisa sulle fastidiose onde da Sud. Ma Alberto è ancora inquieto: mancano una novantina di miglia da Minorca e la stanchezza e la tensione accumulata questi primi giorni lo innervosiscono. Poi però i nervi si distendono, il pensiero corre a Di Benedetto, un marinaio che su un barca come Golden Apple ha fatto, da solo e senza mai fermarsi, il giro del mondo....
 
"Tutto riacquista improvvisamente la sua giusta dimensione. Mi riposo e sogno tantissimo, persone soprattutto. Che belle che sono le persone. Ci vuole la potenza e l'asprezza della Natura per rivalutare la nostra adeguata dimensione umana. Minorca appare all'orizzonte e la felicità finalmente comincia a sgretolare la tensione e l'ansia dei giorni precedenti". Pian piano, miglio dopo miglio, quest'avventura comincia a dare i frutti più preziosi: dei pensieri semplici ma rivoluzionari, il ridimensionamento dei valori e delle priorità, la riconoscente presadi coscienza che non bisogna essere Superman sempre, tanto ci pensa la Natura a farci stare al nostro, più consono, posto di semplici uomini.
 
Il terzo giorno di mare vede Alberto e Golden Apple circumnavigare la più bella delle isole delle Baleari, Minorca:«la brezza termica si somma al vento previsto da Sud e mi costringe a bolinare e a tirare bordi con due mani alla randa. In serata quando lascio Minorca nella scia sono sfatto». Bene. Questa prima, temuta, parte della qualifica è andata bene, Eolo e Nettuno sono stati clementi con Alberto, facendogli passare il Golfo del Leone in condizioni favorevoli... giusto in tempo: ora soffia davvero forte laggiù.
 
La traversata per la Sardegna, secondo le previsioni, non dovrebbe presentare particolari difficoltà: sono previsti venti da Sud , moderati fra i 15 e i 20 nodi. In questa quarta notte di navigazione, un violento ed improvviso colpo ai timoni fa vibrare ogni fibra della barca e del suo abitante: per fortuna nessun danno,
"Golden Apple è dura e continua a trasmettermi un senso di sicurezza incoraggiante". L'alba del quarto giorno preannuncia col suo caldo e umido alito da Sud, che sarà una giornata faticosa, anzi "la più dura di tutto il giro". C'è qualcosa che non va.... Il vento non viene da dove dovrebbe secondo le previsioni di Alberto, anzi soffia, quasi con un ghigno di scherno, esattamente da dove si deve andare. La frustrazione per il cambiamento di programma obbliga Alberto a riflettere sulla strategia da seguire: "la mia rotta per l'isola del Toro sarebbe 110°. La rotta che riesco a tenere è 55 - 60°, a volte meno. Virare a andare verso sud non ha senso, se il Maestrale entra forte è meglio posizionarsi a nord."Il vento aumenta, si deve mettere un'altra mano di terzaroli alla randa. È faticoso questo mare, Alberto è stanco e teso. "Non sono lucido, mi capita di inciampare. Prendo una storta volando nel pozzetto dopo aver preso la seconda mano; poco dopo scivolo e cado di faccia sulla maniglia del winch. Passo la mano sulla ferita, niente di grave". Ok, è tempo di chiudere gli occhi, riprendere energie.
 
La gestione del sonno e della stanchezza è sicuramente un punto fondamentale su cui Alberto deve lavorare in vista di regate oceaniche lunghe. Il pomeriggio del quarto giorno il fastidioso vento sul naso non accenna a girare e Alberto chiama Andrea Boscolo, l'appoggio meteo a terra, chiedendogli un consiglio. «Purtroppo ti sta passando un fronte nuvoloso sopra la testa, è possibile che stia ruotando la direzione del vento. Stai su questa rotta ancora due ore, poi se non ti molla vai verso Sud». Le due ore passano e niente cambia. O meglio, cambia l'orizzonte, si apre e si schiarisce e Alberto azzecca la scelta di continuare ancora su quella rotta senza senso. All'imbrunire finalmente si stabilisce un ovest che permette di scendere, in rotta, sulla Sardegna. All'alba del quinto giorno si scorge in lontananza l'isola del Toro: un altro fondamentale passaggio è stato raggiunto, il più difficile è alle spalle ormai.
 
"Sento dentro di me una forza che mi svuota, l'animale umano che ha recuperato il vigore della sua sensorialità. L'uomo frastornato dalla prossimità con le forze che governano la vita, scavato in profondità per poterle accogliere. Ora unico vero artefice del suo destino. La natura svela l'inganno del nostro nascondiglio, purifica la percezione delle cose dall'abitudine indurita, restituisce allo sguardo una visione limpida della realtà". Miglia dopo miglia, Golden Apple porta Alberto a solcare un'ennesima volta di più il Mar Tirreno, la "culla" della sua vita in barca.
 
Il sesto giorno di navigazione Eolo decide che non è ancora finito il tempo delle prove, delle iniziazioni, ed ecco che costringe Alberto ad una fastidiosa bolina, obbligando ad un faticoso fuori rotta. Solo verso sera il vento gira e Golden Apple può puntare placida verso le isole Pontine. "Che felicità correre in rotta! E' proprio come nei libri dei grandi navigatori: le gioie dei marinai sono semplici. Il mare si calma e il nuovo vento favorevole lo segna appena, increspando delle piccole onde secondarie. La notte prende possesso del mio mondo galleggiante di sei metri e mezzo, la luna illumina a giorno le tre vele issate che trascinano la barca in questo momento magico. Il pensiero mi porta a ricordare quelle persone verso cui nutro un affetto profondo, e mi rendo conto che è come se fossero qui con me".
 
Il settimo giorno alle 15.00 Alberto passa l'isola di Zannone, che rappresenta per lui "la riuscita di una piccola impresa personale." Sul diario di bordo scrive: «Per me la qualifica finisce qui. Bravo Alberto. Brava Golden Apple». I paesaggi e gli orizzonti sono ormai familiari, e dopo una serata di pètole nell'Arcipelago Toscano, il 6 di luglio passa l'isola d'Elba, ormai quasi a casa. Alberto e Golden Apple attraccano al pontile dello Yacht Club di Genova il 7 luglio alle 08.30 dopo quasi dieci giorni di navigazione, con mille miglia in più dietro e dentro di sé e tante riflessioni che svolazzano in una mente ormai rasserenata.
 
"L'uomo va per mare perché è una sfida. Ma non sfida la natura, sfida se stesso. Oltrepassa i limiti per trovarsi e per migliorarsi, parte perché riconosce in quel movimento pericoloso, la possibilità di creare uno spazio interiore necessario per godere la vita qui, adesso, nella sua quotidianità. Quando i confini di questo spazio cominciano a dissolversi, bisogna ripartire. E anche navigare in solitario, con una piccola barca sul grande mare, diviene metafora di vita". (Francesca Pradelli)

CHI E' ALBERTO BONA
Alberto, nato a Torino, conosce bene la dedizione che necessita lo sport ad alto livello. Dopo aver praticato tanti anni di sci agonistico passa allo snowboard dove si toglie qualche soddisfazione, riuscendo ad ottenere una sponsorizzazione che gli permette di portare avanti la passione per la montagna. Da sempre appassionato di vela segue la passione sportiva in concomitanza agli studi universitari conclusi nel 2011. Lo sport come avventura ed esperienza di vita che alimenta le emozioni e permette di raccontare delle belle storie. La dimensione sportiva ha permesso ad Alberto di condividere valori importanti, imparando a gestire un progetto con dedizione e professionalità, gestendo la comunicazione e la collaborazione con le persone in vista della concretizzazione di un obiettivo comune.
Oggi si sta preparando ad una nuova sfida: dopo tanti anni di regate in mediterraneo e atlantico ha scelto di dedicarsi alle regate oceaniche, navigando dal 2010 sui mini 6,50. La sfida è incominciata nel 2012 con l'obiettivo di dare vita a un progetto solido in vista della prossima regata oceanica Transat 6.50, per incominciare un'avventura unica insieme ai sostenitori che si associeranno e contribuiranno alla realizzazione dell'impresa. Più di 30.000 miglia percorse in Mediterraneo e Atlantico. Dopo aver acquisito i fondamentali sulle derive si avvicina presto alle regate su cabinati e alla navigazione alturiera, dove matura esperienza anche in ambito lavorativo portando avanti in concomitanza gli studi intrapresi. Dal 2010 naviga sui Minitransat partecipando alle regate di classe in mediterraneo e atlantico.

Commenti

charlie (non verificato)

Bravo Albi!! sono molto fiero di Te, molto bello anche il racconto e le Tue grandi sfide, un abbraccio