Storia | Regata > Coppa America
28/03/2012 - 15:53
America's Cup, tagli e licenziamenti
America's Cup, tagli e licenziamenti
Aiuto, mi si è
ristretta la Coppa!
ristretta la Coppa!
Fatturato in calo, tv flop. ACEA, l'autorità organizzatrice, corre ai ripari. Ridimensionato il CEO Richard Worth. Licenziato un quarto del personale. Colpiti soprattutto marketing e comunicazione. E Oracle deve rinegoziare l'accordo con la città di San Francisco. Alla vigilia di Napoli, Coutts è sulla graticola
L'Authority che gestisce la Coppa America, per conto di Oracle Racing e Golden Gate YC, ovvero Larry Ellison e Russell Coutts, vive momenti difficili dal punto di vista finanziario. Per strano che possa suonare, anche il magnate californiano e la sua pantagruelica organizzazione simile a una "Spectre" della vela, sono costretti a fare i conti con la crisi, come una qualunque federazione sportiva o una azienda. In questi giorni ACEA (America's Cup Event Authority) ha annunciato che sarà costretta a licenziare 28 membri dello staff, circa un quarto del proprio personale, a causa dell'ormai evidente ridimensionamento dell'evento previsto per il 2013 a San Francisco. A perdere il lavoro sarebbero 14 impiegati della sede di San Francisco e altri 14 presso altri uffici internazionali. In particolare sono colpiti i settori della tecnologia, dell'informazione, il marketing e la comunicazione.
L'organizzazione ha anche detto che punta all'approvazione rapida di un nuovo accordo con la città di San Francisco. "Dobbiamo garantire il pareggio di bilancio", ha detto Stephen Barclay, CEO ad interim, che ha aggiunto: "Abbiamo preso questi provvedimenti per aumentare l'efficienza e garantire che forniremo un evento importante ed emozionante sia per il mondo della vela che per San Francisco."
Il ridimensionamento degli organizzatori della Coppa America segue l'annuncio fatto il mese scorso sulla impossibilità di onorare l'impegno per 111 milioni di dollari necessari per le riparazioni delle banchine degradate a San Francisco, e previsto dal contratto iniziale con la città. I licenziamenti sono stati annunciati durante il fine settimana, dopo che un rapporto della città la scorsa settimana aveva denunciato la diminuzione dei servizi e dei concorrenti e di conseguenza degli investimenti in infrastrutture da parte degli organizzatori.
Il nuovo accordo prevede che sia il porto di San Francisco ad investire 22 milioni di dollari in riparazioni, infrastrutture e costruzioni, e sarà votato in questi giorni dal Consiglio della città. La spesa comprende quasi 8 milioni di dollari per cinque basi dei team, e 7 milioni di dollari per un terminal crociere. E' una sorta di conferma ufficiale e operativa sul numero effettivo di consorzi che si contenderanno la 34ma Coppa America. Il numero di 5 team (e 5 basi) riguarderebbe gli sfidanti, che al momento sembrano solo 3 (Artemis, Emirates Team New Zealand e Luna Rossa), ai quali potrebbero aggiungersi un team francese e i coreani.
Decisamente ridimensionato anche il ruolo di Richard Worth, non più CEO dell'intera organizzazione, il quale ha ora il solo incarico di garantire la copertura televisiva internazionale per l'evento. Worth il mese scorso aveva dichiarato in una intervista alle pagine economiche del Times di San Francisco che è stato "dannatamente difficile" trovare sponsorizzazioni internazionali. Come è noto l'unica copertura finora siglata riguarda la britannica Sky TV che si è impegnata a trasmettere 12 ore in diretta delle regate della tappa di Napoli.
La situazione dei diritti tv, del resto, è complicata anche in Italia. Più volte durante le trattative i network italiani coinvolti (RAI, Mediaset, La7 e Sky) avrebbero abbandonato il tavolo in polemica con le richieste esose degli americani. E adesso a quanto pare sarebbero rimasti in corsa solo Mediaset e Rai Sport. Una decisione, in volata, è attesa nei prossimi giorni.
"Avremmo preferito che Richard Worth potesse concentrare la sua attenzione per procurare delle entrate", ha detto Stephen Barclay, direttore di ACEA, al San Francisco Chronicle. "Vogliamo ottenere l'interesse delle emittenti di tutto il mondo e convincerle a pagare per avere in cambio immagini di grande qualità". Barclay ha aggiunto che la sua organizzazione sta attualmente pagando (per quanto somme minime) il network statunitense NBC per trasmettere qualche sintesi dei match di esibizione".
L'organizzazione avrebbe anche cercato di trasferire un match di esibizione in programma per questa estate da San Francisco a New York per suscitare una maggiore attenzione dei media USA, ma l'operazione a quanto pare non ha funzionato. Altro elemento negativo è la perdita dell'accesso previsto al sito ufficiale di San Francisco.
"Il financial package non è quello che avevamo previsto e pianificato, ma siamo impegnati a guardare avanti, perché crediamo sempre che questo evento velico sarà fantastico per i team, i velisti e marinai di tutto il mondo e per tutti gli abitanti di San Francisco", ha concluso Barclay.
SCENARI E PREOCCUPAZIONI
Insomma, anche l'America's Cup del ricchissimo Larry Ellison, come la vela e tanti altri settori dell'economia globale, soffre a causa della crisi. Ma è solo questo? E' davvero solo la mancata ripresa mondiale alla base del ridimensionamento del massimo evento della vela? Non si può non considerare le ragioni di chi, sin dall'inizio, ha (più o meno sommessamente) avanzato qualche dubbio sulla validità delle scelte radicali di Coutts & Ellison, a partire dalla madre di tutte le scelte, quella in favore dei catamarani quale nuova AC Class. E non per una questione di costi. Se è vero - come le ultime news stanno a dimostrare - che il flop più evidente riguarda il coinvolgimento dei media, come si potrà giustificare (ancora) la preferenza ai multiscafi, basata proprio sulla presunta maggiore spettacolarizzazione delle regate?
La domanda resta sul tappeto, e c'è da scommettere che sarà il tema di discussione più in voga nei prossimi mesi e forse per l'intera durata della XXXIV America's Cup. E alla sua conclusione raggiungerà il culmine: se dovessero vincere i neozelandesi, il progetto (già endorsato da Luna Rossa, che sarebbe il nuovo Challenger of Record) è di ripristinare una Coppa "tradizionale", con monoscafi moderni ad Auckland. Se vincesse Artemis, ci sarà da valutare quanto Paul Cayard sia legato all'amico Russell Coutts, confermando i cat per la difesa magari a Marstrand, o se potrà essere l'uomo in grado di recepire le istanze maggioritarie del mondo velico e ripristinare una Coppa "vecchio stile". Ma se vincesse il defender Oracle (e resta di gran lunga l'ipotesi più probabile), sarebbe difficile un ritorno al passato, dopo gli investimenti sui cat e le ali rigide. A meno che San Francisco 2013 si dimostri un colossale "fiasco" economico, mediatico e sportivo. Con Larry Ellison sostanzialmente impegnato altrove, ad essere sulla graticola è soprattutto Sir Russell Coutts, ex enfant prodige e supervincente Mr. Coppa America. La sua scommessa più temeraria, adesso, rischia di portare tutti fuori strada.
La Coppa America che per 160 anni ha retto a tutti i passaggi epocali, sociali ed economici, vive due anni ad alto rischio. Noi speriamo di vederla trionfare ancora, perché il suo ruolo è indispensabile all'intero movimento dello yachting. E Napoli (tra pochi giorni) sarà un primo appuntamento di questa stagione di emozioni. (Fabio Colivicchi)
L'Authority che gestisce la Coppa America, per conto di Oracle Racing e Golden Gate YC, ovvero Larry Ellison e Russell Coutts, vive momenti difficili dal punto di vista finanziario. Per strano che possa suonare, anche il magnate californiano e la sua pantagruelica organizzazione simile a una "Spectre" della vela, sono costretti a fare i conti con la crisi, come una qualunque federazione sportiva o una azienda. In questi giorni ACEA (America's Cup Event Authority) ha annunciato che sarà costretta a licenziare 28 membri dello staff, circa un quarto del proprio personale, a causa dell'ormai evidente ridimensionamento dell'evento previsto per il 2013 a San Francisco. A perdere il lavoro sarebbero 14 impiegati della sede di San Francisco e altri 14 presso altri uffici internazionali. In particolare sono colpiti i settori della tecnologia, dell'informazione, il marketing e la comunicazione.
L'organizzazione ha anche detto che punta all'approvazione rapida di un nuovo accordo con la città di San Francisco. "Dobbiamo garantire il pareggio di bilancio", ha detto Stephen Barclay, CEO ad interim, che ha aggiunto: "Abbiamo preso questi provvedimenti per aumentare l'efficienza e garantire che forniremo un evento importante ed emozionante sia per il mondo della vela che per San Francisco."
Il ridimensionamento degli organizzatori della Coppa America segue l'annuncio fatto il mese scorso sulla impossibilità di onorare l'impegno per 111 milioni di dollari necessari per le riparazioni delle banchine degradate a San Francisco, e previsto dal contratto iniziale con la città. I licenziamenti sono stati annunciati durante il fine settimana, dopo che un rapporto della città la scorsa settimana aveva denunciato la diminuzione dei servizi e dei concorrenti e di conseguenza degli investimenti in infrastrutture da parte degli organizzatori.
Il nuovo accordo prevede che sia il porto di San Francisco ad investire 22 milioni di dollari in riparazioni, infrastrutture e costruzioni, e sarà votato in questi giorni dal Consiglio della città. La spesa comprende quasi 8 milioni di dollari per cinque basi dei team, e 7 milioni di dollari per un terminal crociere. E' una sorta di conferma ufficiale e operativa sul numero effettivo di consorzi che si contenderanno la 34ma Coppa America. Il numero di 5 team (e 5 basi) riguarderebbe gli sfidanti, che al momento sembrano solo 3 (Artemis, Emirates Team New Zealand e Luna Rossa), ai quali potrebbero aggiungersi un team francese e i coreani.
Decisamente ridimensionato anche il ruolo di Richard Worth, non più CEO dell'intera organizzazione, il quale ha ora il solo incarico di garantire la copertura televisiva internazionale per l'evento. Worth il mese scorso aveva dichiarato in una intervista alle pagine economiche del Times di San Francisco che è stato "dannatamente difficile" trovare sponsorizzazioni internazionali. Come è noto l'unica copertura finora siglata riguarda la britannica Sky TV che si è impegnata a trasmettere 12 ore in diretta delle regate della tappa di Napoli.
La situazione dei diritti tv, del resto, è complicata anche in Italia. Più volte durante le trattative i network italiani coinvolti (RAI, Mediaset, La7 e Sky) avrebbero abbandonato il tavolo in polemica con le richieste esose degli americani. E adesso a quanto pare sarebbero rimasti in corsa solo Mediaset e Rai Sport. Una decisione, in volata, è attesa nei prossimi giorni.
"Avremmo preferito che Richard Worth potesse concentrare la sua attenzione per procurare delle entrate", ha detto Stephen Barclay, direttore di ACEA, al San Francisco Chronicle. "Vogliamo ottenere l'interesse delle emittenti di tutto il mondo e convincerle a pagare per avere in cambio immagini di grande qualità". Barclay ha aggiunto che la sua organizzazione sta attualmente pagando (per quanto somme minime) il network statunitense NBC per trasmettere qualche sintesi dei match di esibizione".
L'organizzazione avrebbe anche cercato di trasferire un match di esibizione in programma per questa estate da San Francisco a New York per suscitare una maggiore attenzione dei media USA, ma l'operazione a quanto pare non ha funzionato. Altro elemento negativo è la perdita dell'accesso previsto al sito ufficiale di San Francisco.
"Il financial package non è quello che avevamo previsto e pianificato, ma siamo impegnati a guardare avanti, perché crediamo sempre che questo evento velico sarà fantastico per i team, i velisti e marinai di tutto il mondo e per tutti gli abitanti di San Francisco", ha concluso Barclay.
SCENARI E PREOCCUPAZIONI
Insomma, anche l'America's Cup del ricchissimo Larry Ellison, come la vela e tanti altri settori dell'economia globale, soffre a causa della crisi. Ma è solo questo? E' davvero solo la mancata ripresa mondiale alla base del ridimensionamento del massimo evento della vela? Non si può non considerare le ragioni di chi, sin dall'inizio, ha (più o meno sommessamente) avanzato qualche dubbio sulla validità delle scelte radicali di Coutts & Ellison, a partire dalla madre di tutte le scelte, quella in favore dei catamarani quale nuova AC Class. E non per una questione di costi. Se è vero - come le ultime news stanno a dimostrare - che il flop più evidente riguarda il coinvolgimento dei media, come si potrà giustificare (ancora) la preferenza ai multiscafi, basata proprio sulla presunta maggiore spettacolarizzazione delle regate?
La domanda resta sul tappeto, e c'è da scommettere che sarà il tema di discussione più in voga nei prossimi mesi e forse per l'intera durata della XXXIV America's Cup. E alla sua conclusione raggiungerà il culmine: se dovessero vincere i neozelandesi, il progetto (già endorsato da Luna Rossa, che sarebbe il nuovo Challenger of Record) è di ripristinare una Coppa "tradizionale", con monoscafi moderni ad Auckland. Se vincesse Artemis, ci sarà da valutare quanto Paul Cayard sia legato all'amico Russell Coutts, confermando i cat per la difesa magari a Marstrand, o se potrà essere l'uomo in grado di recepire le istanze maggioritarie del mondo velico e ripristinare una Coppa "vecchio stile". Ma se vincesse il defender Oracle (e resta di gran lunga l'ipotesi più probabile), sarebbe difficile un ritorno al passato, dopo gli investimenti sui cat e le ali rigide. A meno che San Francisco 2013 si dimostri un colossale "fiasco" economico, mediatico e sportivo. Con Larry Ellison sostanzialmente impegnato altrove, ad essere sulla graticola è soprattutto Sir Russell Coutts, ex enfant prodige e supervincente Mr. Coppa America. La sua scommessa più temeraria, adesso, rischia di portare tutti fuori strada.
La Coppa America che per 160 anni ha retto a tutti i passaggi epocali, sociali ed economici, vive due anni ad alto rischio. Noi speriamo di vederla trionfare ancora, perché il suo ruolo è indispensabile all'intero movimento dello yachting. E Napoli (tra pochi giorni) sarà un primo appuntamento di questa stagione di emozioni. (Fabio Colivicchi)
fcolivicchi