PROFILO

03/07/2012 - 16:50

Voglia di vento (almeno un media, ogni tanto...)

Brani da non perdere e da assaporare da un magazine del Corriere della Sera. Che finalmente parla di vela in modo positivo
 
Virginio Briatore, blogger, fotografo e scrittore di viaggi, sul magazine CA Casamica del Corriere della Sera, ha scritto sulla rubrica "Breviario Mediterraneo" un pezzo intitolato "Voglia di Vento", nel quale si parla (finalmente!) di vela. Sono belle parole, che stimolano sensazioni positive e vanno bene a tutte le età. Poiché non capita spesso (anzi!) di leggere di vela sui media, e ancor meno di leggerne in termini positivi e coinvolgenti, ritengo giusto riproporvi qui alcuni brani di quell'articolo.
 
"Lungo i 7.500 km di coste della penisola italiana, costellate da 202 isole, di cui una sessantina abitate, si odono diversi bambini parlare di un identico sogno: andare all'orizzonte!
(...)
"Storia e mare in Italia si prendono per mano, dal mito di Enea che sbarca sul Tirreno ai Romani che imparano a costruire navi da Fenici, Greci e Cartaginesi, dalle Repubbliche di Venezia e Genova che si contendono il Mediterraneo, sino a Garibaldi che per unificare la penisola sceglie la via del mare e per finire il suo viaggio terreno un'isola selvaggia e ventosa.
 (...)
"Vela è libertà, oggi più di prima. E' lo spazio vuoto per chi sa navigare, il punto di incontro tra tecnica e poesia, coraggio e narrazione, scoperta e fatica. La barca a vela è ingegneria e design, veicolo e casa, macchina eolica e vita di famiglia, che (...) si rende accessibile allo stesso prezzo di un bilocale al mare o di due belle automobili!"

 
L'articolo di Virginio Briatore prosegue poi analizzando la storia del cantiere triestino Italia Yachts, esempio di artigianato e imprenditorialità legata alla cultura del mare.
 
Insomma, come detto, un bell'articolo e un bel modo per sollecitare le sensazioni positive verso la vela e il mare. Grazie a Virginio Briatore. Ma voglio chiudere questo piccolo e doveroso "cammeo" con il brano che l'autore mette all'incipit del servizio, tratto da un volume che porta il nome della rubrica ("Breviario Mediterraneo", dello scrittore Predrag Matvejevic (Garzanti, 1991). Mi sembra molto adatto a una chiusura.
 
"Prima ci muoviamo su piccole barche, lungo la riva, sotto la sorveglianza di coloro che ne sanno di più in fatto di mare, cui ubbidiamo o che imitiamo. Poi si prosegue, a remi, a vela e chissà ancora come, e poi ancora più avanti, talvolta correndo rischi più o meno grandi. E infine iniziamo una vera navigazione, con una barca che si trova in porto per caso o con quella che abbiamo atteso a lungo, con l'equipaggiamento che ci è toccato o che ci siamo procurati da soli. Anche i più grandi naviganti sono partiti così. Gli uni partono per sempre, gli altri tornano."
 
Rileggetelo tutte le volte che volete, e poi ditemi se non rende l'idea di come la vela sia la migliore metafora della vita.

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