PROFILO

27/10/2010 - 11:30

Poca Italia all'ISAF...

Manca un amanciata di giorni all'Annual Conference dell'ISAF - la federvela internazionale - ad Atene. Potete leggere sul Magazine di Saily la preview accurata e completa di Angela Rodi: sarà una conferenza annuale ricca di temi e decisioni importanti, su tutte quella della probabile riammissione del multiscafo alle Olimpiadi.

Il ruolo dell'ISAF nell'organizzazione dello sport della vela, nelle scelte di politica generale che poi riguardano ogni singola nazione, è cresciuto negli anni, anche grazie alla globalizzazione del pianeta e allo sviluppo di forme di partecipazione e democratizzazione dell'ente. Da ristretta cerchia di blazer blu, l'ISAF è divenuto un organismo molto ampio, per certi versi confuso, ma che discute e delibera su una grande varietà di argomenti i quali influenzano le attività di chiunque abbia a che fare con lo sport velico nei cinque continenti. Le lobby e la politica contano ancora, come i rapporti personali, le conoscenze dirette, gli approfondimenti di temi e relazioni.

Purtroppo ho la sensazione - spero contraddetta da qualche fatto positivo - che la Nuova FIV non abbia un approccio costruttivo alla sua partecipazione nell'ISAF. La FIV è sostanzialmente assente nell'ISAF, priva di una presenza forte, visibile, propositiva. E questo, nonostante abbia ereditato dalla "vecchia" FIV un tessuto di tutto rispetto, con un vice presidente ISAF (Alberto Predieri) che ha mantenuto un posto importante alla nostra vela dopo gli anni della vicepresidenza dell'indimenticata Signora Nucci Novi Ceppellini, e qualche presenza di spicco comprese alcune presidenze di Committee o sub-Committee.

Nel Council, che è l'organo più importante con l'Executive (dove c'è per l'appunto il vicepresidente Predieri) siede ancora Sergio Gaibisso, che può sempre avvalersi della possibilità di nominare un "alternate member". E nell'Events Committee, l'altro comitato chiave del processo decisionale dell'ISAF, siede Gianfranco Busatti. Presidente e vice presidente della "vecchia" FIV rappresentano la vela italiana a livello internazionale. Con quali deleghe? Con quale coordinamento centrale? Qual è, se c'è, la linea di politica estera della vela italiana? A chi spetterebbe tracciarla?

In attesa di trovare risposte a queste domande, a ogni riunione dell'ISAF si ripete uno strano balletto: il Consiglio federale dovrebbe decidere (c'è nei suoi ordini del giorno) la lista dei delegati da inviare. Il Consiglio alla fine delega, e poi, un po' per la continua ansia di risparmiare, un po' per politica, i delegati ai quali viene pagata la trasferta sono pochini. Una manciata. Per di più in ordine sparso, senza il coordinamento di cui sopra. Una pattuglia sparuta e senza ordini. Quali risultati per la vela italiana a livello internazionale possiamo aspettarci da questa situazione?

Speriamo sempre in un "risveglio" generale...

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