blog | Di Fabio Colivicchi
16/09/2011 - 16:32
Napoli + Venezia, quanta Coppa quaggiù!
Plymouth-Il momento della firma dell'accordo con Napoli

Dopo Venezia, arriva anche l'accordo con Napoli. Tra 2012 e 2013, quattro volte America's Cup World Series in Italia! Dal nulla, siamo all'overdose di America's Cup in Italia.
Dal nulla, siamo all'overdose di America's Cup in Italia. Dopo Venezia, col blitz del sindaco-velista Orsoni (è anche il presidente della Compagnia della Vela) e di Alberto Sonino (velista a tutto tondo e imprenditore del mare con il Polo Nautico della Certosa Vento di Venezia), ecco arrivare, annunciato ma potente, il contropiede di Napoli.
Il sindaco De Magistris, che si è scoperto appassionato di vela, l'aveva promesso proprio all'indomani dell'annuncio di Venezia, e si era anche un po' arrabbiato con l'associazione degli industriali che gli aveva fatto eccessive promesse. Così il team napoletano è volato a Plymouth e ha siglato l'accordo.
Da zero a tanta Italia in Coppa: fuori il Challenger of the Record originale di questa edizione, Mascalzone Latino, sembravano tramontate anche le speranze di una tappa in Italia; fuori poi malamente Venezia Challenge, sembrava che il tricolore proprio non si addicesse a questa edizione del trofeo sportivo più antico del mondo.
Ma vallo a sapere come finiscono certe storie... Forse non ci sono abbastanza soldi per una sfida o due. Ma per ospitare una tappa o due, i soldi si trovano. E a cercarli si mettono in tanti. Bipartisan. Alla faccia del momentaccio dell'economia, della finanza, delle Borse, della Manovra...
Così da zero Italia siamo quasi all'overdose. Si comincia presto, ad aprile del 2012, proprio a Napoli. Il golfo, il Vesuvio, la tradizione velica della città, l'entusiasmo espresso subito da un uomo simbolo di questo sport a Napoli come Pippo Dalla Vecchia, gli scenari con Capri, Ischia e Procida, la possibilità di usare la location di Bagnoli che era candidata alla Coppa (vera)... insomma tutto fa immaginare una bella storia tra l'America's Cup World Series e la città. Magari dando anche una spinta alla possibile candidatura di Napoli a ospitare le regate dell'eventuale Olimpiade di Roma 2020 (come fu nel 1960).
Poi solo un mese dopo il circo si trasferisce armi e bagagli a Venezia. Panorami, storia, suggestioni e architetture senza pari nel mondo. I cat AC45 ormeggiati nell'Arsenale! La Coppa America a Venezia è il sogno di Raul Gardini che si realizza, è l'incontro di una cultura marinara millenaria con il trofeo che esprime l'eccellenza della vela... Insomma un altro prevedibilissimo successo.
Tra aprile e maggio 2012 tanta Coppa in Italia, e neanche un team italiano da applaudire. Davvero? E se invece ci fosse Luna Rossa? L'ipotesi è ormai sempre più concreta, e i miglioramenti del team Extreme 40 di Max Sirena sono una ulteriore spinta nella testa di Patrizio Bertelli. Una Luna Rossa fiammante al via dell'AC World Series seconda fase (2012-2013) con un AC45 già pronto per gli eredi del Silver bullett di Francesco de Angelis e Torben Grael che incantarono anche gli specialisti kiwi, è insomma il regalo finale di questa nuova primavera di amorosi sensi tra l'Italia e l'America's Cup.
Dal nulla, siamo all'overdose di America's Cup in Italia. Dopo Venezia, col blitz del sindaco-velista Orsoni (è anche il presidente della Compagnia della Vela) e di Alberto Sonino (velista a tutto tondo e imprenditore del mare con il Polo Nautico della Certosa Vento di Venezia), ecco arrivare, annunciato ma potente, il contropiede di Napoli.
Il sindaco De Magistris, che si è scoperto appassionato di vela, l'aveva promesso proprio all'indomani dell'annuncio di Venezia, e si era anche un po' arrabbiato con l'associazione degli industriali che gli aveva fatto eccessive promesse. Così il team napoletano è volato a Plymouth e ha siglato l'accordo.
Da zero a tanta Italia in Coppa: fuori il Challenger of the Record originale di questa edizione, Mascalzone Latino, sembravano tramontate anche le speranze di una tappa in Italia; fuori poi malamente Venezia Challenge, sembrava che il tricolore proprio non si addicesse a questa edizione del trofeo sportivo più antico del mondo.
Ma vallo a sapere come finiscono certe storie... Forse non ci sono abbastanza soldi per una sfida o due. Ma per ospitare una tappa o due, i soldi si trovano. E a cercarli si mettono in tanti. Bipartisan. Alla faccia del momentaccio dell'economia, della finanza, delle Borse, della Manovra...
Così da zero Italia siamo quasi all'overdose. Si comincia presto, ad aprile del 2012, proprio a Napoli. Il golfo, il Vesuvio, la tradizione velica della città, l'entusiasmo espresso subito da un uomo simbolo di questo sport a Napoli come Pippo Dalla Vecchia, gli scenari con Capri, Ischia e Procida, la possibilità di usare la location di Bagnoli che era candidata alla Coppa (vera)... insomma tutto fa immaginare una bella storia tra l'America's Cup World Series e la città. Magari dando anche una spinta alla possibile candidatura di Napoli a ospitare le regate dell'eventuale Olimpiade di Roma 2020 (come fu nel 1960).
Poi solo un mese dopo il circo si trasferisce armi e bagagli a Venezia. Panorami, storia, suggestioni e architetture senza pari nel mondo. I cat AC45 ormeggiati nell'Arsenale! La Coppa America a Venezia è il sogno di Raul Gardini che si realizza, è l'incontro di una cultura marinara millenaria con il trofeo che esprime l'eccellenza della vela... Insomma un altro prevedibilissimo successo.
Tra aprile e maggio 2012 tanta Coppa in Italia, e neanche un team italiano da applaudire. Davvero? E se invece ci fosse Luna Rossa? L'ipotesi è ormai sempre più concreta, e i miglioramenti del team Extreme 40 di Max Sirena sono una ulteriore spinta nella testa di Patrizio Bertelli. Una Luna Rossa fiammante al via dell'AC World Series seconda fase (2012-2013) con un AC45 già pronto per gli eredi del Silver bullett di Francesco de Angelis e Torben Grael che incantarono anche gli specialisti kiwi, è insomma il regalo finale di questa nuova primavera di amorosi sensi tra l'Italia e l'America's Cup.
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