blog | Di Marco Cambi
27/01/2017 - 13:14
Italiani e Francesi separati non dalle Alpi ma dall'Oceano.
Si dice che noi e i francesi siamo cugini, non è un caso che l'aggettivo transalpini si riferisca proprio a loro. Li osservo mentre cammino sul molo di Les Sables d'Olonne, in mezzo ad una folla che attende l'arrivo del vincitore della Vendée Globe, la regata attorno al mondo dei solitari della vela, detta l'Everest della Vela per cercare di rendere l'idea ai profani. Per un italiano, per quanto appassionato di Vela e per quanto esaltato dall'attesa e dallo spettacolo, i francesi d'oceano appaiono tutt'altro che cugini. Non serve conoscere perfettamente la travagliata storia della Bretagna per capire come questa regione sia stata patria di marinai e navigatori grazie alla sua posizione strategica per gli scambi commerciali tra il mari del nord e quelli del sud e come l'oceano abbia segnato la loro storia.
Anche grazie a queste secolari tradizioni marinaresche adesso sono in migliaia assiepati lungo i due moli che costeggiano il canale d'ingresso del porto, in religioso silenzio aspettano la passerella del vincitore, qualcuno si è organizzato con delle scale per vedere, molti si affacciano dalle finestre di casa. Sono sbucati non sappiamo da dove, perché al Villaggio del Vendée, ad un paio di chilometri di distanza, più tardi ne vedremo solo una piccola parte. Eppure sono lì ed aspettano il passaggio del vincitore nel canale, in un rito di attesa e di testimonianza che si ripeterà per tutti i marinai che arriveranno oggi, domani, tra qualche settimana. Quello che mi colpisce di più è il silenzio (poco italiano) di questa attesa, il loro modo di salutare i marinai che rientrano.
No, non siamo cugini, certamente non siamo cugini di questi francesi d'oceano, noi italiani conosciamo poco dell'oceano, delle maree, dei moli frangiflutti alti oltre dieci metri che proteggono i porti, delle chiuse, delle correnti, delle burrasche e delle torbide acque che levigano queste coste.
A sottolineare ancora di più questa differenza tra noi e loro, ci sono le centinaia di derive in rimessaggio che troviamo proprio dietro al molo assiepato di gente, derive ovunque, in un area più grande di un campo di calcio. Sono di fronte all'oceano che resta facilmente accessibile tramite un enorme scivolo che arriva in spiaggia, ce ne sono probabilmente più di quante se ne possano trovare in Italia setacciando decine di chilometri di costa.
Probabilmente qualcuno dei protagonisti della Vendée Globe che sono ancora in regata, avrà iniziato a veleggiare proprio su una di queste derive. Girandomi intorno vedo da una parte migliaia di persone in silenzio che aspettano il vincitore della regata, dall'altra tutte queste derive, penso a quante differenze siano condensate in pochi metri.
Forse possiamo anche appassionarci di Vela, ma potremo mai essere (velisticamente parlando) come questi francesi? Siamo separati non dalle Alpi ma dall'Oceano che ha scavato questo abisso velico tra di noi. Non ci resta che ammirare e provare ad imparare.
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