PROFILO

11/02/2014 - 23:19

Il popolo del mare - 2

Tom e Jan meritano un blog tutto per loro. Di storie così non se ne incontrano molte. Americani del nord-ovest, da giovani sposi per 9 anni hanno speso serate e weekend a costruirsi la loro barca, o per meglio dire il loro sogno di vita, nel cortile di casa, come in certi libri di avventure.

Tom, carpentiere e saldatore, se l'è fatta in ferrocemento, cioè in cemento armato spesso 4 cm, con dentro un'armatura di filo di acciaio sagomato a forma di carena. E poi la cabina di legno sopra, due alberi, gli interni, gli impianti, le vele, ecc ecc. fino allo scalo per il varo, nell'88. Tutto lui e Jan. Anche i pezzi speciali dell'attrezzatura, disegnati e fatti fondere in bronzo.

E poi via, prima le acque di casa, Canada, Alaska, Oregon. Poi il Pacifico, le Marchesi, le Figi, le Tuamotu. La Nuova Zelanda. L'Australia. Si fermano a Guam, base e territorio americano, per lavorare 12 anni. Poi Filippine, Malesia, l'Indiano, il Sud Africa, l'Atlantico, il Brasile e adesso, solo adesso, i Caraibi. Sempre con la loro barca di 12 metri e 18 tonnellate, sempre con lo stesso motore dell'88 da 18 cavalli..

Praticamente ne so più io di loro, di queste isole. Posso ricambiare i loro racconti infiniti con qualche consiglio locale: di godersi st. Vincent finché possono, verde e selvaggia. Di evitare scali troppo turistici e costosi. Di puntare piuttosto su Dominica e Barbuda. Forse ci ritroveremo a Panama a maggio.

Vorrebbero chiudere il giro, per i 70 anni di Tom, lasciare la barca della loro vita e ritirarsi al caldo, a Guam, in una casa a prova di cicloni, senza meteo da ascoltare ogni giorno, senza ancore da controllare ad ogni ormeggio, senza manutenzioni, controlli e riparazioni continue...








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