Finalmente, al terzo ancoraggio e dopo una settimana, siamo entrati nello spirito del luogo. Le San Blas sono senza dubbio delle isole speciali, così basse sul mare, coperte di palme e mangrovie, disseminate in un labirinto di coralli e bassifondi di sabbia a formare un'unica laguna lungo la costa nord di Panama. I pochi indiani Kuna che le abitano vivono di pesca e raccolta delle noci di cocco, le famiglie nelle loro capanne di foglie di palma, gli uomini più spesso a pesca in delle loro canoe di tronchi scavati la cui stabilità sembra un miracolo impossibile.
Oggi finalmente, a Cayo Hollandes, un ridosso perfetto, poco vento, sole pieno, colori vivi, poche altre barche, mare turchese di infinite gradazioni, silenzio e natura perfetta. Alcuni (direi ex) navigatori si sono fermati in questi paraggi ormai da 10 o 15 anni, ma sono come i roulottisti che levano le ruote al loro mezzo a si piazzano in un campeggio che, seppur bello, non ha più nulla del viaggio e della scoperta. La maggior parte però se le gode come noi 2 o 3 settimane e poi, come ogni navigante vero, pensa già alla prossima meta. Ma anche noi oggi siamo come i roulottisti, fermi nel relax assoluto, una nuotata, un'insalata, poi un pisolino e dopo meglio cominciare a pensare alla cena. Questa sera pasta con la bottarga del capone imperiale pescato la scorsa settimana e messa sotto sale. Ieri aragoste a 4$ al kilo.. Finora non ci siamo fatti mancare proprio nulla! Riflessioni in crociera...
Continua l'esplorazione delle San Blas, ma il mio spirito è definitivamente cambiato dall'entusiasmo e dall'incanto degli anni passati alla tranquilla consapevolezza che tutto il mondo può stupire e dare felicità se si ha l'atteggiamento e l'umore giusto. Per chi vuole continuare a sognare, confermo che queste isole, a detta di tutti, sono al livello degli atolli del Pacifico meridionale. Sabbia fine, palme, vento e temperatura dell'aria e dell'acqua assolutamente confortevoli, ridossi ovunque, coralli, pesci, aragoste, razze, cernie, e natura al massimo. Tante barche, anche italiane, tante storie le più varie, gli indiani Kuna gentili, poveri e semplici. Ma io quest'anno mi sento un po' troppo lontano dai miei affetti e ormai quasi abituato a tanta bellezza. Insomma non vivo più il sogno ma un bel viaggio, in un posto però ormai ben noto e perfino un po' monotono, quasi. Non che mi manchi la novità o che stia a cercare sempre l'avventura ad ogni costo, ne' tanto meno (figurarsi!) mi mancano le vicende di casa nostra, ma è forse arrivato il momento di progettare altro.
E allora, pur tra una nuotata ed un'apnea, tra un bagno ed una passeggiata in spiaggia, penso e ripenso al prossimo futuro di Bulbo Matto dopo le Galapagos. Già, perché potrei effettivamente confermare la fine della stagione 2015 a giugno in Equador (però sarebbe il cantiere più caro finora..) ma per fare cosa, a gennaio l'anno prossimo? Ancora baie, isole e ancoraggi da piccolo cabotaggio, come tanti qui alle San Blas? Non credo che faccia più per me. Anche perché se devo tornare indietro, alle piccole antille o addirittura in Europa, bisognerebbe aspettare maggio per una traversata tranquilla da Panama a Cuba, e giugno per l'Atlantico dalle Bermuda alle Azzorre... Avendo ormai escluso la rotta del Pacifico meridionale, troppo cara e lontana, allora perché non farla a maggio di quest'anno questa traversata fino a Cuba, e trovare dove lasciare la barca lì o nel vicino Yucatàn? Dilemmi da felice pensionato!
Oggi finalmente, a Cayo Hollandes, un ridosso perfetto, poco vento, sole pieno, colori vivi, poche altre barche, mare turchese di infinite gradazioni, silenzio e natura perfetta. Alcuni (direi ex) navigatori si sono fermati in questi paraggi ormai da 10 o 15 anni, ma sono come i roulottisti che levano le ruote al loro mezzo a si piazzano in un campeggio che, seppur bello, non ha più nulla del viaggio e della scoperta. La maggior parte però se le gode come noi 2 o 3 settimane e poi, come ogni navigante vero, pensa già alla prossima meta. Ma anche noi oggi siamo come i roulottisti, fermi nel relax assoluto, una nuotata, un'insalata, poi un pisolino e dopo meglio cominciare a pensare alla cena. Questa sera pasta con la bottarga del capone imperiale pescato la scorsa settimana e messa sotto sale. Ieri aragoste a 4$ al kilo.. Finora non ci siamo fatti mancare proprio nulla! Riflessioni in crociera...
Continua l'esplorazione delle San Blas, ma il mio spirito è definitivamente cambiato dall'entusiasmo e dall'incanto degli anni passati alla tranquilla consapevolezza che tutto il mondo può stupire e dare felicità se si ha l'atteggiamento e l'umore giusto. Per chi vuole continuare a sognare, confermo che queste isole, a detta di tutti, sono al livello degli atolli del Pacifico meridionale. Sabbia fine, palme, vento e temperatura dell'aria e dell'acqua assolutamente confortevoli, ridossi ovunque, coralli, pesci, aragoste, razze, cernie, e natura al massimo. Tante barche, anche italiane, tante storie le più varie, gli indiani Kuna gentili, poveri e semplici. Ma io quest'anno mi sento un po' troppo lontano dai miei affetti e ormai quasi abituato a tanta bellezza. Insomma non vivo più il sogno ma un bel viaggio, in un posto però ormai ben noto e perfino un po' monotono, quasi. Non che mi manchi la novità o che stia a cercare sempre l'avventura ad ogni costo, ne' tanto meno (figurarsi!) mi mancano le vicende di casa nostra, ma è forse arrivato il momento di progettare altro.
E allora, pur tra una nuotata ed un'apnea, tra un bagno ed una passeggiata in spiaggia, penso e ripenso al prossimo futuro di Bulbo Matto dopo le Galapagos. Già, perché potrei effettivamente confermare la fine della stagione 2015 a giugno in Equador (però sarebbe il cantiere più caro finora..) ma per fare cosa, a gennaio l'anno prossimo? Ancora baie, isole e ancoraggi da piccolo cabotaggio, come tanti qui alle San Blas? Non credo che faccia più per me. Anche perché se devo tornare indietro, alle piccole antille o addirittura in Europa, bisognerebbe aspettare maggio per una traversata tranquilla da Panama a Cuba, e giugno per l'Atlantico dalle Bermuda alle Azzorre... Avendo ormai escluso la rotta del Pacifico meridionale, troppo cara e lontana, allora perché non farla a maggio di quest'anno questa traversata fino a Cuba, e trovare dove lasciare la barca lì o nel vicino Yucatàn? Dilemmi da felice pensionato!
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