blog | Di Lamberto Cesari
22/01/2014 - 23:57
Catamaranando al Boot di Duesseldorf
Riservato a buone conversazioni
Da appassionato di vela quale sono, negli ultimi anni ho frequentato qualche salone nautico: ho visto Genova diminuire sempre più negli anni, il simpatico Big Blue romano mostrare l'attività del centro Italia (e non solo), e l'altezzoso Nautic parigino sfoggiare le perle francesi.
Quest'anno dopo Parigi a dicembre in cui ho potuto vedere da vicino gioielli come i Classe C di Hydros e Groupama (il quale surclassava per cura dei dettagli la barca svizzera battuta in finale della Piccola Coppa), è stato il turno del Boot di Duesseldorf. Declamata come la più grande fiera indoor del mondo, il Boot è stato in grado di lasciarmi a bocca aperta e gambe stanche, tanti i chilometri percorsi per poter visitarla tutta. 17 padiglioni, dalle derive ai superyacht (tre over 80 piedi presenti), passando per apnea, kitesurf, canoe ed opere artistiche ispirate al mare.
Complice sicuramente la crisi economica che ha messo sempre più in difficoltà gli altri Saloni, Duesseldorf è rimasto l'unico appuntamento a cui le aziende del settore non vogliono rinunciare. Per la sinergia che viene a crearsi, la posizione centrale in Europa, e il favore di un pubblico tedesco che trasmette vitalità economica. Perché era chiaro girando tra gli stand come ci fosse una "benzina" che in Italia purtroppo non si vede da molto tempo, ma nemmeno in Francia si percepiva. Lungi dal voler proseguire considerazioni economico-sociali in questo post, dichiarerò il (vero) motivo del mio entusiasmo: i catamarani non solo erano presenti, oltre ad avere un padiglione (quasi interamente) dedicato, ma facevano anche tendenza.
Girando per il salone si vedevano tv proiettare video dell'America' s Cup (ne ho contate almeno cinque oltre quella vicina allo stand Hobie Cat; Benetau declama con grandi poster di essere stato sponsor ufficiale dell'America's Cup (e se pensiamo che in questo mondo di marketing, branding & targeting, la maggiore azienda di barche da crociera lega la sua immagine a delle macchine volanti ritenute anatema dei velisti "tradizionali", forse qualcosa sta davvero cambiando), e i catamarani sono stati al centro di conferenze e presentazioni di fronte alle platee dei vari palchi sparsi per il salone.
Nel padiglione dedicato ai multiscafi Hobie Cat la faceva da padone tra i piccoli, con quattro barche di cui un Hobie 16 sul simulatore, e delle regolari presentazioni dove un velista mostrava come usare il trapezio e manovrare mentre una ragazza sul palco spiegava al pubblico che si fermava ad ascoltare
A rappresentare le associazioni di classe un Formula 18 e un Classe A, con persone a disposizione per dare informazioni e spiegare la barca. Ma il pezzo forte è stato il Flying Phanton, primo catamarano one design volante presentato a Parigi il mese scorso, che sta raccogliendo successo di critica e dei velisti che l'hanno provato: nato da un'idea di Alex Udin, eclettico velaio francese che ha deciso di elaborare un Formula 18 rendendolo più performante al punto di volare, grazie ad uno studio delle appendici fatto con il Team Groupama in preparazione alla Little America's Cup. Il responso di questi prime saloni sembra essere molto positivo per il team Phantom, che ora dovrà impegnarsi nella produzione seriale e la costruzione di una classe...l'ambizione non gli manca. A coronare la sfilata delle barche high-performance il Marstrom 32 itelligence già vincitore della Centomiglia del Garda 2011.
In questo grande "parco giochi" per gli amanti della nautica e della vela, dove si sono vesti passeggiare volti noti della nostra vela italiana ma anche internazionale, spiace non aver visto sia le classi olimpiche sia alcune dellle migliori aziende tecniche ed ingegneristiche (spesso rappresentate al meglio dal nostro Paese), ma che ormai preferiscono dedicarsi solo al METS di Amsterdam (vedi le ragioni di cui sopra). Il prossimo anno spero di potervi parlare di quello!
Quest'anno dopo Parigi a dicembre in cui ho potuto vedere da vicino gioielli come i Classe C di Hydros e Groupama (il quale surclassava per cura dei dettagli la barca svizzera battuta in finale della Piccola Coppa), è stato il turno del Boot di Duesseldorf. Declamata come la più grande fiera indoor del mondo, il Boot è stato in grado di lasciarmi a bocca aperta e gambe stanche, tanti i chilometri percorsi per poter visitarla tutta. 17 padiglioni, dalle derive ai superyacht (tre over 80 piedi presenti), passando per apnea, kitesurf, canoe ed opere artistiche ispirate al mare.
Complice sicuramente la crisi economica che ha messo sempre più in difficoltà gli altri Saloni, Duesseldorf è rimasto l'unico appuntamento a cui le aziende del settore non vogliono rinunciare. Per la sinergia che viene a crearsi, la posizione centrale in Europa, e il favore di un pubblico tedesco che trasmette vitalità economica. Perché era chiaro girando tra gli stand come ci fosse una "benzina" che in Italia purtroppo non si vede da molto tempo, ma nemmeno in Francia si percepiva. Lungi dal voler proseguire considerazioni economico-sociali in questo post, dichiarerò il (vero) motivo del mio entusiasmo: i catamarani non solo erano presenti, oltre ad avere un padiglione (quasi interamente) dedicato, ma facevano anche tendenza.
Girando per il salone si vedevano tv proiettare video dell'America' s Cup (ne ho contate almeno cinque oltre quella vicina allo stand Hobie Cat; Benetau declama con grandi poster di essere stato sponsor ufficiale dell'America's Cup (e se pensiamo che in questo mondo di marketing, branding & targeting, la maggiore azienda di barche da crociera lega la sua immagine a delle macchine volanti ritenute anatema dei velisti "tradizionali", forse qualcosa sta davvero cambiando), e i catamarani sono stati al centro di conferenze e presentazioni di fronte alle platee dei vari palchi sparsi per il salone.
Nel padiglione dedicato ai multiscafi Hobie Cat la faceva da padone tra i piccoli, con quattro barche di cui un Hobie 16 sul simulatore, e delle regolari presentazioni dove un velista mostrava come usare il trapezio e manovrare mentre una ragazza sul palco spiegava al pubblico che si fermava ad ascoltare
A rappresentare le associazioni di classe un Formula 18 e un Classe A, con persone a disposizione per dare informazioni e spiegare la barca. Ma il pezzo forte è stato il Flying Phanton, primo catamarano one design volante presentato a Parigi il mese scorso, che sta raccogliendo successo di critica e dei velisti che l'hanno provato: nato da un'idea di Alex Udin, eclettico velaio francese che ha deciso di elaborare un Formula 18 rendendolo più performante al punto di volare, grazie ad uno studio delle appendici fatto con il Team Groupama in preparazione alla Little America's Cup. Il responso di questi prime saloni sembra essere molto positivo per il team Phantom, che ora dovrà impegnarsi nella produzione seriale e la costruzione di una classe...l'ambizione non gli manca. A coronare la sfilata delle barche high-performance il Marstrom 32 itelligence già vincitore della Centomiglia del Garda 2011.
In questo grande "parco giochi" per gli amanti della nautica e della vela, dove si sono vesti passeggiare volti noti della nostra vela italiana ma anche internazionale, spiace non aver visto sia le classi olimpiche sia alcune dellle migliori aziende tecniche ed ingegneristiche (spesso rappresentate al meglio dal nostro Paese), ma che ormai preferiscono dedicarsi solo al METS di Amsterdam (vedi le ragioni di cui sopra). Il prossimo anno spero di potervi parlare di quello!
Commenti