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23/12/2016 - 17:42

Buon 2017 da tutte le vele

Buon Natale, buone feste, buon anno nuovo. Ce lo diciamo ogni dodici mesi, ma in fondo potremmo dircelo ogni giorno. La vita corre, il mondo gira vertiginosamente, i fatti si susseguono e purtroppo spesso non come vorremmo. Chi racconta storie dalla realtà spesso si pone delle domande. E chi racconta storie, tutte belle e appassionanti, sul mare e la vela, si sente quasi in colpa. Però passa subito: in fondo la forza dello sport sta nel poter essere una risposta, o almeno un riferimento, per tutti. E così a guardare indietro a quante cose (veliche) sono successe in un anno, si resta ammirati, e torna la voglia di raccontare ancora.

Buon Natale arriva dagli oceani, dove ci sono navigatori marziani come Armel Le Cleac'h (appena passato Capo Horn, il Vendée è saldamente nelle sue mani) e Thomas Coville (sta risalendo l'Atlantico con il maxi trimarano Sodebo, può segnare il nuovo record sul giro in solitario). Oppure coriacei e tosti, come la flotta del Vendée sparsa su due oceani tra alterne vicende come gli alti e bassi della vita. O Francis Joyon che ha quasi 60 anni ma parte e riparte per circumnavigare il pianeta come se fosse un trimarano di linea. Chissà: tra poco potrà nascere anche questa moda. In fondo c'è chi offre turismo estremo su navicelle spaziali, perchè non provare un tour degli oceani in due mesi?

Buon Natale arriva anche da un navigatore italiano, Gaetano Mura, che il giro del mondo sugli stessi mari lo sta facendo con un Class40, che significa più tempo, più freddo, più tempeste, quasi una vela d'altri tempi, e con una barca chiamata "Italia", come l'8 metri stazza internazionale che vinse il primo oro olimpico della vela azzurra, esattamente 80 anni fa (1936).

Buonissimo Natale è arrivato dai giovani velisti della squadra italiana che in Nuova Zelanda hanno trionfato al Mondiale Youth, vincendo tre medaglie e il Nations Trophy mettendo in riga tutte le nazioni veliche, una notizia strepitosa perchè illumina anche il futuro. Avevamo bisogno di una affermazione internazionale della nostra vela, dopo la batosta rimediata in seno a World Sailing, la federvela mondiale che ha bocciato la rielezione del presidente italiano Carlo Croce in modo piuttosto netto e velenoso. C'è una vela italiana che si fa rispettare e ammirare.

Buon Natale viene dalla FIV, che più che voltare pagina ha cambiato registro, facce nuove e fresche, possibilità di scrivere nuovi capitoli più in linea con i tempi, in fondo è una bella prova di quella capacità di sopravvivere a se stessa rinnovandosi sempre, crescendo al proprio interno i ricambi dirigenziali, con provenienze diverse dallo sport attivo alla gestione zonale.

Buon Natale lo prendiamo anche dai nostri azzurri di Rio 2016, riuniti per la prima volta dopo le Olimpiadi di agosto, in un talk show intenso nel quale hanno messo in gioco altre riflessioni sul perchè non sono arrivati i risultati attesi e sperati. Il talk sarà presto un video su Saily TV. Ma è un Buon Natale anche quello del Direttore Tecnico Michele Marchesini, che le delusioni olimpiche le ha sentite tutte, e adesso deve ripensare a un quadriennio di rinascita verso Tokio, a partire dalla sua conferma, e dal nuovo Piano Tecnico di Sviluppo deliberato dal Consiglio Federale (che analizzeremo a fondo anche con i protagonisti), che parte da una visione di grande allargamento della base sul territorio, una sorta di grossa semina della vela olimpica in zone e circoli. Il che, se ci pensate, si lega assai bene con quanto detto due paragrafi più su: il successo neozelandese dei giovani azzurri di Alessandra Sensini, è il primo serbatoio per le squadre nazionali.

Buon Natale arriva da chiunque fa vela, dagli Invernali su tutti i mari italiani, dai circoli che non smettono più neanche sotto le feste di uscire in mare con le squadrette agonistiche di piccolissimi ma indiavolati velisti, da altri circoli che non fanno che pensare a come migliorare, a cosa organizzare, a come promuovere la vela, ad andare nelle scuole col programma Velascuola, a proporsi per ospitare eventi federali o internazionali, da tutto il movimento dell'altura offshore che cresce esponenzialmente. E ancora: da chi prepara una Mini Transat o il sogno di una ARC, o chi (tre italiani) vivrà il 2017 pensando che nel 2018 partirà per il Golden Globe intorno al mondo senza elettronica e con barche classiche; oppure dalle classi che si fanno una sana competizione, come un marketing per assicurarsi più associati e praticanti. E Buon Natale (o meglio buon anno nuovo, ma ci torneremo) a chi vorrebbe vincere l'America's Cup, sperando si convinca a farla tornare quello che era: un sogno per tutti.

Non solo regate, la vela è uno stile di vita e c'è gente che vive tutto l'anno curandosi la barca da crociera, o la barca d'epoca (un settore sempre molto vivo e intenso, come un concerto di musica classica). Per loro il Buon Natale viene anche da chi le barche le progetta, le costruisce, le vende, da chi organizza saloni nautici, corsi di formazione, eventi e conferenze per approfondire i temi e fare cultura del mare, da chi scrive e presenta libri, da chi sponsorizza, da chi fa comunicazione.

La comunicazione velica, per la verità, il Buon Natale più che farlo meriterebbe di riceverlo. Ha bisogno di tornare a credere in se stessa, a capire cosa fare da grande. Non è facile con tutti i cambiamenti di scenario che si rincorrono come onde dei Quaranta Ruggenti, con la tecnologia, i trend, i social, i millennium, che confondono ogni volta le certezze acquisite. Ma ce la possiamo fare. Che vela sarebbe senza poterla comunicare al meglio? Cosa resta della passione se non la racconti, non la spieghi, non fai venire voglia ad altri di condividerla? Ci vuole un fisico bestiale, a essere Gaetano Mura in tempesta e anche a essere dietro a un portale di vela, senza orari, senza pilota automatico e senza un business plan coerente.

La vela è una grande passione, portatrice di valori che possono migliorare la vita e le persone. Non smetteremo di raccontarla. Buon Natale da Saily.

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