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10/11/2015 - 18:04

Su Saily magazine e TV una incredibile “diretta atlantica”

I giorni delle volate atlantiche!

Transat Vabre e Mini Transat, la vela italiana vince in Atlantico. Su Saily tre giorni in diretta dall’Atlantico! – SPECIALI SU SAILY TV 



ULTIM'ORA MERCOLEDI 11 ORE 13
>> Arrivo vittorioso in classe Multi50 per Giancarlo Pedote e Erwan Le Roux con FeneterA-Prysmian. Confermate dunque le attese, bella (ed ennesima) vittoria per Giancarlo sul trimarano con Erwan. E tra poco i commenti dalla voce del velista fiorentino su SAILY TV.

>> Alle 13:41 tra gli IMOCA, PRB è a 4 miglia dal traguardo e il secondo BP8 dista ancora 60 migli, dunque verdetto fatto anche per la classe del Vendée Globe. Su questa regata, sulla classe, le novità dei foil, le tante avarie e gli sviluppi futuri, vi anticipiamo un servizio con il commento di esperti navigatori.

>> MINI TRANSAT - Michele Zambelli è nuovamente secondo!, ma Denis allunga a 75 miglia, e gli altri sono abbastanza vicini. Presto sul magazine di Saily una scheda con i distacchi di tempo tra Michele e gli avversari, per seguire l'arrivo e le possibili combinazioni di classifica del nostro navigatore.



di Fabio Colivicchi
 
La grande vela ci sta abituando agli arrivi in volata, ai finali combattutissimi, ai distacchi minimi. Vale per la vela olimpica, per i monotipi, per le regate d’altura e anche per lo yachting oceanico. Migliaia di miglia non bastano a creare distanze, i migliori, i più preparati e motivati, restano in corsa fino alla fine, e spesso arrivano in pochissime miglia, o minuti, o a vista. E’ lo sviluppo stesso delle tecnologie, delle barche e dei marinai, a creare questo livellamento verso l’alto, che genera spettacolo, emozioni, maggiore attenzione di media e pubblico. Adesso anche l’Italia ha i suoi motivi per sbattere la vela in prima pagina. Grazie all’oceano Atlantico. Sentite il programma straordinario che si sta preparando per le prossime ore…
 
TRANSAT JACQUES VABRE/1: MONSIEUR PEDOTE, ALTRA VITTORIA IN ARRIVO?
Il trimarano Fenetrea-Prysmian, con il toscano Giancarlo Pedote, unico italiano alla superclassica Transat Jacques Vabre 2015, uno dei navigatori azzurri di maggiore realtà, esperienza e prospettiva, si avvia a tagliare vittorioso il traguardo di Itajaì, dopo 5400 miglia di regata, 4 tempeste, una randa rotta e una botta finale a quasi 30 nodi. 16 giorni di navigazione, mancano 200 miglia all’arrivo e la lotta col secondo si è fatta serrata. Da quasi 400 miglia il vantaggio si è assottigliato a una cinquantina. Ma la velocità è sui 16 nodi, e il traguardo è ormai dietro l’angolo. Giancarlo Pedote: vi abbiamo portato a bordo del suo trimarano a Punta Ala, facendoci raccontare emozioni e progetti; poi lo abbiamo chiamato al telefono dall’Equatore, in piena Jacques vabre. Ora lo attendiamo in Brasile per rivivere con lui una delle più lunghe, dure e massacranti classiche della vela transoceanica mondiale. Un italiano c’era al via, e quell’italiano può vincere la regata. Teniamocelo stretto.
 
TRANSAT JACQUES VABRE/2: IMOCA, LA VOLATA TRA VECCHIO E NUOVO
Quasi nelle stesse ore dei Multi50 sono attesi verso il traguardo i primi IMOCA 60. Era la classe più attesa in questa regata, banco di prova verso il Vendée Globe 2016, e quello che è accaduto in queste due settimane ha fatto e farà discutere la comunità della vela. La generazione di nuovi IMOCA, con gli enormi foil laterali bene in vista e la prospettiva di navigare alzate sul pelo dell’acqua, con la conseguenza di strutture di scafi e paratie, timoni e appendici, completamente da ricalcolare, era alla prima uscita ufficiale con 5 scafi. E’ stata una Caporetto, tra avarie, rotture (per lo più proprio strutturali e legate alla zona dei foil), abbandoni e salvataggi, si sono dovute arrendere tutte. Tranne una: Banque Populaire VIII, con Armel Le Cleac’h e Erwan Tabarly (nipote di tanto zio). Ma per resistere, anche BP8 ha dovuto rallentare e mettersi in modalità sopravvivenza. Risultato: è stata raggiubta e superata da una barca della generazione precedente, più “tradizionale” e comunque senza foil, PRB (Vincent Riou e Sebastien Col. Queste due barche, e di fatto queste due filosofie di monoscafo da corsa oceanica, sono pronte alla volata finale per Itajaì. PRB ha ancora circa 90 miglia di vantaggio. A bordo di BP8 hanno detto di aver risolto vari problemi minori con l’idraulica, e di riprendere a pieno ritmo. Basterà? Chi avrà ragione? Armel Le Cleac’h si confermerà l’eterno secondo (sta diventando una dannazione)? O riuscirà a superare l’esperto Riou? Finale da vivere e poi da commentare con gli esperti che la redazione di Saily sta coinvolgendo.
 
CARTOGRAFIA TRANSAT JACQUES VABRE
 
 
MINI TRANSAT: UN SOGNO CHIAMATO MICHELE ZAMBELLI
Questa Mini Transat l’abbiamo respirata (insieme a voi) a pieni polmoni. Siamo stati a Douarnenez a vivere la vigilia, a commentare la partenza in diretta con Andrea Falcon e Christophe Julliand, abbiamo seguito col fiato sospeso la disavventura di Andrea Pendibene, curato e trasmesso un seguitissimo Speciale Mini Transat su Saily TV. Poi abbiamo atteso un mese e siamo tornati con la seconda tappa: dopo quello che si era visto nella prima avevano speranze di vedere un paio di italiani dare battaglia nelle posizioni di testa. Ma è andata oltre le aspettative. Smaltita la rabbia per il ritiro di Alberto Bona e 756 Onlinesim (che però nulla toglie al gran lavoro fatto dai ragazzi dell’università di la Spezia, ai quali l’esperienza deve servire per non mollare e ripartire subito con nuovi progetti), ci siamo trovati davanti la clamorosa cavalcata di 788 Illumia e Michele Zambelli. Ritmi infernali, giorni e notti a 11-12 nodi su un 6 metri, sfruttando al massimo la spinta di un aliseo portentoso. Michele decimo, poi ottavo, settimo, sesto, quinto, quarto, terzo, secondo… Fino a 8 miglia dal primo. Con un finale di aliseo in calo e a giro, tutto in poppa filo e sul quale decideranno le strambate.
 
Nelle ultime ore di martedi 10, Michele è tornato 4°, distanziato di oltre 60 miglia dal primo. Ma questi calcoli sono fatti dal gps tra posizione e boa dell’arrivo. La flottiglia di testa, che conta almeno 6 barche vicinissime, tutti i migliori di questa Mini Transat (e forse anche del futuro della vela oceanica) ha preso a sparpagliarsi di più, per via delle strambate, a cercare l’angolo migliore. Dopo infiniti rilevamenti con la velocità più alta del gruppo, Zambelli stavolta è stato il più lento, meno di 8 nodi contro i 9-10 degli altri. Ma anche questo conta relativamente: sono velocità istantanee misurate in un dato momento. Basta stare nel cavo di un onda e rallentare 2 nodi. O viceversa.

Una cosa è sicura: Michele Zambelli ha fatto una seconda tappa da sogno (su Facebook se ne è accorto anche Giovanni Soldini: “Grande Zambelli”), ha saputo gestire barca, vele, se stesso, cibo, sonno, vita a bordo, senza perdere concentrazione e velocità. Un vero grande navigatore degli oceani. Il puntino rosso sul tracking, da seguire col fiato sospeso nei prossimi 2-3 giorni (arrivo previsto tra giovedi 12 e venerdi 13 a Point-a-Pitre) è come un atleta entrato nell’ultima curva dei 200 metri nel gruppo di testa. Tutti in piedi sulle tribune, ad applaudire, a urlare il suo nome, a spingerlo a dare ancora il massimo in questo finale. Due anni dopo Pedote, c’è un altro italiano ancora una volta lì davanti. Siamo pochi, pochissimi rispetto ai francesi, ma guardate quanto raccogliamo in proporzione. Qualcosa vorrà pur dire. E andrà detta in sede di commento. Per ora: tutti al tracking, e poi tutti su Saily, nella diretta dall’Atlantico.

VIDEO: ALLA SCOPERTA DI MICHELE ZAMBELLI, INTERVISTATO DA SAILY TV
 
CARTOGRAFIA MINI TRANSAT

 
SERIE
Una volata incredibile, ma stavolta tutta francese, continua anche tra i Mini di Serie con Lipinski e Pulve che si vedono (distanti mezzo miglio!). Bene Roland Ventura, 13°, in leggera ripresa Andrea Fornaro, 25° e in buona posizione per tentare una rimonta su un gruppo di 7-8 barche, e 39° Federico Cuciuc.

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