Gli svedesi vincono nonostante la spettacolare collisione. Ma è sempre più coppetta. Almeno fino al prossimo colpo di scena... GUARDA MOLTI VIDEO
di Fabio Colivicchi
Sabato bonaccia, domenica regate, tutto qua. Sono Louis Vuitton America's Cup Series talmente veloci che non si fa in tempo neanche a entrarci dentro. Era l'esordio di Bermuda, la location scelta tra parecchie polemiche per ospitare la XXXV America's Cup, nel 2017, con pochi team e barchette piccole. C'era la giusta attesa per vedere il vento e l'organizzazione del più antico trofeo dello sport. Ma la piccola maledizione del 2015 dopo Portsmouth e Goteborg ha colpito anche Bermuda, e su due giorni di regata se ne porta a casa uno solo. Avete voluto questa bicicletta? Adesso pedalatevela. Verrebbe da dire.
Ma comunque intorno a una tappa LVACWS c'è sempre movimento, c'è semnpre curiosità, c'è sempre da scoprire qualcosa. Tra conferme e novità. Le conferme allineano anche la comunicazione, che piure stavolta a Bermuda ha mantenuto il low profile. Regate in diretta solo a pagamento, servizi video sulle regate col contagocce. Come pensino di creare lo spettacolo e le attese in questo modo lo sanno solo loro.
Tra le novità, la vittoria di Artemis, il team svedese con lo skipper Nathan Outteridge e il team manager e tattico Iain Percy, adesso rinforzato anche dall'arrivo del nostro Francesco Bruni, che ancora non è a bordo ma evidentemente ha già fornito qualche dritta utile visto che gli uoomini della sfida di Torbjorn Tornqviust si sono presi la prima soddisfazione vincendo una tappa di circuito. In un solo e unico giorno di regate... E' questa Coppa baby!
Tra le novità ci mettiamo anche la strepitosa storia della "collisione" di Artemis con un gommone di Umpire. A pochi minuti dal via di una delle prove disputate, è successo tutto velocemente e ci sono stati anche gravi danni alle barche, per fortuna senza conseguenze sulla persone. Ma che regate sono?
IL RACCONTO DELLA COLLISIONE ARTEMIS-UMPIRE (GUARDA QUI IL VIDEO SU SAILY TV)
Artemis aveva appena chiuso al 2° posto la prima regata, condotta in testa e superata solo nel finale da Oracle. Nel pre-start della seconda regata, con pochi minuti del countdown da scorrere prima del via, Artemis è entrata in collisione con una barca a motore di Umpire, gli arbitri delle regate in mare. Ci sono stati danni seri alla barca svedese, nessun ferito, ma è sembrato che Artemis fosse ormai fuori gioco.
E' andata così: poco alla partenza, Artemis insegue da vicino la barca giapponese timonata da Dean Barker, poi il timoniere Outterudge esce dalla scia per puntare verso la linea di partenza, e improvvisamente si ritrova difronte la barca Umpire, prua contro prua. La somma delle velocità è almeno di 25 nodi, al momento dell'impatto. "Non potevamo fare più nulla, non potevamo andare da nessuna parte - dice Outteridge - Loro si soni infilati tra le nostre due prue, e per fortuna nessuno si è fatto male. Ma la nostra barca ha riportato seri danni."
Ian Percy ha detto: "La prima cosa che ho pensato è stata la sicurezza degli Umpires e delle barche, noi eravamo ok a bordo." Una volta "disincastrate" le due barche, il team di Artemis ha verificato i danni e sistemato il sistemabile, smontato il bompresso rotto e l'inutilizzabile Code Zero, in tempo record, poi dopo un velocissimo check sulla possibilità di navigare, a meno di 2 minuti dalla partenza, l'equipaggio si è riallineato, ha tagliato la linea più veloci di tutta la flotta, e ha vinto la partenza e la regata!
RIVEDI ANCHE AL RALLENTATORE IL VIDEO DELLA COLLISIONE
Chissà che da adesso la tecnica del "collidi e vinci" non venga utilizzata: gli avversari si distraggono, tu smonti qualche pezzo di rig che si rivela più pesante che utile, e alla fine vai meglio degli altri... Outteridge e Percy si sono complimentati col lavoro del team nel rendere pronta la barca in tempi davvero rapidissimi. Ma l'inglese ha anche aggiunto un complimento sperticato per la partenza del timoniere australiano.
Nella terza e ultima regata Artemis si è presa un 4° posto sufficiente a fargli vincere la serie dopo il 2-1 delle prime due gare. Ecco come vincere a Bernuda. Per la cronaca, il team nepìozelandese Emirates team New Zealand, qui secondo, è sempre primo in generale. Max Sirena è con i kiwi, Checco Bruni con gli svedesi, e già si vede in giro più qualità, sarà un caso? E chissà cosa accadrà se e quando i due ex Luna Rossa si troveranno l'un contro l'altro in regata...
In uno sguardo generale ai team, New Zealand è in testa e pare solida e forte, persino troppo, vista con la nuova ottica di suoi nuovi "tifosi"... Peter Burling il suo timoniere, argento olimpico 49er, è contento del lavoro della squadra. Il defender Oracle annaspa un po', è brutto vedere un asso come James Spithill (per quanto ultimamente ultra-palestrato) partire malissimo e gestire peggio la terza manche. Ma è il detentore e alla fine venderà cara la pelle. Chi è parso un po' meno spavaldo e Sir Ben Ainslie, l'erede designato di Russell Coutts, il papabile vincitore della Coppa (NMC) nel 2017, il predestinato alle redini della vela mondiale. Solo 4° a Bermuda con anche un ultimo posto (3-6-2), non è da lui. Ma occhio, BAR sta lavorando alla Coppa, non alle World Series, uscirà fuori al momento giusto. Male, per ora, i giapponesi di Dean Barker e i francesi di Groupama.
E' tutto, dal fantasmagorico mondo della... Coppa America.
FOTO NELLA SEZIONE GALLERY
E SU SAILY TV IN ARRIVO I VIDEO COMPLETI, CON LA SEQUENZA DELLA COLLISIONE DI ARTEMIS Louis Vuitton America’s Cup World Series Bermuda
1. Artemis Racing: 2 – 1 – 4 – 52 points
2. Emirates Team New Zealand: 5 – 2 – 1– 50 points
3. ORACLE TEAM USA: 1 – 3 – 5 – 48 points
4. Land Rover BAR: 3 – 6 – 2 – 44 points
5. SoftBank Team Japan: 4 – 4 – 3 – 44 points
6. Groupama Team France: 6 – 5 – 6 – 32 points |
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