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26/03/2015 - 03:59

La vittoria della vita per due navigatori navigati

Attenti a noi due
Il mondo è nostro

Bernard Stamm e Jean Le Cam, uno svizzero e un francese. Quasi un secolo di oceani in due. Con racconti di naufragi, ritiri e pochi successi. Ma oggi è il loro grande momento: sono i trionfatori della Barcelona World Race, il giro del mondo in doppio senza scalo, a bordo dell’IMOCA 60 Cheminées Poujoulat: 28.000 miglia in 84 giorni, 5 ore, 50 minuti e 25 secondi, a quasi 14 nodi di media! – FOTO GALLERY E VIDEO 
 

di Fabio Colivicchi

Una coppia d’assi degli oceani, di navigatori navigati, super esperti, Bernard Stamm (51 anni, SUI) e Jean Le Cam (55, FRA) ha vinto la Barcelona World Race 2014-15 e ha fatto anche il record della gara con 84 giorni, 5 ore, 50 minuti e 25 secondi per completare le teoriche 23.321 miglia da Barcellona a Barcellona, lasciando a sinistra i grandi capi degli oceani del sud, alla media di 11,53 nodi. In realtà hanno percorso 27.950 miglia alla media di 13,82 nodi.
 
L’IMOCA 60 Cheminées Poujoulat, la barca, è l’altra grande protagonista del successo, specie considerando che la coppia che arriverà seconda è staccata di quasi 1000 miglia. Stamm e Le Cam hanno tagliato il traguardo all’imbrunire con vento da sud est di 10 nodi. La terza edizione della Barcelona World Race era partita lo scorso 31 dicembre.
 
Bernard Stamm e Jean Le Cam sono tra i grandi nomi della vela oceanica con una carriera costellata di vicissitudini. Stamm solo nel Natale del 2013 fu salvato per un soffio dal drammatico naufragio del suo IMOCA 60 letteralmente spezzato in due parti con vento forza 9 e onde di 10 metri sulla rotta di ritorno dal Brasile verso Brest dopo aver corso la Transat Jacques Vabre. Ora questo successo, il terzo per lui in una regata intorno al mondo ma il primo in una senza scalo e in doppio, dopo quelli dell’Around Alone 2002-2003 e della Velux 5 Oceans 2006-2007.
 
A sua volta Jean Le Cam, considerato quasi una leggenda in Francia dove lo chiamano "Le Roi Jean" (Re Jean), aggiunge questa vittoria a un record di regate oceaniche che si allunga per la bellezza di 31 anni (!), comprendendo un secondo posto al Vendée Globe del 2004-2005 dietro Vincent Riou, con il quale ha poi vinto nel 2013 la Transat Jacques Vabre.
 
Ma anche Le Cam, come Stamm, ha rischiato la vita in oceano, salvato da Riou dal suo IMOCA 60 scuffiato a 200 miles da Cape Horn durante il Vendée Globe 2008-2009, una vicenda simile a quella di Giovanni Soldini e Isabelle Autissier. E’ uno dei pochi skipper francesi ad aver vinto tre volte La Solitaire du Figaro.
 
L’ IMOCA 60 Cheminées Poujoulat non è da meno: disegnato da Farr design e varato nel 2007, è lo scafo con il quale Michel Desjoyeaux vinse il Vendée Globe 2008-2009, in 84 days (guarda caso…), 3 ore e 9 minuti, ma in solitario. Stamm e Le Cam con lo stesso tempo in doppio hanno fatto in più due passaggi dello stretto di Gibilterra e due tappe nel Mediterraneo. E nella Barcelona World Race 2010-2011, questa stessa barca gloriosa fu seconda con i campioni spagnoli Íker Martínez e Xabi Fernandez.  Con due vittorie e un secondo posto in giri del mondo, questa barca è a sua volta una leggenda nella classe IMOCA.
 
In arrivo al secondo e terzo posto sono Neutrogena e GAES Centros Auditivos (quest’ultimo è l’IMOCA 60 messo a disposizione di Alessandro Di Beneddetto per il prossimo Vendée), attesi a Barcellona tra il 30 marzo e il 2 aprile.
 
C’è anche l’altra faccia di carriere oceaniche straordinarie. Stamm fu squalificato dall’ultimo Vendée Globe per aver ricevuto assistenza esterna proibita. Le Cam oltre al ribaltamento a Cape Horn del 2009, conta il ritiro dalla Barcelona 2011 quando l’albero di President, l’IMOCA 60 che portava con Bruno Garcia, venne giù nei pressi di Cape Verde.
 
Ecco perché il successo di oggi è lungamente atteso e catartico. Ed ecco perché, nonostante le 1000 miglia di vantaggio da Capo Horn in su, Stamm all’arrivo ha amesso: “Solo quando abbiamo tagliato la linea abbiamo saputo di aver vinto”.
 
I due hanno anche raccontato di varie avarie che forse in solitario non avrebbero consentito di portare a termine la regata. Stamm è dovuto salire in testa d’albero. Ma i numerosi problemi sono stati affrontati con un lavoro di squadra. “I momenti di felicità li abbiamo sempre condivisi, erano quelli nei quali trovavamo la soluzione a un problema. E non dimentichiamo che abbiamo trovato gli oceani del sud particolarmente ventosi, è stato un anno da ricordare.”
 
Stamm: “Il rapporto tra noi due a bordo, generalmente ottimo, se qualche volta abbiamo avuto qualche problema si è trattato per stanchezza o stress, o entrambe le cose, ma è sempre passato come è venuto, in fretta. Siamo sempre stati concentrati sul portare la barca, e questa barca non è facile da portare, fondamentalmente non devi fare altro che concentrarti sul lavorare per far andare meglio la barca, quindi non c’è tempo per discussioni”.
 
Le Cam: “Siamo ancora insieme, non è La Vie en Rose, è come nella vita di coppia. Ciascuno ha le sue croci da portare. Non è sempre facile ma ci si deve fare concessioni l’un l’altro reciprocamente, ogni giorno. A bordo comunque non c’erano ruoli definiti, a parte che io ho curato un po’ di più gli aspetti tecnici in coperta e Bernard ha controllato maggiormente il computer di bordo. In definitiva eravamo sulla stessa barca!”

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