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02/11/2014 - 20:32
Route du Rhum: dopo il bagno di folla al via, problemi per tutti...
Route du Rhum: dopo il bagno di folla al via, problemi per tutti...
Pedote stop-and-go
riparte da Roscoff
riparte da Roscoff
ULTIMISSIME - Il racconto di Giancarlo Pedote che si ferma a Roscoff per riparare (danni a trinchetta e drizza randa) e ripartire. Inizio durissimo per la più importante regata transatlantica in solitario dell'anno tra St. Malo e Guadalupa. Avarie e ritiri nella burrasca dalla prima notte: Sodebo e Maitre Jacques danneggiati. Chiglie rotte, skipper al riparo, affiancati da navi o messi in salvo in elicottero... - GUARDA 4 VIDEO!
ULTIM'ORA: GIANCARLO PEDOTE RACCONTA LA NOTTE DI TEMPESTA
Il navigatore fiorentino dopo uno scalo tecnico a Roscoff (consentito dalle Istruzioni di regata) è ripartito
Giancarlo Pedote, a bordo del Class 40 Fantastica di Lanfranco Cirillo, è stato costretto a fermarsi al porto di Roscoff, per poter sciogliere una cocca all’interno del boma che gli impediva di governare la randa. Ma questo non è stato né il primo, né l’unico problema.
Raggiunto al telefono, Giancrlo racconta la sua dura nottata.
“Verso le 22.00 è scoppiato l’hook che tiene la trinchetta, che è caduta ed è rimasta agganciata tra la verticale e la diagonale dell’albero. Era impossibile farla scendere dal ponte ed ho dovuto mettere l’imbracatura e salire sull’albero con più di 20 nodi e mare formato per toglierla. Una volta sceso sono dovuto andare a dormire. Ero sfinito e dovevo far riposare le braccia, che erano piegate in due dai crampi.
Dopo aver dormito 10 minuti, sono tornato fuori coperta. Ero riuscito a rimettere la trinchetta e la barca aveva ricominciato e correre. Ero ripartito, stanco ma determinato.
Poi, quando sono entrati 40 nodi e sono andato per prendere la terza mano di terzaroli, mi sono accorto che si era formata un cocca all’interno del boma ed era impossibile riprendere la cima. Sono stato a lottare fino a che non ho avuto più forza. Non volevo fermarmi, ma era impossibile prendere la terza mano di terzaroli. Non potevo più andare avanti e ho dovuto ripiegare su Roscoff. Non c’erano alternative”.
Giancarlo Pedote ha raggiunto il porto di Roscoff sulla punta ovest della Bretagna a ca. 200 km dal porto di partenza, intorno alle 7:00 di questa mattina. Ad accoglierlo la sua equipe già allertata, che ha lavorato insieme a lui per poter sistemare il problema del boma ed effettuare una serie di altri piccoli interventi.
Ha potuto lasciare il porto intorno a mezzogiorno, pronto per continuare la regata con lucidità e determinazione. Uno stop-and-go di circa 5 ore che gli ha permesso, come da regolamento, di poter rimettere la barca in condizioni di riprendere la sua corsa verso Guadalupa.
Prima dello scalo tecnico, Giancarlo Pedote aveva condotto un buon inizio regata ed aveva scelto di giocarsi l’opzione nord. Dopo lo scalo, Fantastica riprende il via verso Guadalupe con un distacco dal leader Seabastien Rogues di ca. 70 miglia (secondo la cartografia), dirigendosi verso Ouessant che gli aprirà le porte dell’Oceano.
LA CARTOGRAFIA DELLA ROUTE DU RHUM QUI
Dalle istruzioni di regata della Route du Rhum 2014:
20.3 Durante la regata, una barca può fare scalo e ricevere assistenza nelle seguenti condizioni: - Lo skipper deve farne richiesta alla Direzione (VHF, Inmarsat C, M, telefono). - Dopo l'approvazione del Direttore di regata in merito al luogo dello scalo, alle riparazioni da effettuare ed eventualmente al cambiamento dei materiali danneggiati, la barca può essere rimorchiata o può utilizzare il proprio motore per entrare nel porto o per ancorare nel luogo concordato con l’Organizzazione, solo per una distanza concordata e a condizione che possa essere dimostrato che il tragitto compiuto a rimorchio o utilizzando il motore non favorisca il progresso della barca verso la linea di arrivo. - Quando la barca viene rimorchiata o sta utilizzando il motore e solo in quel momento, altre persone possono salire a bordo. - Quando la barca è all'ancora o ormeggiata ad una boa o ancora si trova accanto a una nave ancorata, o è ormeggiata nel porto come in accordo con la Direzione, la riparazione può essere effettuata, la barca può essere rifornita di eventuali nuovi pezzi di ricambio d'accordo con la Direzione e lo skipper può scendere a terra. - Quando l'imbarcazione ha finito le riparazioni ed è pronta per riprendere la regata, può essere trainata o può utilizzare il motore in accordo con la direzione di marcia, a condizione che possa essere dimostrato che il tragitto compiuto a rimorchio o utilizzando il motore non favorisca il progresso della barca verso la linea di arrivo. Non appena la barca riparte per la regata, solo lo skipper può essere a bordo. - Uno scalo tecnico non può essere inferiore a 4 ore. - Questo non si applica per il porto di Saint-Malo, dove tutti i mezzi sono autorizzati a raggiungere il porto o un punto specificato nelle Istruzioni di Regata.
BURRASCA NELLA NOTTE, DANNI E PRIMI RITIRI
La prima notte della Route du Rhum-Destinazione Guadalupa è stata caratterizzata, come previsto da numerosi danni che hanno interessato quasi tutte le classi: Thomas Coville (Sodebo, Ultime) è stato raggiunto e affiancato da una nave da carico, Loïc Fequet (Multi50) ha perso un galleggiante, il Class40 Angoulevant François di Marc Lepesqueux ha perso la chiglia... Tutti gli skipper sono illesi, ma continua il forte vento e il mare mosso. Lezione di marineria di Loick Peyron che ha fatto sosta a Ouessant e ora è in testa.
Con più di 30 nodi e mare mosso al largo della costa della Bretagna, la flotta della Route du Rhum è stata messa a dura prova, e diversi incidenti rovinato le prime dodici ore di gara. Il primo touchdown è stato per Jean Galfione (Serenis Consulting, Class 40) che ha urtato una boa spenta a Bréhat alle 20 mentrei era in rota per Saint-Quay Portrieux. Barca delaminata. Poi, con il passaggio di un fronte molto attivo e con raffiche fino a oltre 35 nodi in un mare di sempre più caotico, Loïc Fequet (Maitre Jacques) ha comunicato di aver rotto gli scafi, ed è stato preso a rimorchio da parte di mezzi di salvataggio fino al piccolo porto bretone.
Quando era poco oltre Ouessant, anche Thomas Coville con Sodebo ha sbattuto violentemente su un'onda riportando danni alla prua e uno squarcio allo scafo di dritta (foto in questa pagina). Lo skipper avrebbe dovuto raggiungere Roscoff per mezzogiorno. Soccorso urgente anche per François Angoulvant che ha attivato i suoi segnalatori di pericolo (Team Sabrosa SR40 MK2, class40): ha perso la chiglia ma è stato portato al sicuro a Brest grazie all'intervento di un elicottero del 33° squadrone. Poche ore dopo, Marc Lepesqueux (Sensation, Class40) era a sua volta in difficoltà sullo stesso tipo di Class40: dopo aver perso la sua chiglia, è stato comunque in grado di riempire i ballast, ammainare le vele e raggiungere a motore il porto di Guernsey.
GIANCARLO PEDOTE E FANTASTICA: SOSTA PER RIPARARE E RIPARTIRE
Dopo una partenza sprint (era nei primi 10 su 43 iscritti) Giancarlo Pedote ha subito seri danni nella burrasca e ha dovuto riparare in porto. Comunicazioni dal suo team sono in arrivo per saperne di più. L'idea di Giancarlo è comunque di ripartire: la testa della flotta nella sua classe (Seb Rough in fuga con GDF Suez) non è molto dustante, circa 60 miglia, e quindi una volta rimessa in sesto la barca Pedote vuole riprendere la corsa. Curioso che con lui nella sosta a Roscoff ci sia anche il Class 40 di Bertrand Delesne, suo amico e collega dei Mini 650.
LOICK DOMATORE DELLA TEMPESTA
Alla testa della flotta, Loick Peyron (Maxi Banque Populaire Solo VII) sembra un domatore a vela su un mare agitato con vento girato a Ponente a più di 35 nodi a mezzanotte: il solitario aveva scelto un percorso più vicino a Ouessant in tal modo ha potuto fare una pausa davanti ai due MOD-70 di Sébastien Josse (Edmond de Rothschild) e Yann Elies (Paprec Recycling).
ANDREA MURA, ROTTA A NORD, DI BENEDETTO A SUD
Il navigatore sardo su Vento di Sardegna è sempre in testa nella sua classe, ed è quello che ha scelto la rorra più settentrionale dell'intera flotta nell'uscire dalla Manica. Alessandro Di Benedetto invece col suo IMOCA 60 Team Plastique prosegue una rotta verso sud già in Biscaglia a un ritmo prudente (è ultimo dellasua classe) ma senza danni.
LA RHUM VISTA DALL'ITALIA, TRA INVIDIA E AMMIRAZIONE...
Per gli 89 navigatori (3 italiani: Alessandro Di Bendetto, Andrea Mura e Giancarlo Pedote) divisi in 5 categorie, un incredibile bagno di folla entusiasta
Novanta (89) navigatori solitari, tutti insieme sotto al sole di Francia, sulle onde d'Atlantico, con le prue sui Caraibi. La festa di Saint Malo sorprende sempre, inevitabilmente. Vista dall'Italia, con tutti nostri modi di fare vela, appare sempre troppo lontana, irraggiungibile. Novanta solitari che significano novanta team, squadre professionali della vela oceanica, classi che vanno dai mega trimarani ai trimarani monotipo, agli IMOCA 60 (quelli del Vendée Globe), ai Class 40 (i più numerosi), ai misti della classe "Rhum".
LA PARTENZA DELLA ROUTE DU RHUM
E' uno spaccato della grande vela oceanica internazionale, al quale l'Italia partecipa con poche ma ottime pedine. In ordine di dimensione della barca, c'è l'IMOCA 60 di Alessandro Di Benedetto (Team Plastique AMF Telethon), sempre amatissimo in Francia e lanciato verso la seconda partecipazione al Vendée. Poi Andrea Mura con il 50 piedi Vento di Sardegna, che corre nella classe "Rhum" dove c'è di tutto,compreso il leggendario Robin Knox Johnston a bordo del glorioso 60 piedi ex Fila di Giovanni Soldini. E infine Giancarlo Pedote che esordisce sul Class 40 Fantastica. Dopo le prime ore, Andrea Mura è primo del suo gruppo, Pedote è ottimo 10° su 43 Class 40.
Bagno di flolla, villaggio preso d'assalto, gente fin sulle rocce degli scogli e intorno al faro della prima boa, elicotteri, chilometri di camper parcheggiati come al Tour de France, velisti superstar che firmano autografi. Al netto di tutto questo, e delle riflessioni che spinge a fare sulla strada che ancora dobbiamo fare come vela oceanica in Italia per avvicinarci almeno un po' a questo ben di Dio, la partenza della Route du Rhum 2014 tiene tutti con il fiato sospeso e qualche timore per le prime 48-72 pre di navigazione, che saranno interessate dal passaggio di una notevole perturbazione.
I velisti lo sanno e i meteorologi lo hanno ripetuto: vento forte oltre 40 nodi, mare conseguente, e quel che peggio tutto ocntrario alla rotta delle barche, complicata già l'uscita dalla Manica che rischia di essere di bolina, e duro l'ingresso in Atlantico.
La Route du Rhum è tutta da seguire, l'ennesimo big event della vela sugli oceani, che paiono sempre più piccoli. Uomini (di ogni età, sesso e razza) e barche, mono e multiscafi, colorati e sponsorizzati, hi-tech e iperconessi per comunicare e vedere le carte meteo su Internet, questo l'oggetto della nostra gallery sulla partenza della regata, che vi consigliamo di non perdere.
E in attesa si prossimi servizi sulla TV di Saily, eccovi altri due video sulla partenza.
PREPARATIVI PER LA PARTENZA
IL PASSAGGIO AL CAPO FREHEL
ULTIM'ORA: GIANCARLO PEDOTE RACCONTA LA NOTTE DI TEMPESTA
Il navigatore fiorentino dopo uno scalo tecnico a Roscoff (consentito dalle Istruzioni di regata) è ripartito
Giancarlo Pedote, a bordo del Class 40 Fantastica di Lanfranco Cirillo, è stato costretto a fermarsi al porto di Roscoff, per poter sciogliere una cocca all’interno del boma che gli impediva di governare la randa. Ma questo non è stato né il primo, né l’unico problema.
Raggiunto al telefono, Giancrlo racconta la sua dura nottata.
“Verso le 22.00 è scoppiato l’hook che tiene la trinchetta, che è caduta ed è rimasta agganciata tra la verticale e la diagonale dell’albero. Era impossibile farla scendere dal ponte ed ho dovuto mettere l’imbracatura e salire sull’albero con più di 20 nodi e mare formato per toglierla. Una volta sceso sono dovuto andare a dormire. Ero sfinito e dovevo far riposare le braccia, che erano piegate in due dai crampi.
Dopo aver dormito 10 minuti, sono tornato fuori coperta. Ero riuscito a rimettere la trinchetta e la barca aveva ricominciato e correre. Ero ripartito, stanco ma determinato.
Poi, quando sono entrati 40 nodi e sono andato per prendere la terza mano di terzaroli, mi sono accorto che si era formata un cocca all’interno del boma ed era impossibile riprendere la cima. Sono stato a lottare fino a che non ho avuto più forza. Non volevo fermarmi, ma era impossibile prendere la terza mano di terzaroli. Non potevo più andare avanti e ho dovuto ripiegare su Roscoff. Non c’erano alternative”.
Giancarlo Pedote ha raggiunto il porto di Roscoff sulla punta ovest della Bretagna a ca. 200 km dal porto di partenza, intorno alle 7:00 di questa mattina. Ad accoglierlo la sua equipe già allertata, che ha lavorato insieme a lui per poter sistemare il problema del boma ed effettuare una serie di altri piccoli interventi.
Ha potuto lasciare il porto intorno a mezzogiorno, pronto per continuare la regata con lucidità e determinazione. Uno stop-and-go di circa 5 ore che gli ha permesso, come da regolamento, di poter rimettere la barca in condizioni di riprendere la sua corsa verso Guadalupa.
Prima dello scalo tecnico, Giancarlo Pedote aveva condotto un buon inizio regata ed aveva scelto di giocarsi l’opzione nord. Dopo lo scalo, Fantastica riprende il via verso Guadalupe con un distacco dal leader Seabastien Rogues di ca. 70 miglia (secondo la cartografia), dirigendosi verso Ouessant che gli aprirà le porte dell’Oceano.
LA CARTOGRAFIA DELLA ROUTE DU RHUM QUI
Dalle istruzioni di regata della Route du Rhum 2014:
20.3 Durante la regata, una barca può fare scalo e ricevere assistenza nelle seguenti condizioni: - Lo skipper deve farne richiesta alla Direzione (VHF, Inmarsat C, M, telefono). - Dopo l'approvazione del Direttore di regata in merito al luogo dello scalo, alle riparazioni da effettuare ed eventualmente al cambiamento dei materiali danneggiati, la barca può essere rimorchiata o può utilizzare il proprio motore per entrare nel porto o per ancorare nel luogo concordato con l’Organizzazione, solo per una distanza concordata e a condizione che possa essere dimostrato che il tragitto compiuto a rimorchio o utilizzando il motore non favorisca il progresso della barca verso la linea di arrivo. - Quando la barca viene rimorchiata o sta utilizzando il motore e solo in quel momento, altre persone possono salire a bordo. - Quando la barca è all'ancora o ormeggiata ad una boa o ancora si trova accanto a una nave ancorata, o è ormeggiata nel porto come in accordo con la Direzione, la riparazione può essere effettuata, la barca può essere rifornita di eventuali nuovi pezzi di ricambio d'accordo con la Direzione e lo skipper può scendere a terra. - Quando l'imbarcazione ha finito le riparazioni ed è pronta per riprendere la regata, può essere trainata o può utilizzare il motore in accordo con la direzione di marcia, a condizione che possa essere dimostrato che il tragitto compiuto a rimorchio o utilizzando il motore non favorisca il progresso della barca verso la linea di arrivo. Non appena la barca riparte per la regata, solo lo skipper può essere a bordo. - Uno scalo tecnico non può essere inferiore a 4 ore. - Questo non si applica per il porto di Saint-Malo, dove tutti i mezzi sono autorizzati a raggiungere il porto o un punto specificato nelle Istruzioni di Regata.
BURRASCA NELLA NOTTE, DANNI E PRIMI RITIRI
La prima notte della Route du Rhum-Destinazione Guadalupa è stata caratterizzata, come previsto da numerosi danni che hanno interessato quasi tutte le classi: Thomas Coville (Sodebo, Ultime) è stato raggiunto e affiancato da una nave da carico, Loïc Fequet (Multi50) ha perso un galleggiante, il Class40 Angoulevant François di Marc Lepesqueux ha perso la chiglia... Tutti gli skipper sono illesi, ma continua il forte vento e il mare mosso. Lezione di marineria di Loick Peyron che ha fatto sosta a Ouessant e ora è in testa.
Con più di 30 nodi e mare mosso al largo della costa della Bretagna, la flotta della Route du Rhum è stata messa a dura prova, e diversi incidenti rovinato le prime dodici ore di gara. Il primo touchdown è stato per Jean Galfione (Serenis Consulting, Class 40) che ha urtato una boa spenta a Bréhat alle 20 mentrei era in rota per Saint-Quay Portrieux. Barca delaminata. Poi, con il passaggio di un fronte molto attivo e con raffiche fino a oltre 35 nodi in un mare di sempre più caotico, Loïc Fequet (Maitre Jacques) ha comunicato di aver rotto gli scafi, ed è stato preso a rimorchio da parte di mezzi di salvataggio fino al piccolo porto bretone.
Quando era poco oltre Ouessant, anche Thomas Coville con Sodebo ha sbattuto violentemente su un'onda riportando danni alla prua e uno squarcio allo scafo di dritta (foto in questa pagina). Lo skipper avrebbe dovuto raggiungere Roscoff per mezzogiorno. Soccorso urgente anche per François Angoulvant che ha attivato i suoi segnalatori di pericolo (Team Sabrosa SR40 MK2, class40): ha perso la chiglia ma è stato portato al sicuro a Brest grazie all'intervento di un elicottero del 33° squadrone. Poche ore dopo, Marc Lepesqueux (Sensation, Class40) era a sua volta in difficoltà sullo stesso tipo di Class40: dopo aver perso la sua chiglia, è stato comunque in grado di riempire i ballast, ammainare le vele e raggiungere a motore il porto di Guernsey.
GIANCARLO PEDOTE E FANTASTICA: SOSTA PER RIPARARE E RIPARTIRE
Dopo una partenza sprint (era nei primi 10 su 43 iscritti) Giancarlo Pedote ha subito seri danni nella burrasca e ha dovuto riparare in porto. Comunicazioni dal suo team sono in arrivo per saperne di più. L'idea di Giancarlo è comunque di ripartire: la testa della flotta nella sua classe (Seb Rough in fuga con GDF Suez) non è molto dustante, circa 60 miglia, e quindi una volta rimessa in sesto la barca Pedote vuole riprendere la corsa. Curioso che con lui nella sosta a Roscoff ci sia anche il Class 40 di Bertrand Delesne, suo amico e collega dei Mini 650.
LOICK DOMATORE DELLA TEMPESTA
Alla testa della flotta, Loick Peyron (Maxi Banque Populaire Solo VII) sembra un domatore a vela su un mare agitato con vento girato a Ponente a più di 35 nodi a mezzanotte: il solitario aveva scelto un percorso più vicino a Ouessant in tal modo ha potuto fare una pausa davanti ai due MOD-70 di Sébastien Josse (Edmond de Rothschild) e Yann Elies (Paprec Recycling).
ANDREA MURA, ROTTA A NORD, DI BENEDETTO A SUD
Il navigatore sardo su Vento di Sardegna è sempre in testa nella sua classe, ed è quello che ha scelto la rorra più settentrionale dell'intera flotta nell'uscire dalla Manica. Alessandro Di Benedetto invece col suo IMOCA 60 Team Plastique prosegue una rotta verso sud già in Biscaglia a un ritmo prudente (è ultimo dellasua classe) ma senza danni.
LA RHUM VISTA DALL'ITALIA, TRA INVIDIA E AMMIRAZIONE...
Per gli 89 navigatori (3 italiani: Alessandro Di Bendetto, Andrea Mura e Giancarlo Pedote) divisi in 5 categorie, un incredibile bagno di folla entusiasta
Novanta (89) navigatori solitari, tutti insieme sotto al sole di Francia, sulle onde d'Atlantico, con le prue sui Caraibi. La festa di Saint Malo sorprende sempre, inevitabilmente. Vista dall'Italia, con tutti nostri modi di fare vela, appare sempre troppo lontana, irraggiungibile. Novanta solitari che significano novanta team, squadre professionali della vela oceanica, classi che vanno dai mega trimarani ai trimarani monotipo, agli IMOCA 60 (quelli del Vendée Globe), ai Class 40 (i più numerosi), ai misti della classe "Rhum".
LA PARTENZA DELLA ROUTE DU RHUM
E' uno spaccato della grande vela oceanica internazionale, al quale l'Italia partecipa con poche ma ottime pedine. In ordine di dimensione della barca, c'è l'IMOCA 60 di Alessandro Di Benedetto (Team Plastique AMF Telethon), sempre amatissimo in Francia e lanciato verso la seconda partecipazione al Vendée. Poi Andrea Mura con il 50 piedi Vento di Sardegna, che corre nella classe "Rhum" dove c'è di tutto,compreso il leggendario Robin Knox Johnston a bordo del glorioso 60 piedi ex Fila di Giovanni Soldini. E infine Giancarlo Pedote che esordisce sul Class 40 Fantastica. Dopo le prime ore, Andrea Mura è primo del suo gruppo, Pedote è ottimo 10° su 43 Class 40.
Bagno di flolla, villaggio preso d'assalto, gente fin sulle rocce degli scogli e intorno al faro della prima boa, elicotteri, chilometri di camper parcheggiati come al Tour de France, velisti superstar che firmano autografi. Al netto di tutto questo, e delle riflessioni che spinge a fare sulla strada che ancora dobbiamo fare come vela oceanica in Italia per avvicinarci almeno un po' a questo ben di Dio, la partenza della Route du Rhum 2014 tiene tutti con il fiato sospeso e qualche timore per le prime 48-72 pre di navigazione, che saranno interessate dal passaggio di una notevole perturbazione.
I velisti lo sanno e i meteorologi lo hanno ripetuto: vento forte oltre 40 nodi, mare conseguente, e quel che peggio tutto ocntrario alla rotta delle barche, complicata già l'uscita dalla Manica che rischia di essere di bolina, e duro l'ingresso in Atlantico.
La Route du Rhum è tutta da seguire, l'ennesimo big event della vela sugli oceani, che paiono sempre più piccoli. Uomini (di ogni età, sesso e razza) e barche, mono e multiscafi, colorati e sponsorizzati, hi-tech e iperconessi per comunicare e vedere le carte meteo su Internet, questo l'oggetto della nostra gallery sulla partenza della regata, che vi consigliamo di non perdere.
E in attesa si prossimi servizi sulla TV di Saily, eccovi altri due video sulla partenza.
PREPARATIVI PER LA PARTENZA
IL PASSAGGIO AL CAPO FREHEL
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