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30/09/2014 - 17:23

Barche con l'anima

Albatros by Finot
Deriva… oceanica!

Frutto di 5 anni di lavoro, e test su vari prototipi, ecco la versione finale della nuova deriva pensata da Jean-Marie Finot, il mago dei grandi velieri delle regate oceaniche. Si chiama Albatros, è lunga 4,30 metri, è veloce e stabile. Il suo papà crede ciecamente nella produzione in grande serie ("Costa come un Vaurien, veloce come un 505, stabile come un monotipo"). C'è riuscito?. Saily è andata a scoprirlo
 
 
di Fabio Colivicchi

Non si smette mai di sognare. Anche se vi chiamate Jean-Marie Finot, avete 72 anni e siete famosi per aver progettato le migliori barche a vela oceaniche degli ultimi 30 anni. Così il “maestro” ha impiegato 5 anni per dare corpo a un sogno: una piccola barca a vela, una deriva di poco più di 4 metri, semplice, veloce, stabile e sicura, economica, per tutti. E poiché è lecito sognare in grande, ha immaginato per il volo dell’Albatros – questo il nome della sua piccola creatura – una produzione in grande serie.

Ad affiancarlo nella traduzione dal sogno alla realtà, Jean-Marie ha avuto anche la moglie Marie-Claude: non trovate straordinario che una coppia mitteleuropea, largamente oltre l’età della pensione, spenda del tempo e si sforzi di realizzare un progetto così visionario e rischioso, nel pieno della più lunga crisi economica di sempre? Solo questo vale un ringraziamento. E forse viene dall’attitudine di Finot a immaginare le sue carene planare sulle onde degli oceani, gareggiando in velocità proprio con gli albatros, i grandi uccelli dei mari del sud.
 
L’Albatros di Finot è una deriva bassa, molto larga (inevitabile un parallelo con i suoi scafi d’altomare, come gli IMOCA 60), con un leggero spigolo, un pozzetto largo con tutte le manovre a portata di mano in un’unica grande console trasversale (l’attrezzatura è stata studiata da un giovane architetto di origine coreana, Jung Hee Han), albero in carbonio, superficie velica ben ponderata, con randa square-topped e un gennaker di piccole dimensioni, armato molto basso sui ¾ dell’albero, ma murato su un classico bompresso telescopico.

Non è una deriva acrobatica, non prevede trapezio, e ad aiutare gli sforzi dell’equipaggio (che si prevede di ogni età e peso) per il raddrizzamento, nella deriva sono alloggiati 31 chili di piombo. “Volevo una deriva che costasse come un Vaurien ma con le prestazioni di un 505, e la stabilità di un piccolo monotipo d’altura”, dice il sognatore Finot, e se lo dice lui si può credere.

Il sogno ha anche radici lontane, ai primi anni 80 Finot disegnò una deriva simile, che fu chiamata Wizz e costruita da Beneteau: 3600 esemplari in due anni non ressero però alla crisi petrolifera. Trent’anni dopo Finot ha ripreso i piani del Wizz e ha dato corpo alla sua evoluzione tecnica, seguita a tre generazioni di barche di ogni tipo.
 
Un prototipo è stato presentato al salone nautico del 2011 a Parigi, ma è solo adesso, dopo 5 anni di revisioni, miglioramenti, furbizie, e soprattutto con la linea di produzione in grande serie, che l’Albatros è pronto davvero a volare. Per fare cosa? Jean-Marie ha le idee chiare, la sua creatura non è nata pensando alle regate: “L’interesse è essere in barca, vivere con il paesaggio circostante, stare sull’acqua, e starci bene”. E non è un caso che il cantiere si chiami “Tous sur l’eau”, tutti sull’acqua!
 
Scheda Tecnica Albatros
Lunghezza scafo mt. 4,30
Larghezza mt 1,95
Superficie velica mq 14,60
Gennaker mq 17
Zavorra kg 34
Peso kg 125
Carico massimo kg 250
Prezzo con vele Euro 7.500
 
www.finot.com

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