Poco piu di dieci anni fa ho cominciato a navigare su di un catamarano, e da quasi altrettanto tempo sento parlare della mitica Round Texel, la regata intorno all'isola olandese di Texel che ha battuto ogni record di partecipazione, arrivando ad oltre 600 barche, rigorosamente a due scafi. I tempi sono cambiati anche in Olanda, ma con quasi 300 barche al via rimane la regata di catamarani piu partecipata al mondo!
E i perché sono facili da trovare: durante il resto dell'anno l'isola é difficilmente circumnavigabile, causa correnti e bassi fondali che rendono il passaggio a Nord impraticabile anche per un F18 che solo di timoni pescherebbe meno di un metro. Per quello la regata viene svolta ogni anno in Giugno, nel sabato dove la alta marea raggiunge il suo picco piu alto durante l'anno. E la partenza viene data poco prima dell'ora di alta: di modo da arrivare nel "punto critico" con la maggior probabilità che tutta la flotta riesca a passare! E non é cosi facile. "Non é una Round Texel se non ti insabbi almeno una volta durante la regata" ci dicevano alla partenza. Infatti noi da neofiti siamo riusciti a infilarci in una secca, per fortuna senza riportare troppi danni e riuscendo a ripartire in poco tempo.
Oltre ai bassi fondali, il secondo avversario diventa la corrente: non essendo nuovi al Mare del Nord e non volendo partire del tutto svantaggiati rispetto al resto della flotta (mediamente I ragazzi di 23 anni hanno già sette-otto Round Texel alle spalle...per non parlare di chi ne ha 35 -edizioni-!) ci siamo muniti di mappe delle maree e simulando vari tempi di percorrenza lo scenario si é definito abbastanza chiaro: chi per primo arriva a girare i vari capi, potrá solo allungare sulla flotta perché col passare del tempo l' "aiuto" della corrente diventa sempre inferiore....fino ad invertire la tendenza! Infatti scopriamo che ad ogni gate (quattro lungo il percorso) la giuria puo obbligare la parte di flotta non ancora transitata a fermarsi o tornare indietro, se le condizioni per completare il percorso non ci sono piu.
Questo rispecchia lo spirito della Round Texel, perché é una regata che ha nella sua "democrazia" il punto fondamentale: tutti sono benvenuti, basta che abbiano due scafi, siano catamarani non abitabili ed abbiano almeno una vela. Quindi sulla linea di partenza puoi trovare le incredibili macchine volanti dei flying cats, Nacra 20 e Phantom Project in testa (1-0 per il cantiere di Den Haag all'esordio volante), ma anche progetti artigianali come quello di Mischa Hemmskerk, trovi i Marstrom 20 che sembrano all'improvviso diventate barche vecchie, i Nacra 17 in campagna olimpica e quelli con una medaglia olimpica a bordo, l'agguerrita flotta Formula 18 e i fratelli minori Formula 16. E poi Hobie 16 con e senza spi, classe A, Dart e qualunque (ripeto qualunque) catamarano recuperato sulle spiagge olandesi, che con un carrello raffazzonato é riuscito arrivare al mitico Paal 17 (la spiaggia della partenza). Sul traghetto di andata abbiamo trovato due signori che armati solo di un sacchetto con la muta, perché non avendo un carrello stradale avevano in programma di attraversare a vela e raggiungere la partenza via mare, ma a causa dell'assenza di vento e le correnti troppo forti del giorno prima hanno abbandonato l'impresa. E ora speravano in un imbarco dell'ultimo minuto. Questo é l'incredibile spirito della Texel, di una nazione come l'Olanda fatta storicamente di navigatori dai tempi dei grandi commerci, che ha fatto del catamarano un mezzo di necessitá per combattere le forti correnti dei suoi mari e della vela uno sport ricreativo ed estremamente popolare, con un approccio paragonabile senza troppi riguardi a quello francese.
E non é un caso se questo si é poi riflesso sulla vela olimpica: i "Dutchies" a Londra 2012 hanno portato a casa la bellezza di un oro, un argento e un bronzo grazie a velisti talentuosi sostenuti da una federazione forte e uno sponsor come Delta Lloyd che ha creduto -a ragion veduta-nelle classi olimpiche. (Qualche anno fa proprio su queste pagine vi avevo raccontato il saluto degli olandesi alla sua squadra prima dei Giochi)
Tante le emozioni che ci portiamo a casa da questa trasferta. Sicuramente la partenza al lasco sotto gennaker con 15 nodi ed onda, dopo qualche minuto girarsi dietro e vedere un muro di vele colorate. Ma poi le corse al doppio trapezio e spi, gli ingaggi con barche piu grandi e piccole, e le distese di pubblico alla partenza e lungo il percorso, un po' come la nostra Barcolana o la Centomiglia di un tempo.
Piu di tutte peró rimane quella sensazione strana che nasce ogni volta compiendo un percorso nuovo, quella curiosità di girare il prossimo capo che fino a quel momento rappresentava un punto sulla mappa e dei gradi sulla bussola. Che hai analizzato molto chiaramente sulla carta intepolando vento e corrente ma esiste in fondo solo nella tua immaginazione. Chiamatelo primordiale senso della scoperta, curiosità per l'ignoto o semplicemente voglia matta di navigare. Ma queste nostre barchette a due scafi oltre a farci scannare tra le boe come fossimo alle Olimpiadi o in Coppa America ci aprono una dimensione bellissima dalla quale i derivisti loro malgrado sono esclusi.
Nata in Francia (chissa perche!) ed esportata nel mondo, é quella dei Raid o cosi dette Long Distance. Le "classiche" dipingono rotte bellissime nel Mediterraneo, nel Golfo di Biscaglia o nel Mare del Nord. Sono il Duc d'Albe, il Raid di Carnac, il Raid de Corsaires, la Round Texel. E poi le "nostre" in Italia: Sestri, Grosseto, Ischia. Chiunque abbia la passione per la vela e la navigazione dovrebbe fare una di queste regate almeno una volta. non bisogna essere campioni e non serve avere un gps. Basta un trapezio, una bussola, e una buona muta! Chiedete al vostro amico o vicino di circolo che ha un catamarano di fargli da prodiere per la prossima. L'unico pericolo....é non vedere l'ora di girare la prossima isola!
E i perché sono facili da trovare: durante il resto dell'anno l'isola é difficilmente circumnavigabile, causa correnti e bassi fondali che rendono il passaggio a Nord impraticabile anche per un F18 che solo di timoni pescherebbe meno di un metro. Per quello la regata viene svolta ogni anno in Giugno, nel sabato dove la alta marea raggiunge il suo picco piu alto durante l'anno. E la partenza viene data poco prima dell'ora di alta: di modo da arrivare nel "punto critico" con la maggior probabilità che tutta la flotta riesca a passare! E non é cosi facile. "Non é una Round Texel se non ti insabbi almeno una volta durante la regata" ci dicevano alla partenza. Infatti noi da neofiti siamo riusciti a infilarci in una secca, per fortuna senza riportare troppi danni e riuscendo a ripartire in poco tempo.
Oltre ai bassi fondali, il secondo avversario diventa la corrente: non essendo nuovi al Mare del Nord e non volendo partire del tutto svantaggiati rispetto al resto della flotta (mediamente I ragazzi di 23 anni hanno già sette-otto Round Texel alle spalle...per non parlare di chi ne ha 35 -edizioni-!) ci siamo muniti di mappe delle maree e simulando vari tempi di percorrenza lo scenario si é definito abbastanza chiaro: chi per primo arriva a girare i vari capi, potrá solo allungare sulla flotta perché col passare del tempo l' "aiuto" della corrente diventa sempre inferiore....fino ad invertire la tendenza! Infatti scopriamo che ad ogni gate (quattro lungo il percorso) la giuria puo obbligare la parte di flotta non ancora transitata a fermarsi o tornare indietro, se le condizioni per completare il percorso non ci sono piu.
Questo rispecchia lo spirito della Round Texel, perché é una regata che ha nella sua "democrazia" il punto fondamentale: tutti sono benvenuti, basta che abbiano due scafi, siano catamarani non abitabili ed abbiano almeno una vela. Quindi sulla linea di partenza puoi trovare le incredibili macchine volanti dei flying cats, Nacra 20 e Phantom Project in testa (1-0 per il cantiere di Den Haag all'esordio volante), ma anche progetti artigianali come quello di Mischa Hemmskerk, trovi i Marstrom 20 che sembrano all'improvviso diventate barche vecchie, i Nacra 17 in campagna olimpica e quelli con una medaglia olimpica a bordo, l'agguerrita flotta Formula 18 e i fratelli minori Formula 16. E poi Hobie 16 con e senza spi, classe A, Dart e qualunque (ripeto qualunque) catamarano recuperato sulle spiagge olandesi, che con un carrello raffazzonato é riuscito arrivare al mitico Paal 17 (la spiaggia della partenza). Sul traghetto di andata abbiamo trovato due signori che armati solo di un sacchetto con la muta, perché non avendo un carrello stradale avevano in programma di attraversare a vela e raggiungere la partenza via mare, ma a causa dell'assenza di vento e le correnti troppo forti del giorno prima hanno abbandonato l'impresa. E ora speravano in un imbarco dell'ultimo minuto. Questo é l'incredibile spirito della Texel, di una nazione come l'Olanda fatta storicamente di navigatori dai tempi dei grandi commerci, che ha fatto del catamarano un mezzo di necessitá per combattere le forti correnti dei suoi mari e della vela uno sport ricreativo ed estremamente popolare, con un approccio paragonabile senza troppi riguardi a quello francese.
E non é un caso se questo si é poi riflesso sulla vela olimpica: i "Dutchies" a Londra 2012 hanno portato a casa la bellezza di un oro, un argento e un bronzo grazie a velisti talentuosi sostenuti da una federazione forte e uno sponsor come Delta Lloyd che ha creduto -a ragion veduta-nelle classi olimpiche. (Qualche anno fa proprio su queste pagine vi avevo raccontato il saluto degli olandesi alla sua squadra prima dei Giochi)
Tante le emozioni che ci portiamo a casa da questa trasferta. Sicuramente la partenza al lasco sotto gennaker con 15 nodi ed onda, dopo qualche minuto girarsi dietro e vedere un muro di vele colorate. Ma poi le corse al doppio trapezio e spi, gli ingaggi con barche piu grandi e piccole, e le distese di pubblico alla partenza e lungo il percorso, un po' come la nostra Barcolana o la Centomiglia di un tempo.
Piu di tutte peró rimane quella sensazione strana che nasce ogni volta compiendo un percorso nuovo, quella curiosità di girare il prossimo capo che fino a quel momento rappresentava un punto sulla mappa e dei gradi sulla bussola. Che hai analizzato molto chiaramente sulla carta intepolando vento e corrente ma esiste in fondo solo nella tua immaginazione. Chiamatelo primordiale senso della scoperta, curiosità per l'ignoto o semplicemente voglia matta di navigare. Ma queste nostre barchette a due scafi oltre a farci scannare tra le boe come fossimo alle Olimpiadi o in Coppa America ci aprono una dimensione bellissima dalla quale i derivisti loro malgrado sono esclusi.
Nata in Francia (chissa perche!) ed esportata nel mondo, é quella dei Raid o cosi dette Long Distance. Le "classiche" dipingono rotte bellissime nel Mediterraneo, nel Golfo di Biscaglia o nel Mare del Nord. Sono il Duc d'Albe, il Raid di Carnac, il Raid de Corsaires, la Round Texel. E poi le "nostre" in Italia: Sestri, Grosseto, Ischia. Chiunque abbia la passione per la vela e la navigazione dovrebbe fare una di queste regate almeno una volta. non bisogna essere campioni e non serve avere un gps. Basta un trapezio, una bussola, e una buona muta! Chiedete al vostro amico o vicino di circolo che ha un catamarano di fargli da prodiere per la prossima. L'unico pericolo....é non vedere l'ora di girare la prossima isola!
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