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17/12/2013 - 18:37

Costruito a Erbusco (Brescia)

Nasce in Italia
Il 100 piedi record

Vi portiamo a bordo di un maxi incredibile, nuovo gioiello della cantieristica italiana. Da Finot-Conq 30 metri di design, innovazione, leggerezza e velocità. Ecco Nomad IV, FC100 di Maxi Dolphin, definito senza mezzi termini: il 100 piedi da crociera più veloce al mondo. Le foto dello yacht e la storia del cantiere
 
 
Una barca a vela è sempre il risultato di molti fattori e di tante storie. Quella che presentiamo oggi, il modello FC100 del cantiere Maxi Dolphin, non fa eccezione, anzi rafforza la regola. Nel nuovo 30 piedi da crociera super-veloce, c’è un condensato della storia di Maxi Dolphin e della sua continua rincorsa all’innovazione e alla tecnologia; c’è un armature esigente che ha cercato a lungo prima di scegliere il cantiere del Gruppo Moretti; ci sono le matite di Finot-Conq, designer che sembrano avere un patto con le onde; c’è la conferma della qualità del made in Italy nella grande nautical.
 
Leggerezza, potenza, eleganza e comfort. Questo è il nuovo FC3 100 by Maxi Dolphin Nomad IV. Lungo 30,48 metri, il nuovo FC 100 ha le linee dello scafo  firmate dallo studio francese Finot-Conq, che, assieme all’ufficio di Project Design del cantiere, ha curato anche  l’organizzazione degli interni. Il décor e gli allestimenti degli interni, interamente realizzati dalle maestranze del cantiere, sono opera di Pierre Frutschi Architecture & Design.
 
“Il cruiser di 100 piedi più veloce al mondo”. Questa la definizione che lo studio Finot-Conq ha dato al nuovo FC3 100 by Maxi Dolphin che, con la sua carena che deriva direttamente dalla lunga esperienza dei progettisti francesi nel settore delle imbarcazioni oceaniche, con slanci ridotti e larghezza massima (8,30 metri) che si prolunga fino a poppa e doppi timoni, è destinato sia alle lunghe crociere sia alla partecipazione alle più importanti regate del panorama internazionale.
 
Un programma affascinante e impegnativo reso possibile dalla raffinata costruzione in materiali compositi e dalla filosofia che da sempre distingue tutte le realizzazione del cantiere Maxi Dolphin: la ricerca della leggerezza. Una qualità che viene dall’esperienza e dalla professionalità della maestranze del cantiere che hanno utilizzato i materiali più avanzati, nomex, fibre di carbonio a modulo intermedio, preimpregnati e le medesime tecnologie  impiegate nella costruzione nei racer più estremi, per realizzare una imbarcazione di sole 52 tonnellate di stazza, una in meno di quanto previsto nei piani di costruzione.
 
Dotato di lifting keel da 15 tonnellate che riduce da 5,90 metri a soli 3,50 metri il pescaggio e due cassoni di zavorra (ballast) da 9 tonnellate ciascuna, il nuovo FC3 100 by Maxi Dolphin, oltre a poter navigare anche sui bassi fondali, ha una notevole rigidità alla vela, caratteristica che esalta le prestazioni che vengono dal poter alzare sul suo albero di 46 metri ben 690 metri quadrati di vele.
 
Il piano di coperta, assolutamente libero dalle manovre, è molto semplice, con il pozzetto destinato agli ospiti subito a poppa della tuga, molto bassa e ampiamente vetrata, che segna appena il profilo laterale dello yacht. Il pozzetto di manovra con le due timonerie ha a poppa un ampio spazio libero sopra il garage del tender mentre il portellone si apre per realizzare la spiaggetta per il bagno.
 
SCENDIAMO SOTTO COPERTA
Anche per l’organizzazione degli interni la scelta di fondo è stata quella di una semplicità quasi minimalista abbinata alla massima comodità. Così dal grande living sotto al deck house, che con le sue vetrata offre una vista a 360 gradi sul mare, gli interni si sviluppano, a poppa, con una cabina doppia per gli ospiti, la cucina e gli alloggi del comandante e dell’equipaggio oltre alla sala motore.
 
A prua del salone, altre tre cabine portano a sei i posti letto per gli ospiti, mentre la parte prodiera è interamente dedicata alla suite amatoriale, che si sviluppa per ben 5 metri di lunghezza lungo la murata di sinistra.
 
Negli interni le tonalità sono quelle del bianco opaco per le tappezzerie e i cielini con gli elementi strutturali lasciati in evidenza e nei quali, così come nei mobili a parete, si esalta la trama e il nero lucido della fibra di carbonio. I pavimenti sono ricoperti da una leggerissima moquette per soddisfare le esigenze di comfort dell’armatore senza intaccare le qualità tecniche dallo yacht. Anche nel décor il nuovo FC3 100 by Maxi Dolphin si distingue per la ricerca delle prestazioni anche attraverso, per esempio, i sedili nei box doccia in plexiglass realizzati in fibra di carbonio così come la vasca da bagno nell’armatoriale.
 
INTERIOR DESIGN D’AVANGUARDIA
Pannelli di sandwich di compensato marino e nomex, realizzati con le medesime tecniche che si utilizzano quando si impiega la fibra di carbonio. Così sono stati costruiti gli interni del nuovo FC3 100 by Maxi Dolphin che portano la firma congiunta di tre protagonisti. La distribuzione degli interni è opera dello studio Finot-Conq in quanto vincolato alla struttura dell’imbarcazione, lo stile e il décor dell’arredamento sono di Pierre Frutschi Architecture & Design che ha optato per un minimalismo molto elegante e infine l’Ufficio Project Design di Maxi Dolphin ha costituito l’elemento di sviluppo, di collegamento anche con l’armatore, e di costruzione e allestimento.

FINOT-CONQ, TUTTO INIZIA DALL’ECUME DE MER DEL 1970…
Dall’Ecume de Mer che nel 1970 ha segnato una svolta nella progettazione degli scafi da crociera, al progetto FC3 (Finot-Conq, Fast Cruiser, Full Carbon) che ha dato vita al nuovo FC100 by Maxi Dolphin, passando per gli Open 60 protagonisti delle più famose regate oceaniche senza dimenticare le serie degli scafi disegnati per il cantiere Bénéteau dai First, ai Clipper,  agli Oceanis. Lo studio Finot-Conq è tra i maggiori a livello internazionale, ma con il nuovo FC3  100 ha affrontato per la prima volta il progetto di un 100 piedi.
 
“La base è stata quella di un preliminare per un 105 piedi che nel 1998 avevamo pubblicato sul nostro sito web”, spiega David de Prémorel dello studio Finot-Conq. “Quello che sarebbe stato l’armatore di Nomad IV l’ha visto e ci ha contattato nel 2010. Lui però voleva un 100 piedi e per questo ha indetto una gara tra otto progettisti. Alla fine ha vinto il nostro studio. Il nuovo FC3 100 è la nostra prima barca da crociera di queste dimensioni. In precedenza, la più grande che avevamo disegnato era stato un 80 piedi. Per disegnare questo 100 piedi abbiamo utilizzato tutto il know-how acquisito con barche più piccole e soprattutto sui 60 piedi Open dove abbiamo una grande esperienza. Abbiamo applicato quindi la filosofia di quel tipo di imbarcazioni, senza vincoli di stazza, su un grande cruiser. Questa filosofia si può riassumere in quattro punti: leggerezza, larghezza, grande superficie velica e pescaggio notevole. In particolare il pescaggio importante ci permette di avere chiglia più leggera e di ridurre il peso”.
 
“Il problema è stato trovare il “circuito virtuoso” fra tutti questi elementi tenendo presente che avevamo a che fare non con un Open da regata ma con una imbarcazione completa di interni e quindi con i relativi pesi a bordo. Soprattutto un'imbarcazione che doveva soddisfare la richiesta dell’armatore che voleva, non solo il 100 piedi da crociera più veloce al mondo, ma anche che fosse in grado di ospitare 12 persone e 3-4 persone d'equipaggio. Una sfida non facile, un vero lavoro di équipe. Sono stati tre anni di lavoro intenso per un grande risultato”.
 
I TEST DI QUALITA’
Nella costante ricerca dell’eccellenza nelle sue imbarcazioni, anche sul nuovo FC3 100 Nomad IV, il cantiere Maxi Dolphin si è affidato a Q.I. Composites, unica società certificata dai Germanischer Lloyd per quanto riguarda le verifiche tecniche nella qualità di costruzioni in materiali compositi.
 
“Siamo entrati nel progetti del nuovo FC3 100”, spiega Stefano Beltrando, general manager di Q.I Composites, “dalle primissime fasi. Abbiamo infatti svolto una serie di test distruttivi su una serie di pannelli che riproducevano determinate parti di scafo e coperta. Non solo per verificarne la resistenza, ma anche le procedure di costruzione. Sono questi test fondamentali perché dal loro risultato derivano i piani costruttivi veri e propri. Una volta che sono stati validati e definiti processo e materiali, ha preso il via la costruzione che, in una serie di step predefiniti – dalla posa della prima pelle a quella di chiusura -  è stato interrotto per svolgere i test non distruttivi di verifica. Allo stesso tempo abbiamo svolto i test chimici per valutare la qualità della resina e altri fattori come la correttezza per quanto riguarda tempi e temperature della cottura in forno”.
 
“Questa procedura è stata applicata a scafo, coperta ma anche a elementi come il box della canting keel e a tutte le strutture interne; esattamente come se il nuovo FC3 100 by Maxi Dolphin fosse una barca estrema da regata. In pratica abbiamo lavorato come se fossimo alle prese con un Volvo 70 o un TP 52. Il fatto che il progetto di Nomad IV sia firmato da Finot-Conq, studio che ha una grandissima esperienza negli Open oceani di cui il MD 100 riprende i concetti di fondo, ma famoso anche per la raffinata semplicità delle strutture delle loro barche, ha permesso un risultato finale di altissimo livello. Al momento, a livello internazionale, non esiste una certificazione della reale qualità costruttiva delle imbarcazioni in composito. Tutto sta quindi nella professionalità, nella capacità tecnica e nell’attenzione che il cantiere pone per dare all’armatore il massimo della qualità. Ed è quello che può certificare per il nuovo FC3 100 by Maxi Dolphin Nomad IV la Q.I. Composites, società che, a dimostrazione dell’esperienza accumulata in 14 anni, è stata scelta dagli organizzatori della Volvo Ocean Race per le attività di controllo e analisi per l'intera flotta delle due prossime edizioni del giro del mondo”.
 
L’ALBERO: 3500 ORE PER COSTRUIRLO
3500 ore di lavoro sono state necessarie ai tecnici di Lorima, azienda francese leader nel settore degli alberi e delle attrezzature in carbonio, per costruire albero, boma e sartiame del nuovo FC3 100 by Maxi Dolphin.
 
“È una delle imbarcazioni più potenti a cui abbiamo costruito l’albero”, dice Vincent Marsaudon, di Lorima. “Abbiamo lavorato come fosse un albero da regata, leggero e performante. Di solito per l’albero di una barca da crociera non ci si spinge tanto avanti. Invece per il nuovo FC3 100 by Maxi Dolphin abbiamo usato concetti e materiali propri di un racer, con in più un fattore di sicurezza molto elevato, certificato da tre controlli successivi. Per la costruzione abbiamo usato fibra di carbonio HS40 ad altissimo modulo con 430 Gpa, ossia il materiale più high-tech che si possa trovare oggi sul mercato: è stato infatti usato anche in America’s Cup. Alla laminazione sotto vuoto, è seguita la cottura nella nostra autoclave (lunga 37 metri). In tutte le fasi della costruzione, che per l’intera fornitura, è durata circa un anno, in perfetto timing con il procedere del lavoro sulla barca, siamo stati in contatto con i progettisti e con Maxi Dolphin. Cerchiamo sempre di lavorare con cantieri al di fuori della Francia e la collaborazione con Maxi Dolphin è stata perfetta.”
 
SCHEDA TECNICA FC3100
Progetto Finot - Conq
Costruttore Maxi Dolphin
Interior Design Finot-Conq/Maxi Dolphin Project Design Team
Interior Styling Pierre Frutschi Architecture & Design
Ingegneria strutturale Studio Finot_Conq con la collaborazione di Gurit
 
Lunghezza 30,48 m (100 ft) 33,48 m con bompresso
Lunghezza al galleggiamento 29,8 m
Larghezza 8,30 m
Pescaggio 5,90/3,50 m
Dislocamento 51.000 kg
Superficie velica di bolina 690 metri quadrati
Superficie velica di poppa 1400 metri quadrati
P = 41,48 m
E= 13,2 m
I=  38,5 m
J = 14 m
Albero Lorima
 
MAXI DOLPHIN, 26 ANNI DI INNOVAZIONE
Bruce Farr, Germàn Frers, Luca Brenta, Roberto Starkel, Bill Tripp, Ettore Santarelli, Axel de Beaufort, Finot-Conq. Sono gli yacht designer che, oltre al Project Design Team interno, hanno firmato le imbarcazioni costruite dal cantiere Maxi Dolphin.
 
Nato nel 1987 per iniziativa di Vittorio Moretti, Maxi Dolphin, che ha sede a Erbusco, provincia di Brescia, in una posizione strategica a metà tra il mar Ligure e l’alto Adriatico, ha fin dall’inizio puntato sull’innovazione. Tratto distintivo anche nell’attività imprenditoriale del suo fondatore che negli anni 60 ha sviluppato i primi prefabbricati industriali in cemento armato.
 
Allo stesso modo, nel 1988, la prima imbarcazione che esce dal cantiere Maxi Dolphin, il 22 metri Carmen di Bellavista, un progetto di Bruce Farr, è costruita in fibre di kevlar e carbonio per le pelli e sandwich di Airex a densità variabile. Una novità per quegli anni. Segue, nel 1995, lo scafo di Genie of The Lamp, 24 metri di German Frers, che è il primo easy sailing yacht della serie dei Wally. Nel 2001 è la volta di un altro progetto di German Frers, Viriella, innovativo 36 metri con chiglia mobile.
 
Parallelamente a questi grandi yacht, Maxi Dolphin, è impegnato nella costruzione di una serie di monotipi disegnati da Ettore Santarelli come il Joker e il Dolphin 81 e dei G34, i monotipi di Finot utilizzati dal 1999 in poi al Giro d’Italia in Vela. E ancora, su progetto dello Studio Tecnico Maxi Dolphin, del day sailer MD33.
 
Nel 1999 il varo del primo della serie di cinque MD65 disegnati da Luca Brenta, che nel 2006 firma anche il TP52 Astro. Nel 2008 è la volta del Maxi Dolphin 75’ disegnato da Bill Tripp seguito dal Maxi Dolphin Nacira 67, un progetto di Axel de Beaufort e dello studio Nacira, un 60 Open da crociera in grado di navigare sopra i 25 nodi. Il cantiere Maxi Dolphin ha fino a oggi realizzato ben 300 imbarcazioni tra monotipi, custom e semi custom yacht a vela e a motore.

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