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11/05/2013 - 19:21

L'America's Cup si interroga e apre una indagine

Tragedia Artemis
Inchiesta di Murray

!--paging_filter--strongIain Murray (direttore di regata dell’America’s Cup), apre una indagine sull’incidente costato la vita a Andrew Simpson/strong!--break--br / br / br / br / Il day after della Coppa America e del mondo della vela è ancora pieno di dolore, incredulità, interrogativi. Restano aperte molte domande sulla dinamica dell’incidente, e la perdita di una vita umana, di un atleta olimpico con due medaglie, un velista noto a livello mondiale, lascia ancora senza risposte, e con un senso di vuoto.br / br / I paragoni si sprecano: la morte di sciatori in discesa libera, la morte del motociclista Simoncelli, la scomparsa del velista olandese alla penultima Volvo Ocean Race, il giovane velista napoletano annegato un anno e mezzo fa, sotto a un 420 scuffiato durante un allenamento nello stesso golfo che tre settimane fa ha ospitato le World Series... Tutte vicende accomunate dalla tragica fatalità.br / br / Il tam-tam dei commenti, tuttavia, si lascia andare a un’onda lunga di critiche sul formato nuovo della Coppa, sulle nuove barche-mostro, troppo estreme e pericolose. Una ridda di voci e commenti che, spinta all’infinito, può far pensare anche a soluzioni altrettanto estreme: il ritiro di Artemis (e sarebbe il secondo Challenger of Record a ritirarsi in una stessa edizione della Coppa...), un cambio di calendario o di regole (come se fosse possibile rendere più sicuri gli AC72, magari togliendo i foil o riducendo la superficie della wingsail: forse sarebbe persino peggio), addirittura un annullamento dell’evento.br / br / La decisione del Race Director ACEA, l’australiano Iain Murray, di aprire una inchiesta ufficiale sull’incidente, va nella direzione giusta: fare chiarezza, innanzitutto, stabilire come sono andati i fatti, evidenziare eventuali responsabilità, dare un senso, per quanto possibile, alla scomparsa del povero grande Andy. Dieci minuti sott’acqua senza che nessuno, con tanti gommoni intorno ad Artemis naufragato, fosse in grado di estrarlo dal groviglio mortale.br / br / L’inchiesta dovrebbe dare anche risposte chiare e possibilmente definitive sugli standard di sicurezza dei mezzi nautici con i quali si correrà la prossima edizione del trofeo sportivo più antico della storia, l’America’s Cup. Dopo tante polemiche e tanto discutere sulla XXXIV Coppa America, a pochi mesi dal via alla Louis Vuitton Cup (prime sfide ufficiali il 7 luglio), gli organizzatori devono delineare con esattezza millimetrica il perimetro tecnico e della sicurezza personale dei velisti impegnati, oltre che quello dello spettacolo, della tv, del pubblico, di facebook o di flinstones. L’incidente di Artemis è troppo grave per restare solo confinato nel dolore e nella fatalità. Si deve ragionare, tutti devono farlo, ISAF compresa, che proprio in questi giorni è a Copenaghen per il primo Mid Year Meeting di Carlo Croce da presidente. L’automobilismo ha cambiato regole e imposto severi parametri di sicurezza a ogni grave incidente, e lo stesso altri sport. La vela, e la Coppa che ne è una delle massime espressioni, devono fare lo stesso, perchè adesso non ci sono più alibi. Dopo le avvisaglie delle scuffie tra AC45 e AC72 (rovinoso e fortunatamente senza conseguenze per l’equipaggio quello di Oracle), e incidenti minori, la morte di Simpson segna una linea rossa. Una nuova tragedia non sarebbe accettabile. Buona inchiesta Mr. Murray, e prendete decisioni serie.br / br / IL COMUNICATO ACEA SULL’APERTURA DELL’INCHIESTAbr / Il Regatta Director dell’America’s Cup, Iain Murray, condurrà un’indagine relativa agli eventi che hanno portato alla scuffia dell’AC72 di Artemis Racing e alla morte di Andrew Simpson.br / br / Durante una sessione di allenamento nella baia di San Francisco, Artemis Racing si è ribaltato mentre soffiava un vento tra i 18 e i 20 nodi. La barca si è spezzata in due e Simpson, 36 anni, è rimasto intrappolato.br / br / Il personale imbarcato a bordo dei gommoni di appoggio si è subito adoperato per recuperare gli uomini dall’acqua, notando immediatamente la mancanza di Simpson. Una volta individuato e portato a bordo, il velista britannico è stato affidato a un’équipe media che ha tentato per oltre venti minuti di rianimarlo. L’intervento non ha sortito l’effetto sperato e mezz’ora dopo il sinistro Simpson è stato dichiarato morto.br / br / “Sono passate meno di ventiquattro ore dall’incidente e il dolore che proviamo è fortissimo e avvertito da tutti. Le nostre condoglianze vanno alla famiglia di Andrew, ai suoi amici e ai membri dell’equipaggio di Artemis Racing” ha detto Stephen Barclay, il CEO dell’America’s Cup Event Authority nel corso di un incontro con la stampa.br / br / “E’ ancora presto per parlare della cause dell’incidente. Iain Murray si occuperà di svolgere un’indagine e si coordinerà con la polizia di San Francisco, con la Guardia Costiera degli Stati Uniti e con ogni altra parte coinvolta,” ha concluso Barclay.br / br / Murray, veterano delle regate di altura e velista di America’s Cup, vanta una conoscenza completa di questo sport e ha rifiutato di speculare sulle cause per non pregiudicare i risultati dell’indagine.br / br / “Tutto ciò che sappiamo è che la barca si è ribaltata e si è spaccata a metà – ha detto Murray – Tra il momento in cui la barca navigava di bolina e quello in cui ha scuffiato è passata una frazione di secondo ed è su questo lasso di tempo che dobbiamo investigare”.br / br / Il gommone di Artemis Racing è stato coadiuvato dai mezzi di Oracle Team USA, di Emirates Team New Zealand e di Luna Rossa Challenge 2013, tutti intenti a seguire l’allenamento del team svedese.br / br / “Questo incidente ricorda quante siano le insidie che devono affrontare tutti coloro che sono impegnati sull’acqua, siano essi diportisti o professionisti,” ha affermato il capitano Matt Bliven della Guardia Costiera degli Stati Uniti, che aiuterà Murray nel corso dell’indagine.br / br / “Viene inoltre sottolineata l’importanza di possedere un adeguato livello di allenamento in modo da minimizzare le conseguenze di eventi negativi. E’ un dettaglio che abbiamo sempre notato stare a cuore all’organizzazione dell’America’s Cup e ai team partecipanti,” ha concluso Bliven.br / br / Non è stata comunicata una data di chiusura delle indagini. Nel frattempo la polizia di San Francisco ha avviato una sua indagine, come vuole la consuetudine quando è coinvolta la perdita di una vita umana.br / “Iain inizierà la sua indagine e lo farà in modo attento e approfondito – ha detto Barclay – Sono convinto che l’evento della prossima estate sarà assolutamente spettacolare e non ho intenzione di pregiudicarlo. Vedremo quali saranno le conclusioni e le raccomandazioni che emergeranno dallo studio di Iain”.br / br / a href="http://www.americascup.com" title="www.americascup.com"www.americascup.com/abr /

Commenti

Enrico Zaffalon (non verificato)

HMMMMM direi che il tutto si commenta da solo nelle ultime righe:- "l’evento della prossima estate sarà assolutamente spettacolare e non ho intenzione di pregiudicarlo"... e comunque la posizione di difesa che stanno assumendo... "E’ ancora presto per parlare della cause dell’incidente" ... la dice lunga! Le cause dell'incidente sono nel mezzo stesso e lo sappiamo tutti! Una vita è morta, un ragazzo di 39 anni ci ha rimesso la vita su di un mezzo non ancora collaudato che qualcuno.. ha assolutamente voluto con l'unica scusa di fare spettacolo , spettacolo che attragga la visione del pubblico! Niente meglio dell'incidente per far parlare i media.. Questo lo trovo disdicevole.