blog | Di Fulvio Croce
22/04/2013 - 17:27
Un paradiso chiamato BVI
Le rocce di Bath a Virgin Gorda, BVI
Un paradiso chiamato Virgin Islands
12 aprile 2013
Le British Virgin Islands sono un paradiso nel paradiso, quanto a colori, mare, baie ridossate, isole deserte. 4 isole maggiori, Tortola, Virgin Gorda, Anegada e Jost Van Dyke ed una trentina di minori, disabitate. Un approdo, un marina o un ancoraggio ogni poche miglia, tanti marina piccoli e più grandi, tutti in stile locale, con servizi, ristoranti, negozietti. Un mare protetto, senza onde oceaniche, barriere coralline molto belle, boe cui attaccarsi, molte gratuite, barracuda, tartarughe, razze, squaletti, aragoste, pellicani e tanti altri uccelli marini a vista ovunque. E sempre l'aliseo gentile a rinfrescare e gonfiare le nostre vele.. Una vera pacchia! L'impronta e l'organizzazione inglese sono evidenti, i mari protetti e soggetti a regolamentazione, ma in salsa caraibica, rilassata ed accogliente. Le barche, soprattutto charter e catamarani sono tante, ma pressoché tutti sono qui per godersi la natura e stare bene ed in tranquillità, senza rumori e discoteche e gli angoli solitari si trovano ovunque. Lontani sono i Caraibi del sud, più folckolistici, rustici, qui le aragoste vanno a 50$ a piatto, ma il godimento diciamo ambientale è veramente al massimo. Dopo 20 giorni a girovagare qui in libertà, è difficile dire se ricorderemo con più piacere i famosi Bath di Virgin Gorda, spiaggette candide tra enormi massi di granito, o le spiaggie infinite di Anegada, di cui si puo fare il perimetro a piedi nudi sulla battigia incontrando forse 4 case, qualche piccolo hotel e ristorante, e molti più pellicani e fregate che turisti. Oppure ancora la rusticità semplice e rilassata (chiassosi a sbevazzoni americani a parte) di Jost Van Dyke. O se abbiamo apprezzato di più le grotte di Norman Island, o la notte all'ancora a Peter Island, o quella solitaria alla remota Great Tobago, sotto un cielo di stelle scintillanti. Oppure ancora la cena di aragosta, perfettamente cucinata a Pomato Point (ancora Anegada) oppure le nuvole immense di avannotti negli anfratti delle scogliere, apparentemente incuranti dei pellicani, dei barracuda e degli altri predatori che li assediavano. I resort esclusivi non mancano, le ville di lusso neanche, alcune isole sono addirittura private, ma non si può dire che la pressione antropica sia significativa nè lo sviluppo eccessivo. Abbiamo passato pomeriggi ad ammirare i pellicani a pesca, da soli su bianche spiagge deserte, passato notti in baie ridossate e silenziose, fatto bagni e nuotate in perfetta solitudine, ore ad osservare la barriera, satura di vita e di colori.
Un girovagare senza preoccupazione alcuna, senza orari e senza calendario, assolutamente indimenticabile..
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