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26/03/2013 - 19:09

Verso l'estate di Coppa America. Ecco come, perchè e quanto, questi catamarani volano

Paul Cayard:
adesso parlo io

L’ex baffo (ora li ha tagliati) più popolare della vela, Paul Cayard CEO di Artemis Racing la sfida svedese Challenger of Record della XXXIV Coppa America, parla apertamente: di Coppa, calendario, avversari, meteo. Ma soprattutto di come, perchè e quanto, questi catamarani volano. Abituiamoci: è il foiling, baby!

E’ a capo di una sfida ricca, ricchissima, anche se prudente nel gestire il budget. E’ uno dei personaggi più esperti della mega-vela dalla Coppa America al giro del mondo. E’ uno degli amici e sodali di Russell Coutts. A meno di cinque mesi dalla Louis Vuitton Cup di San Francisco, Cayard apre bocca. E come sempre non lo fa a caso. Ecco un estratto dall'intervista rilasciata a Craig Leweck su Scuttlebutt.

Quali sono le variabili in gioco nella corsa all’America’s Cup 2013?

“Allenarsi con Oracle è stato fondamentale e ci ha permesso di decidere
alcuni cambiamenti piuttosto rilevanti. Per fortuna tutto ciò è accaduto lo scorso febbraio e non a luglio, quindi abbiamo tutto il tempo per sistemare le cose, anche se dobbiamo impegnarci di più sul foiling.”

Questa definizione sta ormai entrando nel lessico dei velisti di tutto il mondo...

“Quando parliamo di foiling, è importante comprendere che non è tutto bianco o tutto nero, esiste uno spettro di colori e sfumature che non permette di ridurre il foiling ad una mera questione legata al dislocamento della barca. Il fatto che il catamarano con entrambi gli scafi decolli sull’acqua (questo è il foiling, ndr) dipende dai foils sul timone e dal design delle derive a baionetta. In un range che va da zero al peso pieno della barca, un vero decollo implica il decollo di tutto il peso della barca stessa.

La nostra barca ha derive a forma di "j" e nei fatti sollevano solo una percentuale del nostro dislocamento. Il gioco del foiling sta in un buon compromesso tra l'azione di frizione e quella di deriva stessa. Le barche che fanno un foiling pieno, che si alzano di più e a lungo, utilizzano derive a "L", ma entrambe le superfici di queste derive e la strettezza dell'angolo della loro forma, producono una frizione maggiore nell’acqua, e al contempo una funzione di decollo superiore rispetto alle derive con forma a "J".

Scelta più prudente o scelta più radicale...

“Al momento stiamo lavorando molto alla ricerca delle migliore soluzione. Dobbiamo capire bene quali elementi delle derive a "L" influiscono sulla manovrabilità e sull'accellerazione in poggiata. E’ un aspetto che noi temevamo, ma adesso la nostra esperienza con Oracle ci dice che le loro derive ad "L" non sembrano essere un grosso ostacolo in tal senso. Questa ed altre considerazioni ci hanno spinto alle attuali modifiche. In altre parole stiamo modificando un AC45 per cominciare al più presto ad allenarci su una barca che impieghi un foiling completo, colmando allo stesso tempo il gap dell'arrivo della seconda barca e dandoci adesso la possibilità di allenarci. Il nostro scopo è quello di essere pronti quasi al massimo per le regate di selezione degli sfidanti a luglio.

Come sarà il secondo AC72 di Artemis?

“Possiamo ben dire di star costruendo una barca dal foiling pieno. Questo richiede design tutto nuovo della barca, delle scasse di deriva e dei timoni. La barca 1 è stata in cantiere per tre settimane per le modifiche ed eravamo impazienti di tornare in acqua: rendere il foiling pienamente performante avrebbe richiesto troppo tempo. La barca 2 invece sarà pienamente performante, diciamo che ci aspettiamo di far decollare circa l'80% del nostro dislocamento, il che significa scivolare raso acqua.

La tempistica ti soddisfa?

“I lavori hanno qualche ritardo sul programma, ma prevediamo di essere pronti per la fine di maggio. Siamo un po' indietro, ma perfettamente in grado di reggere la sfida come gli altri team.

Qualche osservazione da dentro il team di Artemis?

“Sono stato davvero impressionato dal nostro timoniere Nathan Outteridge, l’australiano è stato in grado di padroneggiare il foiling sul Moth volante fino a vincere i Mondiali e al contempo vincere la medaglia d’oro nel 49er alle ultime Olimpiadi. E' stato tra i più determinati e sicuri nel voler affrontare queste modifiche nel design piuttosto che utilizzare il tempo in acqua e crede fermamente che il team sarà prontissimo quando la barca 2 sarà varata.

Riparliamo un attimo di questo magico foiling: ma davvero una barca a vela può volare sul’acqua?

“Parliamo di “foils” e di “foiling”, la questione su cui tutti ci stiamo concentrando (si tratta delle derive inclinate che agiscono facendo uscire lo scafo fuori dall’acqua, come i Moth o come gli aliscafi, ndr), il foiling è quando l’intero scafo esce dall’acqua. E’ importante capire che alcuni elementi influenzano direttamente l’equazione, a cominciare dal vento, sia la sua forza sia l’angolo sulle vele. Se il vento è troppo leggero per fare foil, uscire dall’acqua, allora le lame sulle derive saranno un problema, perchè faranno un effetto trascinamento con conseguente forte rallentamento. E qui entra in gioco il problema meteo e del calendario delle regate. Mentre a luglio e agosto sono mesi ventosi nella baia di San Francisco, settembre può offrire un range di diverse condizioni di vento, anche leggero. Il risultato? Il “foiling package” che funzionerà bene per la Louis Vuitton Cup (7 luglio-31 agosto), potrebbe non essere la soluzione ideale per la finale di Coppa America (7-23 settembre).

Dobbiamo aspettarci sorprese in questa gara al decollo?

“Finora nessun team è stato in grado di utilizzare al meglio il foiling in bolina e non credo si vedrà in questa Coppa America, ma anche se nessuna barca impiegherà il foiling pieno in bolina, la strada è tracciata e la filosofia resta questa anche stringendo il vento: in fondo quasi la metà del dislocamento dello scafo si alzerà navigando di bolina.

“Nel periodo in cui ci siamo allenati con Oracle, è stato davvero interessante osservarli. Come molti altri team, anche loro stanno navigando contemporaneamente con due diverse derive, una è più adatta in bolina e meno stabile nelle andature portanti, mentre quella a forma di "v" è più stabile nelle andature portanti, ma trascina di più di bolina. Possiamo imparare molto osservando, come gli altri team gestiscono l'instabilità di una deriva che fa meno resistenza: potrebbero volare più bassi con una deriva meno stabile, finchè minimizzeranno il beccheggio dello scafo e quindi, voleranno molto più alti con una deriva più stabile che al contempo garantirà una navigazione più sicura. Ripeto, una maggiore stabilità del foiling nelle andature portanti, comporta una resistenza maggiore della deriva in bolina.

Quali altri aspetti potrebbero essere determinanti nelle regate tra luglio e settembre?

“Al di là dell foiling che oggi concentra tanta attenzione, ci sono molti altri aspetti che rendono diversa questa America's Cup. Se consideriamo le condizioni estreme previste per luglio e agosto e la ristrettezza del campo di regata, penso che ne vedremo delle belle, mai viste prima. Persino nelle regate con i monoscafi, non siamo mai stati costretti in una scatola larga circa tre quarti di miglia. Il tempo di reazione necessario per timoniere e le capacità dell’equipaggio farà la vera differenza. Inoltre, le barche sono estremamente fragili e evitare rotture sarà fondamentale. Ci sono molti nuovi elementi che determineranno le performances di questa America's Cup. In fondo è quello che volevamo, no?”

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