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07/12/2012 - 15:10

Navigatore controvento

Pietro D'Alì, rabbia
e voglia di vela

Intervista al navigatore italiano, protagonista all'Invernale di Riva di Traiano mentre si prepara alla Roma per 2 con un nuovo Class 40


Tutti noi conosciamo i grandissimi risultati ottenuti a livello internazionale da questo navigatore non disgiunti da una simpatia ed una carica umana non così frequenti. Per questo hanno suscitato sorpresa e grande condivisione le sue esternazioni rilasciate a Genova, durante l’ultimo Salone, sulle prospettive della vela, riportate in un celebre video di Saily.it. Incontrare Pietro d’Alì al briefing del Campionato invernale di Riva di Traiano è un piacere, oltre che un’occasione da non farsi scappare.

“La situazione del nostro sport continua a peggiorare, stanno uccidendo il nostro settore.”

Pietro parte subito in quarta. Ma allora chi sono i killer?

“E’ un insieme di fattori certamente la crisi economica di tutto il mondo occidentale, ma da noi manca una politica dello sport a cominciare dalla scuola. Migliaia di chilometri di costa, molte città in riva al mare ma quanti studenti in acqua sulle derive a fare quella che una volta si chiamava l’ora di ginnastica? “

Il tono è gentile, ma dall’espressione del viso esce tutta la rabbia e lo sconforto di chi ha dato e dà tanto allo sport e lustro al nostro disastrato Paese.

“Anche in Francia e Spagna c’è la crisi, eccome!, eppure hanno sì ridotto i budget ma li hanno meglio selezionati ed indirizzati. A Santander, nei Paesi baschi, hanno creato un centro federale  olimpico con attrezzature e facilities di altissimo livello. Di fianco, c’è un’area militare dismessa che verrà utilizzata per l’addestramento all’altura e non solo per gli atleti ma anche per armatori non professionisti. Questa è politica dello sport!”

“Quando abbiamo fatto la Transquadra – aggiunge Nino Merola armatore di Scheggia, il Sun Fast 3200 su cui è imbarcato Pietro D’Alì per il Campionato invernale – abbiamo visto come tutto fosse pensato ed organizzato per promuovere le coste ed il mare interessati dal percorso della regata. Addirittura gli organizzatori – continua Merola – hanno creato una commissione per verificare il ritorno economico dell’iniziativa nei territori interessati, per quantificarne l’indotto creato ed i numeri sono risultati molto interessanti.”

“L’arrivo della Volvo Ocean Race in Irlanda a Galway –  dice ancora  D’Alì – ha prodotto una ricaduta economica straordinaria su quella città ed una notevole promozione in termine di immagine.
 Da noi accade esattamente il contrario: tutto quello che profuma di barche viene punito, indagato, diventa quasi disdicevole per l’opinione pubblica. E se trovi qualche sponsor che, per amicizia, ti dà una mano, preferisce non apparire. Lo stesso accade per gli armatori che magari un anno si fanno prendere dall’entusiasmo e l’anno dopo abbandonano per le troppe complicazioni.  In queste condizioni diventa molto difficile programmare una seria attività sportiva di alto livello.”


Pietro, l’anno scorso hai vinto la Roma per 2 in coppia con l’armatore di B2, Michele Galli, ed avete pure battuto il record dei monoscafi, la rifarai quest’anno?

“Certo che la rifarò e allora vi do una notizia in anteprima. Stiamo costruendo a Ravenna, presso il cantiere Orioli insieme a Stefano Raspadori, un Class ’40 progetto Verdier, quello degli Imoca ’60 per intenderci, e la prima regata che faremo, dopo il varo a marzo, sarà proprio la Roma per 2 per poi continuare con la Jacques Vabre ed il Fastnet. Noi veniamo molto volentieri qui a Riva di Traiano a fare le regate, è uno dei pochi Circoli molto attivi nella grande altura, con un bacino di utenza numeroso, ben preparato ed agguerrito”.

www.cnrt.it

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