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15/12/2011 - 13:44
Muore a 86 anni travolto da un'auto. Un maestro, nella vita e nello sport
Muore a 86 anni travolto da un'auto. Un maestro, nella vita e nello sport
Carpaneda, l'ultimo alpino
Un ricordo di Luigi Carpaneda, grande sportivo e grande uomo. Due medaglie olimpiche nella Scherma, titoli mondiali e dirigente nella Vela. Muore investito da un'auto sotto casa a Milano. I funerali giovedi 22
I funerali dell'Ing. Luigi Carpaneda avranno luogo a Milano, Chiesa S. Maria delle Grazie in Piazza Santa Maria delle Grazie 2, giovedì 22 dicembre alle 11.00.
Luigi Carpaneda è morto mercoledì 14 dicembre all'Ospedale Fatebenefratelli, era stato ricoverato d'urgenza in condizioni disperate dopo essere stato investito da un'auto sotto casa, nel centro di Milano. E' una perdita grave, come è sempre grave quando si perde un grande uomo.
L'Ingegnere Luigi Arturo Carpaneda era un ottantaseienne in splendida forma, bello con gli occhi chiari luccicanti, avvolto dal folto candore di barba e capelli, e con le sue rughe profonde, ognuna a raccontare un pezzo di vita vorace, sempre all'assalto, come in pedana.
Ingegnere di successo, Carpaneda viveva tra Milano e La Maddalena con la moglie amatissima Marina Perrot. A La Maddalena aveva sognato di creare un Centro Federale per la vela, e ne aveva parlato al presidente del CONI Gianni Petrucci e al presidente FIV Carlo Croce. Era da un paio di anni commodoro dello Yacht Club Porto Rotondo.
Un grande sportivo
Luigi è stato un grande dello sport olimpico italiano, ha vinto due medaglie (una d'oro e una d'argento) alle Olimpiadi di Melbourne 1956 e Roma 1960, e per queste imprese è entrato nella storia. Il grande spirito sportivo l'ha portato a trionfare anche nella vela, il suo grande amore: due titoli mondiali e cinque volte con la squadra azzurra alla mitica Admiral's Cup. E' stato componente della Commissione Altomare e della Commissione Classi Olimpiche e Preparazione Olimpica della Federazione Italiana Vela, consigliere federale della Federazione Italiana Scherma, ha ricevuto l'Ambrogino d'Oro, benemerenza civica del Comune di Milano, ed era stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano con i medagliati delle Olimpiadi di Roma del 1960.
Luigi Carpaneda, la Vela e la FIV
Luigi ha fatto parte della Commissione Altomare della Federazione Italiana Vela per due quadrienni successivi: nel 1985-1988 (con Beppe Croce presidente federale, Sergio Gaibisso coordinatore dell'attività sportiva e Piergiorgio Vigliani responsabile del settore Altomare) e nel 1989-1992 (con Sergio Gaibisso presidente federale, Sergio Santella coordinatore dell'attività sportiva e Pippo Dalla Vecchia presidente dell'Altomare). Quindi nel quadriennio 1993-1996 è stato componente della Commissione Classi Olimpiche e Preparazione Olimpica (con Sergio Gaibisso presidente federale e Arrigo Marri presidente della Commissione). È stato presidente onorario della sfida di Mascalzone Latino sin dal debutto, ad Auckland nel 2002.
Il suo Botta Dritta 3 (il nome della barca deriva proprio dalla sua specialità in una particolare tecnica del Fioretto), con Dani De Grassi al timone, ha vinto la Three Quarter Ton Cup del 1983, uno dei titoli mondiali delle classi IOR (International Offhore Rule, il sistema di stazza della vela d'altura in quegli anni).
L'ultimo alpino
Luigi era uno degli ultimi alpini. Reduce della Divisione Alpina Monterosa, il Caporale Maggiore. L'esperienza era rimasta un segno profondo nella sua vita: "Nel mio cuore non ho provato odio per alcuno, ma solo desiderio di amicizia e di fraternità. In tutto il periodo bellico col mio plotone non ho mai compiuto azioni di cui mi sarei poi vergognato", scrisse dopo la nomina a presidente di una associazione di alpini.
Dell'alpino aveva il passo lungo e costante. Dello schermidore lo scatto, il tempismo, la furia dell'istinto. Del velista la capacità di abbandonarsi agli elementi, misuratamente, e lasciarsi portare. Tutte qualità che ha applicato anche alla sua vita, nell'amore, con i figli, gli amici. Un uomo straordinario, finito in un modo ingiusto, che fa male. Un eroe dello sport, un maestro di vita, un navigatore tra mari e venti, trascinato via da un pezzo di ferro su una striscia di asfalto, quando aveva ancora tanto da vedere, tanto da dire, tanto da dare. Addio Luigi.
I funerali dell'Ing. Luigi Carpaneda avranno luogo a Milano, Chiesa S. Maria delle Grazie in Piazza Santa Maria delle Grazie 2, giovedì 22 dicembre alle 11.00.
Luigi Carpaneda è morto mercoledì 14 dicembre all'Ospedale Fatebenefratelli, era stato ricoverato d'urgenza in condizioni disperate dopo essere stato investito da un'auto sotto casa, nel centro di Milano. E' una perdita grave, come è sempre grave quando si perde un grande uomo.
L'Ingegnere Luigi Arturo Carpaneda era un ottantaseienne in splendida forma, bello con gli occhi chiari luccicanti, avvolto dal folto candore di barba e capelli, e con le sue rughe profonde, ognuna a raccontare un pezzo di vita vorace, sempre all'assalto, come in pedana.
Ingegnere di successo, Carpaneda viveva tra Milano e La Maddalena con la moglie amatissima Marina Perrot. A La Maddalena aveva sognato di creare un Centro Federale per la vela, e ne aveva parlato al presidente del CONI Gianni Petrucci e al presidente FIV Carlo Croce. Era da un paio di anni commodoro dello Yacht Club Porto Rotondo.
Un grande sportivo
Luigi è stato un grande dello sport olimpico italiano, ha vinto due medaglie (una d'oro e una d'argento) alle Olimpiadi di Melbourne 1956 e Roma 1960, e per queste imprese è entrato nella storia. Il grande spirito sportivo l'ha portato a trionfare anche nella vela, il suo grande amore: due titoli mondiali e cinque volte con la squadra azzurra alla mitica Admiral's Cup. E' stato componente della Commissione Altomare e della Commissione Classi Olimpiche e Preparazione Olimpica della Federazione Italiana Vela, consigliere federale della Federazione Italiana Scherma, ha ricevuto l'Ambrogino d'Oro, benemerenza civica del Comune di Milano, ed era stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano con i medagliati delle Olimpiadi di Roma del 1960.
Luigi Carpaneda, la Vela e la FIV
Luigi ha fatto parte della Commissione Altomare della Federazione Italiana Vela per due quadrienni successivi: nel 1985-1988 (con Beppe Croce presidente federale, Sergio Gaibisso coordinatore dell'attività sportiva e Piergiorgio Vigliani responsabile del settore Altomare) e nel 1989-1992 (con Sergio Gaibisso presidente federale, Sergio Santella coordinatore dell'attività sportiva e Pippo Dalla Vecchia presidente dell'Altomare). Quindi nel quadriennio 1993-1996 è stato componente della Commissione Classi Olimpiche e Preparazione Olimpica (con Sergio Gaibisso presidente federale e Arrigo Marri presidente della Commissione). È stato presidente onorario della sfida di Mascalzone Latino sin dal debutto, ad Auckland nel 2002.
Il suo Botta Dritta 3 (il nome della barca deriva proprio dalla sua specialità in una particolare tecnica del Fioretto), con Dani De Grassi al timone, ha vinto la Three Quarter Ton Cup del 1983, uno dei titoli mondiali delle classi IOR (International Offhore Rule, il sistema di stazza della vela d'altura in quegli anni).
L'ultimo alpino
Luigi era uno degli ultimi alpini. Reduce della Divisione Alpina Monterosa, il Caporale Maggiore. L'esperienza era rimasta un segno profondo nella sua vita: "Nel mio cuore non ho provato odio per alcuno, ma solo desiderio di amicizia e di fraternità. In tutto il periodo bellico col mio plotone non ho mai compiuto azioni di cui mi sarei poi vergognato", scrisse dopo la nomina a presidente di una associazione di alpini.
Dell'alpino aveva il passo lungo e costante. Dello schermidore lo scatto, il tempismo, la furia dell'istinto. Del velista la capacità di abbandonarsi agli elementi, misuratamente, e lasciarsi portare. Tutte qualità che ha applicato anche alla sua vita, nell'amore, con i figli, gli amici. Un uomo straordinario, finito in un modo ingiusto, che fa male. Un eroe dello sport, un maestro di vita, un navigatore tra mari e venti, trascinato via da un pezzo di ferro su una striscia di asfalto, quando aveva ancora tanto da vedere, tanto da dire, tanto da dare. Addio Luigi.
claudio bertolotti (non verificato)
Sergio Mura (non verificato)
fcolivicchi
epoyiwqieguc (non verificato)