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26/05/2022 - 18:19
Ragionando
Una prospettiva sulle tavole volanti...
EPILOGO DELL’EUROPEO IQ FOIL NELLE ACQUE DEL LAGO DI GARDA - La velocità, i pericoli (come quello che ha corso chi ha scritto questo pezzo...), le emozioni, i formati sempre diversi, i colpi di scena: allacciate le cinture, questo è il windsurf iQFOiL, la nuova frontiera della vela olimpica. Un viaggio nel backstage a Torbole
di Francesca Frazza
Altro giro, altra corsa in quel del Lago di Garda. Ci eravamo lasciati con l’Europa Cup ILCA, ci ritroviamo con l’epilogo del Campionato Europeo della Classe iQFOiL, organizzato dal 17 al 22 maggio in modo impeccabile dal Circolo Surf Torbole. Se volessimo rendere questo evento solo dal punto di vista meramente numerico, vi hanno partecipato 256 atleti da almeno 35 nazioni, sono stati usati 2 campi di regata e 20 sono state le prove disputate. Se volessimo invece descrivere questo Campionato a parole, lo definiremmo come adrenalinico, un evento ben riuscito, dove i colpi di scena sicuramente non sono mancati.
Prendete i seguenti ingredienti e fateci un mix: il campo a sud di Riva del Garda, un bordo lungo mure a sinistra, una settantina di tavole volanti e un percorso da una quindicina di minuti massimo. In un campo così la partenza è forse la parte più fondamentale anche per una barca lenta: parti in comitato, viri e vai ad accendere un santino sotto le rocce della bresciana. Virare in una classe come l'iQFOiL, però, vuole dire scendere dal foil e ammazzare la velocità.
Quello che fai per ovviare a questo problema è prendere tutto il coraggio che hai e spararti una partenza a mure a sinistra dal pin. Ora immaginatevi almeno una quarantina di tavole partire mure a sinistra dal pin e l’altra metà partire mure a dritta dal comitato. Il driver del gommone, che di iQFOiL evidentemente se ne intende, ci ha guardati e ci ha detto: “allacciate le cinture signori. Qua si fanno morti e feriti.” Che dire poi dell’israeliano diventato virale sui social dopo essersi schiantato su una boa in piena velocità. Il mio primo pensiero è stato: “adesso sicuramente la boa affonda.” Poi ho guardato meglio e ho pensato: “vedrai che questo è morto.”
Guardando la scena ho riso, cosa che in futuro mi garantirà un posto di primo ordine in uno dei gironi infernali ideati da Dante. La classe perfetta per chi odia la routine di quelle due - tre lunghissime prove al giorno, alla fine poi sempre uguali a sé stesse. È vero, il lago non è più lo stesso di una volta, ma quasi sempre si tratta di spararsi da una parte del campo e raramente ne esci vivo se decidi di regatare al centro del campo. Ho imparato che nella classe iQFOiL lo stile di regata è deciso in base alla velocità del vento e il programma a volte viene cambiato all’ultimo momento. Si passa dallo slalom, permesso solo con vento medio-leggero, al race course, alla maratona.
Proprio quest’ultima è stata quella che più mi ha affascinata, un percorso di 24 km, quest anno disputato solo nei confini del Garda Trentino per la mancanza di permessi di “sforare” nelle altre due regioni, con un finale da urlo a 50 metri dalla spiaggia del Circolo Surf Torbole e una partenza a coniglio su una linea lunghissima. Forse è l’unico momento in cui me la sono vista davvero brutta e da quel che ho appreso vi sconsiglio vivamente di fermare il gommone proprio nel mezzo di una di queste partenze, se non altro per evitare di vederti uno dei foil arrivarti quasi in faccia, magari vedendoti tutta la vita passare davanti.
Cosa piace quindi agli atleti, soprattutto a quelli che vengono dall’ex-classe olimpica, il RSX. Mi risponde il francese Thomas Goyard: “siamo veloci, voliamo, è divertente, è tutto un altro sport.” Mi risponde anche Nicolò Renna, fresco di argento vinto proprio durante la Medal Race, disputata domenica: “Il passaggio da una classe come il RSX all’iQFOiL è stato molto bello, mi piace, è più divertente. L’iQFOiL è sempre bello, ma forse la cosa che preferisco di più è il traverso.” Proprio sulla Medal Race bisognerebbe spendere qualche parola. Due gli italiani in Medal, con Marta Maggetti (s.v Guardia di Finanza) che finisce l’Europeo in sesta posizione e, appunto, Nicolò Renna (C.s.Torbole), vice campione Europeo.
La Medal Race ha uno stile “ad eliminazione” dove solo il primo di classifica è sicuro di vincere una medaglia. Questo “knock-out system” non lascia spazio ad errori e a farne le spese, questa volta, è stato l’olandese Luuc Van Opzeeland che, dopo aver dominato la classifica per tutta la settimana ed essere entrato in Medal con un distacco di trenta punti sul secondo, ha perso la medaglia più pesante proprio su quell’ultima finale, dopo essere stato squalificato per partenza anticipata. Anche la leader femminile, Emma Wilson, ha dovuto fare i conti con questo sistema e ha perso il titolo di Campionessa Europea proprio sulla corsa finale, dopo una prova al cardiopalma contro la polacca Maja Dziarnowska e la francese, ora Campionessa Europea Hélène Noesmoen.
Che dire, lo sport da e lo sport toglie ed è questa la sua dura legge a cui tutti gli atleti devono sottostare. Qualcuno dice che è un modo ingiusto di regolare le Medal Races, tuttavia è un sistema uguale per tutti e, ancora una volta, è favorito chi non si mangia la testa e parte libero pensando solo a spingere più degli altri. Chiedo al vincitore Nicolas Goyard come descriverbbe la Medal Race e lui mi risponde: “è un gioco. Sono contento di come l’ho gestita, spingendo l’olandese fuori e quasi riuscendo a fare lo stesso con Nicolò. Ho gestito la finale sempre stando avanti e di questo sono molto contento, è stata comunque una prova molto dura.” Hélène invece definisce la Medal come: “interessante. Abbiamo regatato tutte vicine, dalla partenza all’arrivo non si poteva mai dire chi fosse in testa e chi no. La battaglia contro Maja ed Emma è stata difficile, perciò sono contenta di andarmene con la medaglia d’oro al collo.”
Prossimamente sugli schermi l’Allianz Regatta, la Coppa del Mondo ospitata nelle acque del Merkatmeer, situata a pochi km da Amsterdam. Noi ci saremo perciò non vi perdete questo prossimo appuntamento!
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