News | Regata
17/05/2022 - 12:27
Dove la vela è inevitabile
Torbole, la repubblica del vento
REPORT EUROPA CUP ILCA (LASER) SULL’ALTO GARDA – Uno specchio d’acqua dove il vento non manca proprio mai. Il significato profondo di andare su questa deriva. Le tante facce nuove e la poppa inimitabile di Mr. Scheidt…
di Francesca Frazza
Arrivando dalla Gardesana Orientale, poco prima del Circolo di Torbole, c’è un cartello. L’insegna in questione indica l’inizio del paese di Torbole e in realtà non ci fa caso quasi nessuno, ma qualche furbone, anni fa, ci ha attaccato uno sticker che recita “Republic of the wind”. Torbole sul Garda, capitale della Repubblica del Vento. Siamo certi che nessun altro nome avrebbe potuto descrivere questo posto allo stesso modo. I circoli dell’Alto Garda sono delle vere e proprie macchine da guerra quando si tratta di organizzare regate e il Circolo Vela Torbole, in collaborazione con il Circolo Vela Arco, dal 12 al 15 maggio ha ospitato in modo impeccabile la quarta tappa del circuito Europa Cup 2022. Il lago sicuramente ha adempiuto il suo compito anche questa volta, regalando condizioni che faranno ben lucrare qualche fisioterapista in giro per l’Europa.
Qualcuno dice che il lago è cambiato. Una volta si giocava a chi andava più sotto le rocce della costa bresciana, gioco che, personalmente, mi ha sempre dato molta inquietudine. Ora, invece, quando il vento da sud è un po' meno convinto, qualche temerario da sinistra passa davanti di chilometri, su qualche raffica proveniente da 160 gradi, con la prua diretta verso Navene.
Ci siamo sempre divertiti a dire che Riva e Torbole offrono dei campi di regata facili, ma alla fine della storia questi quattro giorni hanno dimostrato quanto questi campi nascondano qualche trappola insidiosa. Un esempio su tutti, quando in partenza parti convinto sul sinistro, con i tuoi bei 165 gradi e in bolina ti trovi con un salto persistente di almeno trenta gradi di destro. Essere in barca, passare da puntare Navene a puntare Limone, per chi non fosse molto pratico della geografia gardesana questo vuole dire passare da puntare la costa veronese a puntare la costa bresciana, e vedere tutta la flotta passare davanti agli occhi, non è mai un affare banale. Alla ventesima barca che ti passa con arroganza smetti di contare e, con una fila infinita di barche che arrivano mure a dritta in boa, le opzioni sono solo due, puoi pregare l’Altissimo oppure ti ci puoi schiantare addosso, fingendo di non sentire i vari “protesto” e i vari insulti di corollario.
Quando ho intervistato i ragazzi, li ho visti sereni e sorridenti per i primi due giorni di regata, già al terzo giorno, alla domanda: “Qual’è stato il momento più bello della giornata” mi viene risposto quasi scherzosamente: “Il rientro, è stata la parte più bella. Per me questa regata è stata davvero tosta, stare fuori così tante ore e stare così concentrata per così tanto tempo è micidiale.”
La risposta che però mi ha dato i brividi è stata quella di Louise Cervera, la velista francese fresca di podio alla Settimana Olimpica di Hyères. Le ho chiesto quale fosse la cosa più bella di navigare nella classe ILCA e lei mi ha risposto:“le poppe in strapoggia, quando rischi di scuffiare.”
Chiudete tutti gli occhi, immaginatevi questo momento e assaporatelo. State andando di poppa con 20 nodi e sentite la raffica arrivare. Dentro la raffica dovete per forza poggiare, rientrate un po' con il peso e date una bella pompata con la scotta. La barca plana leggera sull’acqua. Quando andavo in barca era una di quelle cose che mi faceva dire: “si, ne vale la pena.” Ho visto Robert Scheidt eseguire questa manovra alla perfezione, entrando sul cancello di poppa in strapoggia. Direte, “beh sti cavoli, hai scelto un esempio facile, se queste cose non le fa alla perfezione lui, che di medaglie al collo ne ha cinque, chi le potrebbe fare”. Quello che voglio dire è che in quell’esatto momento, mi sarei lanciata in acqua e sarei tornata in barca di corsa. Poi li ho visti girare il gate, li ho visti andare di bolina e ho sentito quello scricchiolio tipico che fanno le caviglie sotto la cinghia e le ginocchia sul bordo che mi hanno fatta ricredere e mi hanno fatto dire: “no dai, magari in barca ci salgo la prossima volta.”
Tanti volti nuovi, qualche volto noto, ma la classe ILCA dona sempre quel pizzico di competitività in più che rende queste regate di flotta, con dei numeri da capogiro, sempre interessanti da vedere.
Matteo Bertacchi e Alessandro Merlo del Circolo Vela Bellano dicono bene: “Le regate in flotta così numerose non hanno paragone, la competitività e la fatica che fai quando sei davanti sono le cose più belle”. Fa coro Attilio Borio del Circolo Velico La Spezia: “I numeri, la competizione, anche rispetto ad altre classi, ti cambia il mondo, anche rispetto a quanto puoi perdere commettendo anche un solo errore. Qualsiasi cosa, alla quale magari prima non prestavi attenzione, adesso è quel qualcosa che ti può fare recuperare una lunghezza, due barche e comunque ogni punto conta. È tosta.”
Lavorare fianco a fianco con, passatemi il termine, gli ex-laseristi, è stato, dunque, un piacere. L’Alto Garda prosegue a sfornare eventi e il prossimo appuntamento, in una questione di giorni, sarà l’Europeo Iq Foil, organizzato dal Circolo Surf Torbole. Che dire quindi, rimanete sintonizzati!
(Le foto nella colonna di destra sul pc, o scorrendo in basso su tablet e smartphone)
Macrino (non verificato)