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30/11/2021 - 12:08

37 America's Cup

La scelta di Grant: voi cosa fareste?

DOMANI SI APRE IL TERMINE PER PRESENTARE EVENTUALI SFIDE... INTANTO VOLANO LETTERE DEGLI AVVOCATI - Il magnate Dunphy (quello di Home Defense) insiste. Lo Yacht Squadron attende l'assemblea dei soci del 9 dicembre. Gli sfidanti nel mondo non si muovono (e iniziano a spazientirsi, Patrizio Bertelli compreso). Alla fine ecco qual è la scelta che deve fare Grant Dalton...

 

Mark Dunphy, l'uomo d'affari che da mesi si muove con proposte e offerte volte ad assicurare che la difesa dell'America's Cup resti programmata ad Auckland, si è mosso ancora: nelle ultime ore, riporta il sito stuff.co.nz, ha inviato lettere legali indirizzate a Team New Zealand e al suo capo Grant Dalton. Singolare che ciò accada proprio alla vigilia del 1 dicembre, data di apertura dei termini per presentare eventuali sfide alla AC37. Vedremo che corsa ci sarà a iscriversi a un evento del quale non si conosce ancora, per dire, data e luogo.

La mossa arriva mentre la situazione resta sospesa e incerta. 1) il Royal New Zealand YC farà una assemblea straordinaria il 9 dicembre per discutere la petizione di un gruppo di soci che chiedono (come Dunphy) che l’evento resti a Auckland; 2) le location offshore alternative candidate restano in corsa attivamente: Cork in Irlanda ha rivisto e aumentato l’offerta per ospitare la regata del 2024, resta in corsa Jeddah in Arabia Saudita (sebbene indebolita dalle critiche internazionali legate ai diritti civili violati in quel paese) e non va sottovalutata l'offerta spagnola che prevede l’uso di più città, infine girano voci a un possibile candidato "misterioso dell’ultima ora; 3) resta sempre presente l’opzione di Auckland, tanto più col crescere della mobilitazione kiwi.

LA LETTERA DEGLI AVVOCATI DI DUNPHY - Un portavoce del magnate che guida la campagna Kiwi Home Defense, ha confermato a Stuff che gli avvocati di Dunphy "hanno scritto a Team New Zealand e al signor Dalton chiedendo che alcune dichiarazioni inesatte vengano corrette e che vengano date le scuse". Vedremo le reazioni.

Il Team New Zealand non sembra voglia tirarsi indietro in quella che è diventata una saga da quando Dunphy è emerso alla fine di luglio scorso, affermando che avrebbe potuto aiutare a finanziare una difesa ad Auckland dopo che il defender aveva rifiutato un pacchetto di finanziamenti del governo, ritenendolo insufficiente per garantisre una difesa competitiva.

Sembra difficile che degli avvocati scrivano solo per chiedere delle scuse. Il momento resta confuso, e anche per questo si comprende la totale mancanza di commenti da parte di Luna Rossa a due settimane dall’annuncio del Protocollo AC37. Un silenzio che alimenta illazioni, come quella che vuole Patrizio Bertelli infastidito non tanto dalla parte tecnica del Protocollo, quanto dall’ennesimo rinvio alla scelta o comunicazione della località. E passare da un Bertelli infastidito a un Bertelli che non rimette in corsa Luna Rossa è un attimo, come sappiamo.

MA QUAL E’ LA VERA POSTA IN PALIO? - Di fatto il gioco che stanno facendo Team New Zealand (defender) e Ineos Britannia (challenger of record) è abbastanza evidente, e parte dal diabolico piano originario di Jim Ratcliffe: lo sfidante finanzia il detentore, a patto di correre una Coppa a due, dove diciamo noi. Il Protocollo che ha assicurato che sarà una Coppa multi-challenge, non ha certo allontanato questo fantasma, che alla fine potrebbe tornare sotto altre spoglie. Correre a Cork, a due passi da casa di Ben Ainslie, comunicandolo tardi a tutti e togliendo gran parte delle chanche di competitività alle altre sfide, di fatto prefigura una finale tra kiwi e britannici.

SFIDANTI SPAZIENTITI - Ci si chiede quali e quanti sfidanti in giro per il mondo siano così vogliosi di partecipare a questo gioco. Di Luna Rossa si è detto. Bertelli ama la Coppa e il team è ormai un’azienda sempre pronta ad agire, ma a certe condizioni minime. Poi c’è Ernesto Bertarelli, col suo Alinghi e con lo sponsor Red Bull già pronto, muore da anni dalla voglia di tornare, stavolta sembra pronto, ha già 40 persone stipendiate a lavoro, ha comprato un AC75. Ma alla fine scenderà in campo solo se avrà la certezza di potersi giocare le proprie carte alla pari. E al momento questa condizione non è così evidente. Negli USA l’annuncio di New York di prendersi una pausa di riflessione (proprio a causa dei rinvii) ha causato confusione, forse il team American Magic troverà un altro club, forse andrà avanti la fin troppo annunciata sfida californiana… Altri team in giro per il mondo, a oggi, non se ne vedono. Per cosa dunque sono pronte a sborsare cifre notevoli le varie località che si contendono la Coppa 2024? Forse farebbero bene a chiederselo.

QUANTO A TEAM NEW ZEALAND – Una riflessione. Dopo la vittoria contro Luna Rossa, il team e il club hanno atteso la proposta del Governo neozelandese, che da anni è il principale sostenitore della straordinaria nazionale velica di casa. L’offerta (circa 90 milioni di dollari) è stata subito ritenuta insufficiente da Grant Dalton, che per questo ha annunciato l’avvio delle ricerche di offerte “offshore”. Ciò che è seguito, e che è ancora in corso come si vede, è l’entrata in scena dell’enigmatico Mr. Dunphy che certo non brilla per stile (ricordate l’esordio? Metto i soldi solo se Dalton esce di scena… condizione poi ritirata), ma da voce allo spirito molto forte di Home Defense, condiviso da tantissimi cittadini in Nuova Zelanda, e in più ha messo sul piatto dei soldini (intorno ai 40 milioni di dollari), che uniti a quelli del Governo fanno circa 130. Dalton continua a voltarsi dall’altra parte e a dire che ancora questi soldi non bastano. Il Governo stesso, tra sondaggi (abbastanza favorevoli, ma anche vagamente spazientiti) valuta l’opportunità di aumentare il finanziamento. E’ vero che i conti economici dell’ultima Coppa sono stati negativi (perdite stimate per oltre 290 milioni di dollari), ma in gran parte è stata colpa del Covid, e in più stavolta non sarebbero necessari gli ingenti investimenti sul waterfront e sulle basi dei team.

Alla fine, provate a immaginare Grant davanti a questa scelta.

- Sono il defender, ho vinto ancora, ho una squadra forte in tutti i settori, il paese ci ama e vuole restare sede del Trofeo più antico: spremo fino all’ultima stilla di denaro da Governo e aiuti vari, compresa Home Defense di Mr. Dunphy, arrivo a circa 150 milioni e confermo l’AC37 a Auckland a fine 2024 (con più tempo per gli sfidanti di prepararsi), restando profeta in patria.

- Sono il defender, ho le casse vuote, e ho due, forse tre proposte scandalosamente alte per finanziare il team e ospitare la Coppa in altra località. Mi prendo i soldi, costruisco una super-difesa e vado a correrla a casa di chi ha pagato, a giugno 2024, dando meno tempo agli sfidanti di prepararsi. E pazienza se una delle proposte, forse proprio la migliore, viene dal primo sfidante, l’inglese challenger of record. Loro pensano di batterci, ma noi siamo i kiwi e vinceremo anche giocando fuori casa.

Voi quale opzione scegliereste?

Sezione ANSA: 
Saily - America's Cup

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