Storia | Regata > Coppa America
25/11/2020 - 12:43
36 America's Cup
Matteo Plazzi (COR): calda Auckland
SGUARDO DENTRO LA COPPA A TRE SETTIMANE DALLE PRIME REGATE - I rapporti difficili tra defender e challenger of record. I ricorsi frequenti all'Arbitration Panel. Il formato delle regate di Natale in arrivo. La Nuova Zelanda Covid-free. E cosa si dice delle barche in acqua... La voce autorevole di un italiano che ha vinto l'America's Cup
di Fabio Colivicchi
Come vanno (davvero) le cose nella città che si prepara a ospitare la XXXVI America's Cup? Lo abbiamo chiesto a un personaggio che per esperienza diretta e per ruolo attuale è in una posizione ideale di osservatore indipendente: Matteo Plazzi, responsabile tecnico dell'area Race Operations di COR, il Challenge of Record della prossima XXXVI America's Cup, nonchè Technical Director della Prada Cup, che deciderà lo sfidante ufficiale dei neozelandesi.
Vasta esperienza di velista con specializzazione navigatore, ha fatto tante Coppa America, una l'ha anche vinta (nel 2010, con Oracle), e persino un giro del mondo Whitbread (nel 1993-94 con Winston, skipper Dennis Conner). La sua conoscenza dei meccanismi delle regate e della Coppa, unita a doti diplomatiche e organizzative, ne fanno l'uomo adatto al ruolo delicato, specie in un momento di tensione crescente proprio tra il defender Emirates Team New Zealand e il Challenger of Record Luna Rossa Prada Pirelli. Tensioni sfociate in frequenti ricorsi all'Arbitration Panel, peraltro sempre decisi in favore della sfida italiana, e con reazioni di crescente fastidio da parte dei neozelandesi.
Senza sottovalutare anche l'esperienza gioiosa (perchè condotta a casa sua, a Marina di Ravenna, e fra amici fraterni) delle tredici edizioni del Trofeo Challenge Roberto Trombini, Grado 1 di Match Race che portò in Italia tutti (ma proprio tutti) i grandissimi della vela a fare regate tra le dighe e col pubblico in tribuna, che ha un ruolo nel percorso di Matteo Plazzi, oggi al centro della scena downunder dove nelle prossime settimane e nei prossimi quattro mesi si scriverà un altro pezzo di storia della vela.
L'ultimo battibecco, si fa per dire, tra Luna Rossa e Emirates Team New Zealand, riguarda il pagamento della tassa di iscrizione alle regate di dicembre, AC World Series e Christmas Race, sempre sotto la giurisdizione organizzativa del COR. Qualcuno si è spinto a immaginare una clamorosa esclusione dei neozelandesi dall'unica regata nella quale potrebbero confrontarsi con tutti gli sfidanti.
"E' una ipotesi remotissima - risponde Matteo Plazzi - ETNZ ha pagato con quattro giorni di ritardo sulla scadenza prevista. Scadenza peraltro indicata dall'Arbitration Panel (AP), al quale si era rivolto proprio il defender contestando la legittimità di una tassa di iscrizione. La data di scadenza scritta sul Protocollo sulla materia era stata sorpassata dalla causa in corso con l’AP, quindi fa fede quanto deciso dall'AP con una sentenza. Alla fine credo che al massimo potrà esserci una piccola multa o una penalità, ma vedremo ETNZ in regata con tutti gli altri."
A quanto pare però si discute (animatamente) anche sui formati delle regate di dicembre, e sull'assenza di un Bando di regata...
"C'è un Protocollo, che è difficile da gestire, il quale ha previsto che la responsabilità delle AC World Series sia di COR, le cui proposte però devono essere approvate dal defender. Noi abbiamo proposto un format tre mesi fa, ad oggi non c'è l'approvazione del defender che l'aveva messa in stand-by aspettando la decisione dell'AP sull'entry fee. D'altra parte i format stessi sono stati depositati da COR all'interno della causa, quindi credo che al 99% vadano considerati approvati, come del resto le date fissate dal Protocollo, tre giorni di World Series e uno di Christmas Race. All'interno è previsto poi un Round Robin completo, due Semifinali e due Finali. E' ancora aperta l'opzione su come fare gli accoppiamenti per le finali: da risultati delle WS o a sorteggio, siamo aperti a entrambe le soluzioni."
La questione dei campi di regata invece sembra risolta.
"Si, dopo la disponibilità dell'autorità portuale a lasciare disponibile in certi orari il canale di passaggio delle navi dirette al porto, che era sul campo di regata davanti alla città. Anche questo caso si sarebbe potuto gestire meglio con più comunicazione tra le parti."
Com'è la situazione della pandemia in Nuova Zelanda?
"Il paese è Covid-free, grazie alla politica strettissima ai confini. In Nuova Zelanda non si entra senza una condizione di essenzialità. Turisti o anche giornalisti non sono essenziali. Inoltre i Covid Hotel, usati per la quarantena obbligatoria di chi rientra dall'estero, sono pieni già fino a febbraio e non c'è posto, perchè riempiti dai neozelandesi che viaggiano per lavoro e tornando a casa devono fare la quarantena."
Sarà una Coppa da seguire a distanza. Parlando delle barche e dei team, qualche idea te la sei fatta?
"Fino ad oggi abbiamo visto navigare a pieno ritmo le quattro barche della prima generazione; in quella flotta la prima Luna Rossa andava molto, molto forte. La seconda Luna Rossa è una evoluzione della prima, e comunque sembra che i lunarossiani siano contenti di dove sono in questo momento. Gli americani e gli inglesi con la loro seconda barca hanno seguito la linea progettuale di ETNZ e Luna Rossa.
"Gli americani sono quelli che hanno navigato di più, anche con vento forte, forse sono i più allenati e al momento più preparati in termini di affidabilità della barca e quindi a non rompere. Bisogna considerare che arrivare in fondo sarà determinante, specie nelle prime regate, con queste barche ancora largamente sconosciute. Sono fragili, complicate, soprattutto i sistemi. Un grinder ha davanti a se 7-8 pulsanti da spingere nelle manovre, è essenziale che tutto funzioni. Gli inglesi per il momento navigano pochissimo, sembrano impegnati nella messa a punto dei sistemi e hanno già fatto parecchie modifiche anche alla barca 2.
"Molto dipenderà poi dalla scelta dei foil, il set di alette che creano il sostentamento della barca, scelto da ciascun team. Da Protocollo si dovrà usare lo stesso set scelto per una intera fase di regata: quindi Round Robin di selezione, Semifinale, Finale Prada Cup, e match di America's Cup. Solo tra i quattro Round Robin sarà eventualmente possibile cambiare una volta. Questo significa che difficilmente i team sceglieranno foil estreme in una direzione, ad esempio da vento forte o leggero, ma si terranno su soluzioni più allround."
Per assurdo si potrà cambiare lo scafo?
"Ogni fase delle regate va fatta con il set scelto e dichiarato: barca, appendici, timone, albero, foil. Difficile però che qualcuno pensi di tenere buona la barca 1 per le regate. I neozelandesi hanno già smontato tutta Te Aihe. Gli americani hanno chiuso Defiant nella plastica termoretrattile..."
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Bruna (non verificato)