Classe senza pace
Nascere laseristi e morire 'ilchisti'?
Non si sblocca la vicenda Laser-ILCA-Laser Performance. La riunione Eurilca di Roma, chiusa con un significativo appello (quasi un ultimatum) dei laseristi europei alla classe internazionale ILCA, per ora resta inascoltato. Anzi: spuntano le prime vele e attrezzature col marchio ILCA (inguardabile). Eppure si continua a scherzare col fuoco e le conseguenze restano imprevedibili
Un appello-ultimatum (QUI IL REPORT COMPLETO) firmato a Roma dai laseristi europei, al cospetto di Eric Faust e Tracy Usher, i grandi manovratori dell'International Laser Class Association, ILCA, acronimo che nella loro visione delirante diventata ormai una deriva inarrestabile si sta trasformando addirittura nel nome stesso della barca, pur di uscire dall'abbraccio limitante del detentore del marchio registrato "Laser".
Stando alle ultime, quell'appello è caduto nel vuoto. ILCA ha confermato (come relazionato da Faust a Roma) una lista di 29 richieste di cantieri autorizzati, tra i quali verrà fatta nelle prossime settimane una "selezione". Criteri della selezione e selezionatori naturalmente sono ignoti, come i nomi dei cantieri che hanno inviato la candidatura. Nel frattempo spuntano ad arte le foto delle vele e delle attrezzature marchiate ILCA, con una vela bicolore sotto la quale si intravede il resto di quello che è il logo Laser che tutti conoscono, che riprende quello scientifico ufficiale del raggio laser.
Nella vela del 2020 si puo' nascere laseristi e poi ritrovarsi "ilchisti", quasi senza accorgersene? Al di là delle schermaglie, che restano segnali tra le parti, il tema resta apertissimo e il finale incertissimo, con ampi rischi di varia natura: per l'immagine della deriva più conosciuta, diffusa e navigata nella storia della vela; per l'organizzazione dell'attività che va dalla fascia giovanile Laser 4.7 a quella olimpica femminile Radial e maschile Standard; per i velisti praticanti che non trovano ricambi di vele e rig e persino scafi nuovi sul mercato; per l'economia e l'occupazione in una intera filiera che va dal cantiere ai fornitori ai rivenditori; in ultima analisi - agli occhi di World Sailing - anche per lo status olimpico, che non è scritto sulla roccia.
L'ultimatum di Eurilca riteneva prioritario interesse dei laseristi il raggiungimento - entro l'anno - di un accordo che ripristinasse Laser Performance Europe (detentore del trademark e primo cantiere costruttore di Laser, col diritto di rivendita sul 90% dei territori del pianeta) come costruttore riconosciuto. A pochi giorni da Capodanno quell'accordo frutto di un passo indietro che ILCA è incapace di compiere, si puo' definire praticamente impossibile. Scatterebbe dunque il "Piano B" previsto dallo stesso statementi di Eurilca, ovvero una convocazione d'urgenza ("entro metà gennaio") dell'Assemblea straordinaria dell'associazione di associazioni europee, da svolgersi quindi entro metà febbraio, "per prendere le decisioni ritenute necessarie a tutelare gli interessi dei laseristi".
Come si vede, la vicenda è ancora molto aperta, e ci si muove tutti su un terreno scivoloso. E' insieme paradossale e benaugurante, constatare che mentre i "cervelli" di ILCA annaspano tra decisioni assurde, ogni weekend in tutta Italia è possibile vedere in mare flotte numerose e festose di Laser: belli, gioiosi, ben coperti per il freddo, e con un inconfondibile, familiare e affettuoso marchio rosso sulla randa...
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