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27/11/2019 - 22:33

Grandi Club storici

Lo YC Italiano cambia ancora?

Lo Yacht Club Italiano è alla chiusura del lungo voto per il rinnovo (anticipato) del Direttivo. Il presidente uscente Nico Reggio ("Missione compiuta, nuovo Statuto e club più moderno e aperto") non si ricandida, ma il nuovo corso che ha guidato esprime una lista che punta alla continuità ("Alla via così"). Contro la quale schiera la massima potenza un redivivo Carlo Croce, che vuole tornare con "I colori di sempre", spalleggiato da alcuni Vip. Come finirà? Dipende dalla vera anima dell'antico circolo...

 

A fine novembre scade il termine per votare sui candidati al Direttivo dello Yacht Club Italiano. Un sistema complesso ma funzionale a far votare con più comodità i duemila soci spesso sparsi per il mondo. Finito il voto si procederà allo spoglio e intorno alla prima settimana di dicembre sarà comunicato e riunito il nuovo Direttivo del club, che alla prima riunione sceglierà al proprio interno il nuovo Presidente. 

Che nuovo sarà per forza di cose: il Presidente uscente Nico Reggio, infatti, non si ripresenterà. Una scelta del resto annunciata a suo tempo e quindi confermata con una coerenza che gli va riconosciuta. L'obiettivo era l'ammodernamento del club, soprattutto il nuovo Statuto. E questo, sia pure a fatica, è stato raggiunto. Dunque Reggio si fa da parte e lascia che siano i soci a decidere quale futuro vogliono per lo Yacht Club Italiano. 

I tre anni di presidenza Reggio sono stati significativi, a partire dall'inizio: la proclamazione del presidente provocò subito vivaci (eufemismo) reazioni da parte dell'uscente Carlo Croce, che nel Direttivo era quello con il maggior numero di voti personali, ma tuttavia in minoranza rispetto a quelli che hanno preferito l'avvicendamento con il volto nuovo di Nicolò Reggio. Ne sono seguite polemiche non del tutto in linea con la storia e l'immagine del club, poi trattative e accordi per arrivare, col nuovo Statuto, a una nuova elezione anticipata rispetto al naturale quadriennio.

Nomi a parte, il triennio che si sta per chiudere ha segnato alcune svolte importanti per lo YCI: il riassetto finanziario, una sostanziale apertura del club e un consolidamento dei rapporti con la città e le sue istituzioni, un rinnovato stile sportivo nei rapporti con atleti e regate. In generale, è stato uno Yacht Club Italiano "aperto" e meno austero del passato, una atmosfera nuova che è piaciuta a molti soci, che hanno ritrovato entusiasmo (altro merito del gruppo uscente è stato fermare l'emorragia di soci in uscita).

In questo clima apparentemente tranquillo piomba questa tornata elettorale con tutta la potenza dispiegata dalla volontà di ritorno di Carlo Croce. Nel 2017 la sua uscita fu quasi traumatica, perchè in pochi mesi perse la guida della vela mondiale, di quella italiana e di quella genovese. Da "tresidente" a zero in pochi mesi. Croce ha retto l'urto e ha riorganizzato la rentrée. Mettendo insieme Marco Tronchetti Provera e le sue leve potenti, Paolo Zegna, Francesco De Angelis in pectore come direttore sportivo. La lista del ritorno chiamata "I colori di sempre" ha convocato conferenze stampa, fatto uscire pagine di quotidiani nazionali, una marcia senza esclusione di colpi. Nomi e atteggiamenti in grado di fare presa su una parte dell'elettorato sociale YCI. In lista anche Cairo, Isenburg, De Mari, Chiodini, Pastorini, Pescetto Ferraguti, Petrilli, Porta, Crugliano e Durand de la Penne...

Dall'altra parte, il Direttivo uscente, pur senza la ricandidatura di Nico Reggio, sente di avere dalla sua la fiducia di gran parte dei soci che ne hanno apprezzato la gestione del club. I nomi e le esperienze non mancano anche a questa lista "Alla via così", della quale fa parte anche Matteo Capurro, giovane velista nazionale della squadra federale nella classe 470. Quanto al nome del possibile presidente, da questa parte i più accreditati sono quelli di Gerolamo Bianchi o di Matteo Berlingieri, attuale vicepresidente. Nella lista della continuità anche Cristina Novi, Jean Dufour, Caffarena, Centore, Ghisalberti, Remagnino, Strata, Lanzoni, Marconi, Moschetti, Craighero.

Continuare l'opera di questi tre anni, o tornare alla "nobiltà" dello yachting, come promesso in certi articoli di giornale dalla lista Croce? Qual è la vera anima dello YCI lo sanno solo i suoi soci. Nei sondaggi, quasi impossibili da fare, le due liste appaiono molto vicine, quasi alla pari. E' probabile che si arrivi a un Direttivo spaccato in due, e allora sarà determinante la pazienza e il ricucire, una visione aperta e collaborativa. O una gestione personalizzata e paternalistica. Insomma, lo YCI sta scegliendo il suo futuro guardandosi allo specchio.

Sezione ANSA: 
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