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17/10/2019 - 14:12
Grandi manovre, cosa c'è dietro
Andy Hunt se ne va! E ora WS...
Il super-discusso CEO inglese della federvela mondiale ha annunciato che lascierà l'incarico a fine anno. In realtà le finte dimissioni sono il frutto di un sollevamento contro di lui all'ultimo Board WS. Il presidente Kim Andersen è più solo, e tra una settimana parte la Conferenza Annuale a Bermuda, dove puo' accadere...
Un laconico comunicato stampa di World Sailing rende noto che il CEO Andy Hunt ha annunciato che lascerà l'incarico a fine anno, per andare a ricoprire un nuovo ruolo nel mondo dello sport internazionale.
Scambio di complimenti formale tra il Board di World Sailing ("Ringraziamo Hunt per il suo contributo alla modernizzazione e allo sviluppo commerciale dello sport velico"), il dirigente britannico ("E' stato un privilegio servire lo sport della vela, al quale auguro grandi successi in futuro nella crescita della partecipazione globale e della base di appassionati"), e lo stesso presidente WS Kim Andersen ("Ringrazio Andy per il suo impegno incrollabile e gli auguro ogni bene nel nuovo incarico").
Dietro alle frasi di circostanza, però, le "dimissioni" indotte di Andy Hunt (che fu assunto dall'allora presidente WS Carlo Croce) sono frutto di una recentissima riunione del Board della federvela mondiale World Sailing, nel quale il presidente Kim Andersen (fin qui il più strenuo difensore del suo CEO nonostante le continue polemiche, i dubbi e le gaffe) è stato messo alle strette da tutti i suoi vicepresidenti, per una volta uniti.
Alla fine quindi la parbola di Andy Hunt, identificato da molti come la figura di spicco della parabola impazzita presa dalla vela mondiale negli ultimi anni. Cambi eccessivi e contestati delle classi olimpiche, campo libero allo strapotere delle Classi e a innumerevoli casi di conflitto di interessi, tracollo della governance e della democrazia interna all'ente, crisi finanziaria e mancanza di sponsor, apertura di gravi fronti interni con la guerra ai monopoli e - più di recente - persino di una pericolosa indagine della Ethic Commission.
Proprio quest'ultimo fronte, a una settimana dall'Annual Conference e General Assembly di Bermuda (dal 26 ottobre a 3 novembre, con decisioni importanti del Council attese per l'1-2 novembre), sembra quello più potenzialmente dirompente, perchè ruota intorno alla figura del vicepresidente e tesoriere CIO Ser Miang, ex World Sailing e oggi figura critica più eminente e influente fuori dalla federvela. Se l'indagine etica dovesse proseguire, a rischiare è la stessa poltrona del presidente Kim Andersen. Una forza d'urto superiore alla battaglia antitrust avviata da tempo, che segna il passo e che finora non ha portato ai risultati sperati, anzi a volte è stata controproducente.
I giochi dentro World Sailing sono più confusi che mai, e il passo indietro di Hunt potrebbe anche essere il frutto di un accordo: una vittima sacrificale in cambio di una "pace" interna, in vista delle ultime decisioni attese a Bermuda. Dove al centro dell'attenzione ci sono due temi prevalenti: 1) la proposta di rivoluzione nella governance interna dell'ente, con la clamorosa abolizione del voto del Council, spaccato in due entità solo consultive, e tutto il potere concentrato nelle mani del Board; 2) le ultime decisioni sulle classi olimpiche 2024 (la più calda riguarda il windsurf, dopo che i trials sul Garda hanno portato il Working Party a esprimersi in favore di una tavola ibrida che introduce il foil, ma si puo' usare anche senza...), compreso l'esame delle richieste di riapertura del caso del Finn, la questione aperta della Offshore Mixed Keelboat, la non del tutto chiarita storia intorno al Laser.
Bermuda (dove comunque già si sa che andranno in pochi, vista distanza e costi esorbitanti, e anche questo è stato oggetto di polemiche con al centro il solito Hunt) è attesa a parecchie scelte e gli scenari non promettono granchè di buono. L'unica bella notizia che attendiamo riguarda la candidatura del 15enne italiano Marco Gradoni a velista mondiale dell'anno per le tre vittorie iridate Optimist. Ci sarà da aiutarlo con i nostri voti, e con la diplomazia a Bermuda. Vi racconteremo tutto.
L'addio del non rimpianto Andy Hunt può insomma essere una buona notizia, e l'inizio di una discontinuità nelle politiche di World Sailing, oppure solo un sacrificio necessario a continuare sulla strada intrapresa.
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