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06/05/2019 - 23:57

Classi e Olimpiadi, dal Laser al Finn, approcci diversi

Il Finn non si arrende: dossier per novembre

GUARDA DUE VIDEO IMPERDIBILI - Mentre la Classe Laser, ancora olimpica, si fa male da sola e rischia di restare fuori dai Giochi, la Classe Finn già eliminata dal dopo Tokyo 2020, rilancia e spera nel ribaltone per restare anche in vista del 2024. Come e perchè? Ecco il dossier per supportare la richiesta al Council di World Sailing (che puo' decidere a novembre con il 75% di maggioranza). E il vecchio singolo pesante scopre di avere più popolarità di sempre...

 

La Classe Laser fa fuori a spallate il suo principale cantiere produttore, cambia nome alla barca, esplora nuovi rig, litiga con le associazioni nazionali, e il risultato è che potrebbe perdere lo status olimpico. La Classe Finn, che quello status l'ha già perso nel novembre scorso, quando World Sailing ha votato per sostituirla con la nuova classe Offshore Mixed Keelboat, si scopre amatissima e supportata, e sceglie di non mollare, si compatta e spera nel ripescaggio alla prossima assemblea mondiale... Che stili diversi eh?

Ecco la sintesi (e l'originale) del dossier che la Finn Class presenta alle nazioni membre di WS, per convincerle a votare (serve il 75% di maggioranza) in suo favore, e quindi contro l'estabilishment che governa World Sailing e che ha voluto (tra altre cose) la nuova classe offshore in coppia mista. Ma prima, un video da brividi.

VIDEO "WE ARE FINN SAILORS": QUESTO E' IL FINN, QUESTA E' LA VELA

 

Il primo punto che la classe evidenzia è che le scelte olimpiche 2024 non lasciano alcuna possibilità ai velisti pesanti più di 85 chili dopo Tokyo 2020. Inoltre la decisione di WS ignora la policy votata dallo stesso Board di WS a fine 2017, che per il 2024 chiedeva di: "Assicurare che uomini e donne di diverse caratteristiche fisiche abbiano l'opportunità di competere." Concetto ripreso anche nella Regulation 23.1.2 (d), la quale dice che le classi olimpiche: "Debbano essere accessibili a giovani atleti di tutti i continenti e di tutte le taglie e i pesi, con un percorso chiaro da World Sailing Youth fino alle Olimpiadi."

Il dossier parte proprio dalla necessità di rimettere a posto il percorso Youth-Olimpiadi, che si è rotto: "Non provare a raggiungere questo obiettivo e dare possibilità ad atleti pesanti oltre 85 chili, equivale a negare l'eredità della vela del passato, e il futuro a molti atleti. Lo sport ha il dovere di trovare una soluzione."

A dare speranza al tentativo della classe Finn è poi il supporto dichiarato di moltissimi velisti e di numerose nazioni nel mondo. Così il nuovo confine della speranza è adesso novembre 2019, a Bermuda, sede dell'Assemblea di World Sailing, e lo strumento sarà una Submission.

La battaglia del Finn contiene vari contenuti. E' uno degli ultimi riferimenti a una vela ancorata ai valori della sua storia, la lentezza, la chiave strategica e tattica prevalente in regata. E' diventata una bandiera fatta propria da esponenti di un'ala tradizionalista dello yachting, che vorrebbe evitare il processo di modernizzazione della vela con le nuove classi leggere, veloci, acrobatiche, volanti. E' anche il vessillo di chi col Finn vive e lavora, a cominciare da chi lo costruisce, e su tutti Luca Devoti, autentico Mister Finn mondiale da quasi vent'anni.

Ecco perchè, senza nulla togliere alle possibilità, specie sul piano della comunicazione e del formato di regata, della classe Offshore Keelboat in doppio, l'estremo tentativo del Finn di riprendersi il posto olimpico (un po' come fece la Star a suo tempo) può essere visto come un paradigma del confronto in atto nella vela mondiale tra spinte futuriste e difese della continuità e delle basi dello sport.

PERCHE' IL FINN OLIMPICO

• Senza il Finn non ci sarà una barca per velisti oltre 85 chili. Ai mondiali di Aarhus una inchiesta ha dimostrato che la tendenza mondiale è di avere giovani atleti sempre più alti, forti e pesanti. E' dunque discriminatorio (e contrario allo spirito olimpico sancito dalla Program Commision del CIO) escludere a priori un intero segmento di popolazione dallo sport olimpico della vela.

• Il Finn è probabilmente la classe velica più fisica al mondo, richiede alti livelli di preparazione atletica, sviluppo muscolare e aerobico. E' ciò che si attende da atleti olimpici.

• Senza il Finn la filiera della vela si riduce: dopo Optimist e Laser non c'è un ulteriore passo per una classe più complessa  e tecnica, impegnativa fisicamente e tatticamente. Il Finn, e più tardi il 49er, sono il serbatoio di America's Cup, Volvo Ocean Race e altri grandi eventi velici mondiali. Molti giovani finnisti hanno perso il riferimento della loro carriera, e alcuni stanno cercando di perdere peso in modo non naturale, una situazione poco salutare.

Un altro argomento, classico, dei sostenitori del Finn è la sua storia, i nomi leggendari passati sulla classe (Elvstrøm, Bertrand, Coutts, Hjortnaes, Ainslie, ecc), affiancati da nomi di giovani e attuali protagonisti (Scott, Salminen, Berecz, Junior, Kaynar, ecc), e alla capacità di creare storie, ispirare i giovani e i media.

• Il Finn è presente in 50 paesi nel mondo, la classe ha 3000 membri e organizza 500 evento l'anno, la barca è costruita da un range di costruttori di qualità (in verità il mercato è dominato di gran lunga da Devoti) in tutti i continenti.

• Si pone l'accento sulla qualità e sulla stabilità tecnica della classe, sottoposta a controlli di stazza prima di ogni competizione. Ogni scafo ha una vita agonistica lunga perecchi anni, con costi che si ammortizzano nel tempo. La longevità è calcolata in 2-3 cicli olimpici, un ciclo competitivo misurato in decenni anzichè in mesi o anni come avviene per altre classi. Ci sono studi secondo i quali il costo di una campagna olimpica sul Finn è tra i più bassi tra tutte le classi olimpiche.

• Negli anni il Finn si è evoluto adottando le ultime tecnologie e materiali per alberi, vele, attrezzatura, restando semplice e accessibile.

• La classe Finn ha lavorato molto sul piano dei media, ha un rappresentante della comunicazione presente a tutti gli eventi più importanti. Prima e durante Rio 2016, si calcola che le attività del Finn hanno generato una visibilità combinata tra online e social di oltre 2 milioni di utenti.

COSA PUO' ACCADERE

Una submission a novembre 2019 che ottenesse il 75% dei voti del Council puo' sovvertire la decisione di un anno fa e restituire al Finn lo status olimpico. La classe sta contattando tutte le nazioni per supportare questa submission, sfruttando la l'influenza storica, culturale, atletica che ha guadagnato in 68 anni.

VIDEO: FINN IN BIANCO E NERO, SOLO EMOZIONI

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