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27/02/2019 - 12:14

Atlantico attraversato per il designer del gruppo Nuvolari

La chiamata all'azione. Ma poi chi risponde?

Intervista sull'avventura-messaggio di una vita, che si è regalato Dan Lenard: all'apice di una vita di successo legata al mare, ha attraversato l'Atlantico su una barca iper-semplice e non connessa (senza strumentazione), per un appello di sostenibilità. Una storia bella di pe sè, che però impone una riflessione: dove portano (davvero) tutte le iniziative per salvare il mare? L'obbligo di un coordinamento, dell'intervento legislativo e del controllo sui risultati - GUARDA FOTO E VIDEO

 

VELA-CODE: A code for life. A call to action. Suona bene, è cool e social. Servirà davvero ad aiutare i nostri oceani invasi da mondezza e plastica? Il tema è il più caldo del momento. Si fanno regate plastic-free (ha iniziato World Sailing con la Coppa del Mondo, lo vedremo anche a Genova; poi la classe Laser, quindi l'offshore con La Lunga Bolina insieme a Marevivo) e c'è da scommettere che saranno sempre di più. Giusto provarci e mettersi in gioco, attuare comunque comportamenti individuali sostenibili, corretti, ogni giorno. Fare il nostro: basterà? 

Insieme al tema del momento (superato l'effetto serra, lo scioglimento dei ghiacci, il global warming) vale la pena di interrogarsi sulle reali potenzialità di azioni, iniziative, "chiamate all'azione", che - si badi bene - vengono da singoli privati, da associazioni, da gruppi organizzati, da eventi, da strutture come grandi circoli (pensate a One Ocean dello Yacht Club Costa Smeralda), multinazionali o mecenati (Mirpuri), campagne come Clean Seas che ha dato vita al giro del mondo di Turn The Tide on Plastic, e persino dalle istituzioni mondiali, a cominciare dalle stesse Nazioni Unite. Verrebbe da pensare che una simile mobilitazione non potrà non avere risultati positivi. Ma non bisogna abbassare la guardia.

Il rischio, in presenza di così tante, quasi troppe, iniziative simili o identiche, è la dispersione, e insieme l'auto-assoluzione di una partecipazione individuale. Non basta fare una regata plastic-free se poi a casa si usano le bottiglie di plastica usa e getta. E non basta neanche provare a smettere di usarle a casa, finchè continueranno a produrne quantità immense, se non saranno bottiglie saranno piatti, bicchieri, contenitori di ogni cosa. Ben vengano le iniziative che aiutano la propria coscienza e sulle quali sono sempre più presenti tanti sponsor... ma agli oceani, e al pianeta, serve di più.

Serve una mobilitazione che arrivi ai vertici politici. Serve tradurre tutte queste iniziative in spinta anche elettorale. Per chi voteranno tutti i cittadini che convintamente partecipano a iniziative per "salvare il mare"? C'è sul mercato politico una proposta seria e credibile che dia seguito pratico a iniziative lodevoli ma bisognose di coordinamento e strumenti legislativi? Solo se e quando la politica indirizzerà governi e istituzioni internazionali verso decisioni concrete, obblighi di legge, messe al bando, previsione di sanzioni severissime e verificabili, allora tutte le iniziative e le traversate saranno servite a qualcosa che vada oltre noi stessi.

 

LA TRAVERSATA DI DAN LENARD E LA SUA SCIA - Dan Lenard, partito il 20 gennaio da Cadice per una traversata atlantica in solitario su Scia, una barca di 10 metri, senza motore, senza strumenti elettronici ne autopilota, ha raggiunto nei giorni scorsi Antigua dove si è fermato per alcune ore prima di ripartire per Miami, meta finale della sua navigazione.

La traversata di Dan Lenard è stata lenta soprattutto per la mancanza di vento, la bonaccia che lo ha imprigionato alcuni giorni non gli ha consentito di procedere spedito per la sua meta in tempo sulle ragionevoli previsioni di arrivare durante il Miami Yacht Show dove erano esposte molte delle barche che ha disegnato con lo studio Nuvolari Lenard. Dan si è concesso una breve sosta presso all’Antigua Yacht Club Marina Resort Falmouth Harbour, assistito da Carlo Falcone che ne è l’artefice, prima di rimettersi in rotta. Dan è ripartito navigando tra le isole caraibiche con direzione Florida, per raggiungere Miami potrebbero bastare otto giorni, le miglia da percorrere sono poco meno di 1200.

VIDEO DIARIO DAY 31

VIDEO DIARIO DAY 32

Dan, quale è stata la parte più difficile della navigazione?

“Navigare senza pilota automatico così a lungo con una barca così leggera è stata la cosa più difficile di queste giornate. Ti rendi conto di essere davvero l’artefice del tuo destino, ogni manovra costa fatica perché tutto si muove, devi programmare tutto, soprattutto quando sei alle portanti sotto gennaker. Devi prevedere anche quando dovrai mollare la barra per mangiare o fare pipì. Per dormire, bloccavo la barra con due elastici, fissavo la randa con la ritenuta e mettevo il fiocco a collo. Un vantaggio in questo modo di navigare c’è: il fatto di dover timonare senza sosta ti rende conscio della navigazione al 100%, capisci quanto stia andando la barca, come scivola sulle onde, se c’è qualche regolazione di fino da eseguire”.

Le provviste sono state sufficienti? Saresti arrivato anche a Miami?

“Le provviste e l’acqua che ho scelto di portare a bordo erano giuste e ad Antigua non è stato necessario fare ulteriore rifornimento abbondante. Sarei arrivato anche a Miami con quello che ho. Comunque sono dimagrito: non si dorme molto. Ho avuto freddo, ho quasi sempre indossato la cerata più pesante”.

Come ti sei trovato navigando senza strumenti elettronici?

“Pensavo che lo scoglio più difficile fosse proprio la navigazione senza strumenti ma devo dire che quelli che dicono che anche un pezzo di legno lanciato in acqua in Oceano, prima o poi arriva ai Caraibi, hanno ragione. Il vento ti spinge dalla parte giusta. Ho fissato il mio orologio sull’orario dell’isola di Saint John’s . Sapevo esattamente gli orari di alba e tramonto dell’isola, quindi mi è sempre stato chiaro dove puntare la prua. Negli ultimi giorni ho visto passare una aereo privato che certamente era diretto ad Antigua per portare l’armatore alla sua barca iscritta alla Rorc Carribiean 600, questo mi ha confermato che ero in rotta. Anche prima, gli aerei che passano sono stati un aiuto per seguire la rotta”.

Dan, le previsioni erano quelle di una traversata più rapida.

“Ho avuto poco vento. Sono rimasto a ciondolare otto giorni nella calma piatta più totale. E’ stato un miracolo se sono riuscito a percorrere una cinquantina di miglia verso ovest. Ho issato a turno tutte le vele di prua, più leggere: Code 0, Code 2 e Gennaker. Anche nelle giornate in cui si alzava un po’ di brezza, non l’ha mai fatto per più di 8-10 ore, perché al tramonto calava”.

Soddisfatto della barca. Momenti difficili?

“Il barchino fila, lo garantisco, soprattutto in condizioni di mare poco mosso. Con vento leggero però soffre molto la fase di salita sulle onde oceaniche, ampie e lunghe. Sembra un cubetto di polistirolo, che si muove un po’ troppo. Quando dormi o tenti di dormire basta poco per finire sull’altra cuccetta. Il movimento di costringe a vere acrobazie. Ho dovuto smontare il tamburo del rollafiocco e fissare lo strallo in prua prima di iniziare la riparazione che, eseguita in solitario, mi ha richiesto tantissimo tempo”.

 

CHI E' DAN LENARD - Dan Lenard e Carlo Nuvolari hanno fondato Nuvolari – Lenard nel 1992. Lo studio, che ha sede vicino a Venezia, è specializzato nel progetto di yacht, sia per clienti privati che per cantieri compresi i gruppi Ferretti e Beneteau. Nuvolari – Lenard hanno anche un dipartimento dedicato all’interior design per gli yacht e al real estate. Lo studio ha realizzato alcuni dei superyacht più iconici e acclamati, vincendo tutti i premi più importanti e diventando molto prolifici e riconosciuti al punto da essere uno degli studi più premiati.

LA BARCA - La barca si chiama Scia, come l’impronta di schiuma che le barche lasciano in acqua ed è un 33 piedi (10 metri) con bompresso. E’ un natante molto lontano da essere uno yacht nuovo: è stato assemblato mettendo assieme le parti di cinque barche diverse. La carena e la coperta hanno più di dieci anni e sono costruite di carbonio, la tuga è stata ricostruita, timone a albero sono riciclati e l’albero arriva da una barca abbandonata. L’obbiettivo L’obbiettivo di questa iniziativa è semplice e rivolto al futuro, vuole essere “un segnale di pericolo per le condizioni dell’oceano” e Scia con Vela Code è un pulsante di reset della tecnologia della vela per sottolineare che noi dobbiamo cambiare modalità di approccio con l’ambiente. Si devono cercare iniziative sia per la prevenzione che per la cura, con la prevenzione attraverso un design intelligente delle barche e in seconda battuta attraverso l’educazione verso le iniziative e gli atteggiamenti che provocano danni.

LA ROTTA - Su Scia è stato installato un tracker/beacon che durante la traversata ha segnalato la posizione di Dan ogni ora. Mentre Dan non poteva conoscere la sua posizione precisa il pubblico poteva farlo. Dan è rimasto isolatoe senza contatti quasi un mese.

I maggiori partner

NUVOLARI LENARD è il primo e più importante sponsor che ha reso possibile l’impresa di Vela Code. I due soci Carlo Nuvolari e Dan Lenard e tutto lo Studio sono impegnati in questa iniziativa sia professionalmente che personalmente. Tutto quello che arriva dall’esperienza fatta è e sarà integrato nei progetti prodotto dallo Studio.

OCEAN CONSERVANCY riconosce che i nostri oceani devono sopportare aggressioni con inquinamento fuori controllo, pesca eccessiva e acidificazione. La sede è a Washington ed è una organizzazione scientifica non profit che sviluppa soluzioni innovative per salvare le creature dell’oceano dalle sfide globali contemporanee.

MIRPURI FOUNDATION promuove il coordinamento delle vaste risorse degli oceani e la loro sostenibilità. Svolge iniziative per scongiurare la distruzione degli habitat, la dissoluzione delle specie, inquinamento e altre sfide sopportate dall’oceano, soprattutto dove il danno subacqueo non viene considerato.

WATER REVOLUTION FOUNDATION è stata recentemente fondata dai leader dell’industria dedicata ai superyacht per riconoscere l’urgenza del bisogno di accelerare la conversione verso una industria più sostenibile , che guardi concretamente al futuro degli oceani.

COOK FOR YOUR LIFE insegna a cucinare in maniera sana a persone toccate dal cancro. Fin dal 2007 hanno provveduto di persona a realizzare corsi di cucina liberi diffusi via web sia in inglese che in spagnolo. LE loro missione è di spiegare alla grande comunità dei pazienti di malattie oncologiche, ai pazienti, a chi è guarito e a chi li assiste a vivere meglio e in salute.

CARLO MORETTI è un partner nella battaglia contro il monouso della plastica. In qualità di artigiano vetraio di Murano, Carlo Moretti è una forza per cambiare. La missione per Vela Code è di traversare l’Atlantico con inquinamento zero utilizzando bottiglie di vetro riutilizzabili.

ULYSSE NARDIN è un simbolo della bellezza dei componenti meccanici e di come l’abilità umana può essere orgogliosa della perfezione raggiunta. Molto nota per i suoi cronometri marini il Great White Diver Chronometer sarà l’unico strumento di navigazione durante la traversata atlantica.

MERCEDES BENZ è sintonizzata su un futuro in cui il trasporto personale e l’ambiente possano coesistere in armonia. Il marchio supporta Vela Code nella sua iniziativa a favore degli oceani.

MONTE CARLO YACHTS sta rivoluzionando il processo di costruzione delle barche a motore ispirato dal Lean Manifacturing Process. Con le barche disegnate da Nuvolari Lenard il marchio cerca di eliminare i rifiuti e fare il maggior uso possibile di materiali riciclabili.

BOAT INTERNATIONAL è una rivista leader nel settore dedicato dalla nautica da diporto. E’ il partner di Vela Code e racconterà la iniziativa con l’aggiornamento della posizione, interviste e le ultime notizie dalle due parti dell’Atlantico

 

Sezione ANSA: 
Saily - Altomare

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