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21/04/2018 - 18:29
La regata intorno al mondo, laboratorio di tecniche di navigazione estrema
Riparte la Volvo Race,
anche per John Fisher
David Witt (skipper di Skallywag): "John sarebbe orgoglioso di noi, il modo migliore per onorarlo è continuare. Io responsabile, ho perso un uomo e il mio migliore amico." A poche ore dalla nuova tappa, la VOR ricorda John Fisher (GALLERY) e si interroga sui temi della sicurezza. Nuovi particolari: si era rotta l'antenna AIS ("con quella l'avremmo ritrovato"). Obbligo di seconda antenna? E le cinture di sicurezza... - SU SAILY TV VOR STORIES #9: WITT, BOLZAN E CLAPCICH - Mapfre vince la In-Port (VIDEO)
Riparte la Volvo Ocean Race, in un mix di emozioni e approfondimenti che rendono chiara una cosa: la regata intorno al mondo è - non potrebbe essere altrimenti - anche un laboratorio aperto sui grandi temi della navigazione in condizioni estreme e su tutti i mari del mondo, con una attenzione continua alle problematiche di sicurezza a bordo. E' una sottolineatura non da poco, proprio adesso che entra nel vivo la stagione della vela d'altura offshore sui nostri mari. I parametri di sicurezza, le attrezzature, le regole, tutto è migliorato per potenziare la sicurezza. Eppure la tragedia della VOR ci ricorda che la fatalità è sempre in agguato, e i marinai non devono smettere mai di studiare, ragionare, approfondire e trovare soluzioni.
IL NEW YORK TIMES E I NUOVI PARTICOLARI - Nel giorno del ricordo, a Itajaì, con la prima conferenza stampa di David Witt, skipper di Skallywag, dopo la tragedia in mezzo al Pacifico, e del briefing di sicurezza dei team, un articolo online sul New Yotk Times torna sulla perdita in mare di Joh Fisher (che era il responsabile della sicurezza di Skallywag) e rivela altri particolari sull'incidente.
Il più importante riguarda l'antenna AIS (Automatic Identification System) di Scallywag, che si era strappata in un colpo di vento nei primi giorni della tappa da Auckland a Itajaì. "Se avessimo avuto l'AIS in funzione, avremmo ritrovato il corpo di Fish", ha detto lo stesso Witt. Il particolare ha fatto scattare immediatamente la discussione sull'introduzione di una nuova misura di sicurezza a bordo dei VO65, una seconda antenna, per rimpiazzare quella eventualmente persa o in avaria. "L'abbondanza in questo caso vale doppio, c'è di mezzo la vita." Anche perchè uno degli obblighi già in funzione, per la prima volta in questa edizione, prevede che ciascun velista della VOR indossi un segnalatore AIS personale. "Spendiamo un sacco di soldi in apparecchiature abbastanza inutili, quando una seconda antenna costerebbe relativamente poco".
La Volvo Ocean Race, si sottolinea, ha standard di sicurezza elevatissimi, tutti devono avere il certificato Yachtmaster Certification del RYA (Royal Yachting Association), e la stessa Libby Greenalgh, la navigatrice di Skallywag, conferma che anche grazie al training prolungato col RYA, a bordo l'equipaggio è stato in grado di risalire il vento e riportarsi sull'area della caduta in mare di Fisher.
"Ero sotto coperta al computer di navigazione - racconta Greenalgh - quando ho sentito il timoniere urlare "uomo a mare!". Istintivamente ho preso le coordinate della posizione. Ci trovavamo in mezzo al Pacifico (poche ore prima le barche avevano passato il Point Nemo, il punto più lontano da ogni terra emersa, ndr), a 1400 miglia dalla costa più vicina. C'erano quasi 40 nodi di vento e onde alte come montagne, mai viste. A ogni onda ti chiedevi: è un'isola?" Anche le comunicazioni satellitari con il Rescue Service e con la direzione della regata, si apprende, così come la stessa funzione di zoom digitale sulle carte elettroniche, sono state difficili, a causa della meteo e della distanza.
Le condizioni meteo della tappa sono state descritte come infernali da tutti. Witt: "Ho visto tempeste peggiori, ma assai brevi. Quest'anno in Pacifico il vento raramente è sceso sotto ai 30 nodi. Quello che mi ha impressionato della depressione incontrata nei giorni dell'incidente a Fish è stata la sua durata, e la sua insistenza, per la lentezza nel passarci sopra."
Altro tema caldissimo, le cinture di sicurezza e il loro utilizzo. I velisti hanno subito varie critiche perchè da molte immagini della VOR si nota che non sono sempre legati quando sono in coperta a lavorare. Ed è confermato che Fisher si era appena sganciato per spostarsi pochi metri più verso prua, quando è arrivata la surfata e la successiva forte strambata, nella quale è stato violentemente colpito, cadendo in mare privo di conoscenza (in conferenza stampa David Witt ha sottolineato: "John non è morto in mare, è morto prima di toccare l'acqua cadendo", il brano è parte della nuova puntata di VOR STORIES #9 in onda su Saily TV, CLICCA QUI PER VEDERLA).
"Quando si è in coperta e ti muovi per qualche metro, nessuno può dire con certezza di restare legato", ha ammesso la Greenalgh. Ma sul tema Witt si era già espresso dopo l'incidente di uomo a mare, capitato sempre a Skallywag nella sesta tappa, con mare calmo e temperature miti, quando era caduto fuori bordo Alex Gough, 24 anni, recuperato in una ventina di minuti circa (E' TUTTO IN QUESTO VIDEO ECCEZIONALE CHE DOCUMENTA IL SALVATAGGIO): "Primo, devi essere assolutamente legato, e secondo, almeno devi avvisare il timoniere di quello che stai facendo. Gough non aveva fatto nessuna delle due cose", fu il commento dell'arrabbiato skipper.
Qui l'interessante articolo di Chris Museler: https://www.nytimes.com/2018/04/18/sports/volvo-ocean-race.html
A Itajaì, David Witt, sostenuto da tutti, ha confermato che "Questa tragedia mi ha cambiato profondamente. Uno skipper è responsabile di tutto l'equipaggio e io ho perso un uomo e il mio migliore amico. Mi sento responsabile e l'ho detto ufficialmente, con questa vicenda farò i conti per il resto della mia vita".
GUARDA QUI LA RACCOLTA DI FOTO IN RICORDO E OMAGGIO DI JOHN FISHER
Oggi nella località brasiliana si è svolta anche la consueta conferenza stampa degli skipper, che questa volta è stata particolarmente emozionante per il tributo al velista John Fisher scomparso in mare da Sun Hung Kai Scallywag e per le parole dello skipper David Witt, che ha detto che il team continuerà proprio in onore del compagno.
E LA INPIRT RACE DI ITAJAI' RILANCIA MAPFRE - Tanto sole, acqua verde, tanto pubblico e un bel vento intorno ai dieci nodi hanno accolto la flotta delle sei barche per la settima prova delle In-Port Series, svoltasi oggi a Itajaì in Brasile. Una regata importante per i leader della classifica generale, dato che in caso di parità sarà proprio il risultato delle costiere ad essere decisivo. Fin dalle prime battute sono stati gli olandesi di team AkzoNobel, guidato da Simeon Tienpont, e gli spagnoli di Mapfre di Xabi Fernandez a contendersi la leadership.
Ma se la barca olandese ha girato davanti la prima boa, poi gli iberici hanno preso la testa e, controllando, non l’hanno più lasciata fino alla linea del traguardo. Una bella rivincita per Mapfre che aveva chiuso la settima tappa in ultima posizione a causa dei problemi tecnici che lo avevano costretto a un pit-stop a Capo Horn, perdendo così la prima posizione nella generale.
Terzi i franco cinesi di Dongfeng, che per una partenza non brillante si sono visti costretti a inseguire il duo di testa, mentre sfortunato invece oggi è stato il vincitore della Leg 7, Team Brunel con l’italiano Alberto Bolzan, che a causa di una vela di prua che si è srotolata involontariamente e attorcigliata sullo strallo di prua, ha dovuto rallentare per liberarla e ha perso terreno prezioso, chiudendo quinto.
Ottimo quarto posto per Turn the Tide on Plastic con Dee Caffari, e la nostra Francesca Clapcich, che ha dimostrato ottima velocità e grazie ai 4 punti conquistati oggi va ad affiancarsi a Sun Hung Kai Scallywag nella classifica delle costiere. Sesti i danesi/americani di Vestas 11th Hour Racing, non molto “in palla” oggi, forse a causa di un non perfetto setup dell’albero appena sostituito.
Per Mapfre si tratta della terza vittoria, dopo quelle di Alicante e di Canton e il settimo podio in sette prove, che permette all’equipaggio di Xabi Fernandez di mettere in carniere punti preziosi, allungando sui rivali di Dongfeng Race Team, mentre in terza piazza grazie al secondo posto di oggi, sale team AkzoNobel, distanziando i connazionali olandesi di Team Brunel.
VIDEO IN PORT RACE ITAJAI'
Gli equipaggi ripartiranno domenica da Itajaì per la Leg 8. 5.700 miglia teoriche verso Newport, nello stato nordamericano del Rhode Island, con diversi ostacoli, soprattutto meteo da affrontare, fra cui l’ultimo attraversamento dell’Equatore di questo giro del mondo.
LA DIRETTA STREAMING DELLA PARTENZA DELLA TAPPA DA VEDERE QUI
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