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27/03/2018 - 00:06

Il velista inglese caduto in mare a 1400 mg da Capo Horn dichiarato disperso

John Fisher disperso nel Pacifico

AGGIORNAMENTO: PARLA IL RACE DIRECTOR PHIL LAWRENCE: "Equipaggio di Skallywag sotto shock. Li guidiamo in sicurezza verso il Cile." Richard Brisius (CEO VOR): "Siamo devastati, preghiamo e daremo tutta l'assistenza al team". BEKKING (Brunel): "Pensiamo solo a Fish". PIETRO D'ALI': cosa può essere andato storto. ANDREA MURA: "Più protezione in pozzetto". Chi era John Fisher, 47 anni, veterano di Ragamuffin, alla prima VOR - 2 VIDEO SKALLYWAG: BRUTTA STRAMBATA E UOMO A MARE

 

AGGIORNAMENTO DELLE 16:00 martedi 27 - IL RACE DIRECTOR PHIL LAWRENCE: "L'equipaggio di Skallywag è sotto shock, monitoriamo la loro rotta per farli arrivare in sicurezza sulla costa cilena. Sotto controllo anche le altre 6 barche, tutte dentro una brutta depressione." - Il Race Director Phil Lawrence, nella trasmissione video quotidiana ha fornito ulteriori aggiornamenti sul Team Sun Hung Kai/Scallywag e sulle altre barche in regata. “Come potrete immaginare, l’equipaggio di Scallywag è in profondo stato di shock, e psicologicamente molto giù, il nostro obiettivo al momento è di far arrivare la barca in sicurezza sulla costa cilena.” Ha detto Lawrence che ha spiegato che quando il race control ha avuto comunicazione dell’accaduto, nella zona era presente un vento intorno ai 35/40 nodi con onde di 6 metri di altezza.

ABBIAMO VISTO SCALLYWAG TORNARE INDIETRO E CAPITO CHE SI TRATTAVA DI UOMO IN MARE - “La barca è immediatamente tornata indietro, navigando lentamente di bolina e ha iniziato le operazioni di ricerca di John Fisher. Il race control monitora le barche costantemente, ha visto che Scallywag si era fermato e tornava indietro. I dati della telemetria indicavano che l’albero era su e le vele erano issate. Quindi ci siamo resi conto che era probabilmente una situazione di uomo a mare. In situazioni simili non contattiamo immediatamente la barca perché sappiamo che l’equipaggio è impegnato nella ricerca.”

PRIME IPOTESI SULLE CAUSE DELL'INCIDENTE - Sulle possibili cause dell’incidente Phil Lawrence ha dichiarato: “Al momento non abbiamo informazioni al riguardo, e finché non avremo la possibilità di parlare con l’equipaggio. Tutti i velisti della Volvo Ocean Race sono dotati di diverse attrezzature di sicurezza, una muta di sopravvivenza, salvagente, cintura, un dispositivo personale di localizzazione e una luce stroboscopia e riteniamo, anche se non abbiamo conferma, che John indossasse tutti questi dispositivi.”

SKALLYWAG VERSO IL CILE - Per quel che riguarda i prossimi passi Lawrence ha detto che: “Le condizioni meteo sono cattive e stiamo elaborando una rotta che li possa far continuare in sicurezza e far arrivare la barca in Cile. Anche le altre barche hanno condizioni molto dure, con vento a livello di tempesta e si stanno approssimando a Capo Horn. Hanno anche loro molto da fare. Ieri abbiamo mandato loro un breve messaggio su quanto accaduto e questa mattina purtroppo una nota in cui li informavamo che sfortunatamente John non era stato ritrovato.”

IL VETERANO BOUWE BEKKING - Uno dei velisti più esperti dell’intera flotta, lo skipper olandese di Team Brunel Bouwe Bekking, ha espresso i suoi sentimenti, che sono comuni a tutti i partecipanti alla Volvo Ocean Race dicendo: “Siamo profondamente scioccati dalla perdita di John Fisher, che tutti noi chiamavamo 'Fish'. I nostri pensieri vanno alla sua famiglia e naturalmente ai compagni di Scallywag. Non è passato un solo instante da quando abbiamo ricevuto la terribile notizia in cui non ci siamo fermati a pensare a lui…”

Le sei barche ancora in regata si trovano a circa 900 miglia da Capo Horn, dove è previsto possano giungere giovedì. L’arrivo in Sudamerica di Team Sun Hung Kai/Scallywag fra circa quattro giorni.

PIETRO D'ALI' SU FACEBOOK: "IMMAGINO ALMENO 20 MINUTI PER FERMARE LA BARCA IN PLANATA A 35 NODI E METTERSI DI BOLINA A CERCARE L'UOMO CADUTO IN MARE..." - Pietro D'Alì è intervenuto commentando su fb la notizia dalla pagina di Saily, puntanto il dito su aspetti tecnici degli apparati di sicurezza a disposizione dei navigatori. "Il kanad è legato al salvagente in modo che quando si gonfia si attiva. Qualche volta il coperchio non si sfila... oppure il sistema automatico di gonfiaggio viene rimosso troppe volte per le onde che spazzano la coperta il salvagente si gonfia creando non poche difficoltà. Sicuramente in caso di svenimento il salvagente non si attiva senza l automatico e il kannad non parte.

"Comunque a poppa c'è il jonboy che si attiva anche dalla timoneria e viene sparato in acqua con ancora galleggiante si gonfia e attrezzato di asta luce localizzatore. Poi hanno il tracking sul cartografico. Il mob sul GPS. Le barche della Volvo fanno l'allenamento pratico dell'uomo a mare quindi hanno procedure testate. Ma assicuro che se stai planando al lasco con 35 nodi di vento mare con onde di sei metri non è facile tornare sul posto velocemente. Immagino almeno 20 minuti se si è molto bravi risalire il vento e mare in quelle condizioni e vedere la persona in acqua non è così scontato e se il salvagente non fosse stato attivato probabilmente in superficie non troveresti più nulla solo la boetta lanciata dalla barca."

ANDREA MURA RIFLETTE DURAMENTE SULLA POSSIBILITA' DI CREARE PROTEZIONE IN POZZETTO PER I VELISTI - Anche il navigatore sardo, oggi deputato 5 Stelle, interviene sulla sua pagina fb: "Continuo a non capire perché su queste barche, che sono così veloci e bagnate, non vengano installati abitacoli di protezione simili a quello che ho progettato e costruito sul mio open 50 "Vento di Sardegna" per l'ultima Ostar, che mi ha salvato dal freddo e dalle ondate di quella terribile tempesta soprannominata dai metereologi canadesi "the perfect storm", ma soprattutto mi ha salvato la vita.

"Non c'è nulla di entusiasmante nel prendere infinite ondate in pozzetto perché l'infinito calcolo delle probabilità riesce sempre a portarsi via uno skipper in quasi tutte le edizioni. É una morte orrenda, come tutte le precedenti, che oggi forse si sarebbe potuta evitare. Non c'è cintura di sicurezza che possa proteggere quanto un abitacolo vetrato, progettato e costruito per condizioni estreme. Le mie piu sentite condoglianze alla famiglia di John e a tutte le persone a lui più vicine, con l'augurio che non si debbano perdere più uomini in mare con le tecnologie e le conoscenze che abbiamo oggi."

 

AGGIORNAMENTO 11:06 martedi 27 - LA DICHIARAZIONE DI RICHARD BRISIUS (CEO DI VOLVO OCEAN RACE) - Richard Brisius, il Presidente della Volvo Ocean Race: "Questa mattina sono estremamente triste di informarvi che uno dei nostri velisti, John Fisher, from Team Sun Hung Kai Scallywag, è da considerare disperso in mare. E' un momento durissimo per tutti noi, come velisti e come organizzatori perdere il componente di un equipaggio in mare è una tragedia che non vorremmo mai considerare. Siamo devastati e i nostri pensieri sono con la famiglia e gli amici di John, i suoi compagni di equipaggio."

Poi Brisius continua con alcuni particolari sulla dinamica dell'incidente e delle procedure di soccorso: "Appena avuta la notizia abbiamo immediatamente coordinato col team e con il Maritime Rescue Coordination Centre le operazioni di soccorso. Questi ultimi hanno dirottato una nave sull'area dell'incidente, ma con la velocità che aveva era a un giorno di distanza. Con il resto della flotta Volvo Ocean Race a circa 200 miglia sottovento, non era una opzione deviare qualcuno di loro e farli risalire di bolina contro venti da tempesta per dare assistenza.

"I ragazzi di Scallywag hanno condotto per molte ore una ricerca senza soste e col cuore in gola in condizioni meteo estremamente difficili, senza riuscire a recuperare il loro compagno. Considerando la temperatura dell'acqua e lo stato del mare estremamente mosso e in peggioramento, e il tempo passato da quando si è verificata la caduta in mare, dobbiamo presumere che John sia stato perduto in mare. Tutti noi dell'organizzazione Volvo Ocean Race inviamo col cuore infranto le condoglianze alla famiglia e agli amici di John, assicurando che faremo ogni cosa in nostro potere per supportarli in questo momento terribilmente difficile.

"Team Sun Hung Kai Scallywag ha adesso ripreso una rotta verso Nord Est. La barca è infatti adesso in una posizione critica, con le condizioni meteo in veloce e forte deterioramento e previsioni severe lungo il percorso per oggi. L'equipaggio, certamente, è emotivamente e fisicamente provato dalla vicenda che sta vivendo. Adesso la nostra unica preoccupazione è quella di fornire il supporto e l'assistenza che possiamo al team.

"Siamo sicuri che ci saranno molte domande su come è accaduto che uno dei nostri velisti sia caduto fuori bordo ieri. Potremo concentrarci sulle risposte solo dopo un pieno e dettagliato debriefing del team. Preghiamo ancora per John, la sua famiglia e l'intero Scallywag team."

ULTIM'ORA (01:24 ITA): RICERCHE SOSPESE, JOHN FISHER DICHIARATO DISPERSO IN MARE - Dopo sette ore di ricerche risultate vane, con vento a 35 nodi e onde di 5-10 metri, temperature gelide, e con l'oscurità in arrivo, secondo una fonte del Search and Rescue di Washington DC, i soccorritori avrebbero sospeso le ricerche di John Fisher, caduto in mare da Skallywag.

L'ultimo aggiornamento da Race Control di Alicante intorno alle 19 UTC di lunedi, indicava che "le ricerche continuano", ma avvisava anche che "le speranze diminuiscono per l'arrivo dell'oscurità e per il grave deteriorarsi delle condizioni meteo". Si parla di "severity of the forecast", che lascia pochi dubbi.

In precedenza c'erano state diverse versioni sulla eventualità che Fisher indossasse o meno la cintura di sicurezza (che probabilmente si è rotta al momento della caduta) e la tuta di sopravvicenza. Ma anche in questo caso, secondo gli esperti il tempo massimo di sopravvivenza in acqua fredda è di circa un'ora.

Il pensiero e la vicinanza va ai velisti di Skallywag, in primo luogo, e a tutti gli altri in gara nella difficile tappa di Capo Horn, investiti in queste ore da una forte burrasca. Alla famiglia di John Fisher e a tutta l'organizzazione della regata intorno al mondo.

BREVE STORIA DEGLI ALTRI INCIDENTI ALLA REGATA INTORNO AL MONDO: CLICCA QUI

LA PRIMA NOTIZIA (18:00 circa) - "Estremamente preoccupati" dicono da Alicante. Le speranze appese a un filo.

La regata intorno al mondo rivive il suo incubo peggiore, l'incidente di uomo a mare. La notizia è arrivata nella serata di lunedi dal Race Control che ha comunicato le informazioni ricevute da Scallywag. Uomo a mare, non recuperato, soccorsi in atto, allertato il sistema dei soccorsi in mare. La temperatura dell'acqua è 9 gradi, il velista indossa la tuta di sopravvivenza. Ecco il testo del comunicato ufficiale.

Il Race Control della Volvo Ocean Race è stato informato da Team Sun Hung Kai/Scallywag di un incidente di uomo a mare, avvenuto lunedì intorno alle ore 13.42 UTC (le 15.42 ora italiana). Il team, insieme al Maritime Rescue Coordination Centre (MRCC) ha condotto un’operazione di ricerca per trovare il velista John Fisher (di nazionalità britannica), che indossava l’equipaggiamento di sopravvivenza al momento della caduta in mare. Gli altri membri dell’equipaggio sono sani e salvi. L’incidente è avvenuto a circa 1.400 a ovest di Capo Horn.

Il vento nella zona è di circa 35 nodi di intensità, con mare molto formato. La temperatura dell’acqua è di 9 gradi centigradi. C’è luce naturale ma le condizioni meteo vengono segnalate in peggioramento. MRCC ha dirottato una nave che si trova a 400 miglia dal luogo dell'incidente. Il tracker di Scallywag è stato disattivato per la visione pubblica.

VIDEO SU SKALLYWAG: LA STRAMBATA CINESE E LA "DANZA" DI JOHN FISHER - In questo video di ieri, la brutta strambata ripresa nella notte dalla telecamera di bordo, e il racconto dello skipper David Witt. Il video si chiude con John Fisher, il velista che risulta disperso in queste ore, che inscena una strana danza nella cabina di Skallywag...

A causa delle condizioni di tempesta non si ritiene opportuno inviare nella zona nessuno degli altri sei partecipanti alla Volvo Ocean Race, che si trovano ad almeno 200 miglia più a est e sottovento a Sun Hung Kai/Scallywag per collaborare alle operazioni di ricerca. Il MRCC ha identificato una nave che si trova a circa 400 miglia di distanza che è stata dirottata sul posto.

Naturalmente siamo estremamente preoccupati, specialmente a causa delle condizioni meteo in zona e il Race Control di Alicante sta facendo quanto in suo potere per assistere il team di Scallywag e il MRCC nelle operazioni.

Maggiori dettagli non appena disponibili La Volvo Ocean Race è il giro del mondo a vela in equipaggio, i team stanno prendendo parte alla settima tappa, da Auckland,in Nuova Zelanda a Itajaí, in Brasile.

CHI ERA JOHN FISHER - Inglese di Southampton 47 anni, ma trasferito da anni ad Adelaide (Australia), Fisher è un veterano e fedelissimo dello skipper David Witt e del team Ragamuffin, una delle "squadre" veliche di offshore più note e storiche della vela aussie. E' considerato un grande esperto di regate su barche di grandi dimensioni. E' alla sua prima partecipazione alla Volvo Ocean Race.

NON E' IL PRIMO UOMO A MARE PER SKALLYWAG IN QUESTA VOR - AUn altro membro del team Scallywag, l'australiano Alex Gough, era caduto in mare e recuperato con vento a 15-20 nodi durante la quarta tappa da Melbourne a Hong Kong, con temperature molto più miti.

IL VIDEO DI QUEL RECUPERO 

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