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16/10/2017 - 19:46
Preview della vigilia, tra le polemiche (AkzoNobel licenzia lo skipper Tienpont)
VOR 17-18, i favoriti e perchè
Il team spagnolo di Mapfre è in testa nella prima classifica ufficiale del Giro del mondo, dopo la vittoria nella in-port race di Alicante intitolata allo sponsor assicurativo iberico. A 5 giorni dal via della prima tappa per Cape Town (via Lisbona), lungo una rotta storica per la regata, facciamo il punto, team per team, sulle reali possibilità di vittoria e su come sarà questa Volvo Ocean Race 2017-2018. Cosa cambia nell'organizzazione dopo le dimissioni del CEO Mark Turner - FOTO E VIDEO - SU SAILY TV TORNA VOR STORIES
Dopo tanto parlare, preparare, allenarsi, attrezzarsi, di colpo siamo a 5 giorni dalla partenza del giro del mondo a vela in equipaggio, la Volvo Ocean Race 2017-2018, insieme a Coppa America e Olimpiadi, uno dei grandi eventi planetari della vela. Sette squadre al via, sette barche costruite in Italia (Persico), con qualche velista italiano ma senza un team italiano.
Un giro che ha conosciuto a poche settimane dal via un clamoroso doppio scossone, prima l'annuncio del rinvio della prossima edizione prevista nel 2019-2020, quindi le conseguenti dimissioni del CEO Mark Turner. La Volvo Ocean Race, un circo immenso e impegnativo, con un villaggio itinerante per le 11 località di tappa, regate inshore alternate alle traversate oceaniche, tutti i mari del mondo toccati, media-members a bordo di ogni barca per raccontare con testi, foto e video i momenti più significativi, vive la sua vigilia conla consueta intensità di un grande momento di vela oceanica.
Quali sono le squadre al via, e i rispettivi equipaggi? Quali i favoriti e perchè? Quali saranno le tappe decisive negli 8 mesi di circumnavigazione e perchè? Siamo andati a fare il punto della situazione dentro la VOR.
MAPFRE IN-PORT RACE DI ALICANTE: LA CRONACA - Gli idoli locali di MAPFRE guidatio dall’olimpionico spagnolo Xabi Fernàndez si sono aggiudicati la prima regata dell’edizione 2017/18 della Volvo Ocean Race nelle acque di Alicante. Secondi sulla linea i franco/cinesi di Dongfeng Race Team dello skipper Charles Caudrelier, autori di una prova in rimonta, e terzi gli americani di Vestas 11th Hour Racing che hanno battuto proprio sul finale Team Brunel, con gli italiani Alberto Bolzan e Maciel Cicchetti.
Xabi Fernàndez e il suo equipaggio hanno costruito la vittoria fin dalle prime battute, con la scelta coraggiosa di passare alle spalle di tutto la flotta per prendere la parte destra del campo di regata, una chiamata dello stesso Fernandez, del tattico britannico Rob Greenhalgh e dell’esperto navigatore Juan Vila che avevano visto a destra il lato favorito. Già al primo cancello lo scafo rosso e bianco degli spagnoli ha preso la leadership, con un distacco che è andato progressivamente aumentando fino sulla linea del traguardo, che hanno tagliato con quasi un minuto e mezzo di margine sui franco/cinesi di Dongfeng Race Team.
MAPFRE In-Port Race Alicante
1- MAPFRE - 54:38 - 7 punti
2- team Dongfeng Race Team - 56:06 - 6 punti
3- Vestas 11th Hour Racing - 56:54 - 5 punti
4- Team Brunel - 57:13 - 4 punti
5- Team Sun Hung Kai / Scallyway - 58:07 - 3 punti
6- team AkzoNobel - 58:31 - 2 punti
7- Turn the Tide on Plastic - 59:39 - 1 punto
SQUADRA PER SQUADRA, SCOPRIAMO I FAVORITI E PERCHE' - Seguiamo la prima classifica come lista dei team.
1) Mapfre (ESP) - Con la vittoria di Alicante gli iberici hanno messo in fila il quinto risultato positivo dalla disputa della Round the Island Race, lo scorso agosto. Il team spagnolo ha condotto una regata impeccabile, in termini di strategia, manovre e conduzione della barca, è inevitabile considerarli uno dei grandi favoriti, anzi il favorito principale. Lo skipper è Xabi Fernandez, due medaglie olimpiche in 49er con Iker Martinez, un giro del mondo Volvo e una Barcelona World Race, grande carriera e grande uomo, può contare su una squadra che unisce esperienza a talento: il fedele navigatore Juan Vila, il timoniere Blair Tuke (il prodiere di Peter Burling, due medaglie olimpiche a sua volta e una Coppa America vinta pochi mesi fa), l'esperto Rob Greenalgh (GBR), le donne di bordo Tamara Echegoyen (altra olimpionica) e l'australiana-statunitense Sophie Ciszek, ex di SCA, il watch captain Pablo Arrarte. Ma la forza principale di Mapfre sembra l'organizzazione, che si traduce in costanza di risultati superiore a tutti gli altri.
2) Dongfeng Race (CHN-FRA) - Alla loro seconda partecipazione i franco-cinesi di Dongfengo vogliono passare dall'allegria degli outsider ai quali tutto è concesso, al ruolo di guastafeste per un posto sul podio. Ci riusciranno? Lo skipper Charles Caudrelier ci conta, e ha messo insieme una bella squadra: l'esperto kiwi Stu Bannantyne, l'olimpionica olandese ex SCA Carolijn Brower e la collega Marie Riou (FRA), prodiera di Bully Besson nella campagna per Rio 2016 sul Nacra 17. E ancora: espertissimi navigatori oceanici solitari come Jeremie Beyou e Pascal Bidegorry, il prodiere Kevin Escoffier, e qualche cinese alla seconda Volvo: Jiru Yang "Wolf", Cheng Jinhao "Horace", Liu Xhue "Black". Diranno la loro, è gente che mastica oceani.
3) Vestas 11th Hour Racing (DEN-USA) - Ereditano la sfortunata esperienza dell'ultimo giro con un team tutto nuovo e doppia bandiera USA-Danimarca, guidato dallo skippr Charlie Enright (ex Alvimedica), attorniato da un team di esperienza e qualche squillo giovanissimo: l'irlandese Damian Foxall alla sesta Volvo, il navigatore inglese Simon Fisher e l'australiano Phil Harmer, entrambi alla quinta partecipazione, il kiwi Tony Mutter, sesto giro, e due "ragazzine" in prestito dalla vela olimpica, l'inglese Hannah Diamond (ex Nacra) e la danese Jena Mai Hansen (bronzo 49er FX a Rio 2016...). Barca a doppia anima, solidità e irrequietezza. Può funzionare.
4) Team Brunel (NED) - Nessuno ha tante miglia di oceani da esibire e raccontare come il suo skipper Bouwe Bekking, di gran lunga il senatore di questa Volvo Ocean Race 2017-18, il cui esordio risale al 1985! Questa sarà la sua ottava volta al giro. Con lui a bordo il velista del momento, Peter Burling (NZL), oro olimpico a Rio 2016 (dopo l'argento a Londra 2012), e reconquista dell'America's Cup per il suo paese, osservato speciale. Poi il nostro Alberto Bolzan, alla sua seconda Volvo per confermare capacità di marinaio completo, l'argentino (mezzo italiano) Maciel Cicchetti, il navigatore Andrew Cape (AUS) (settima Volvo), il trimmer Kyle Langford (AUS), altro ex di Coppa America (ma con Oracle), e due "ladies" inglesi dell'oceano: Annie Lush, ex di SCA e del match racing, e Abbie Ehler, considerata tra le più esperte conoscitrici dei segreti dei VO65. Se il mix si mette a funzionare sono dolori per tutti.
5) Team Sun Hung Kai / Scallyway (HKG) - Il team di Hong Kong è tutto da scoprire, new entry con un roccioso skipper australiano trasferito a Hong Kong, David Witt, fama di marinaio tosto da mari duri, ma una sola lontana esperienza al giro nel 1997-98. Con lui il navigatore inglese Steve Hayles (alla sesta partecipazione, bilancia con la sua esperienza), l'inglese John Fisher, compagno di Witt in tantissime Sydney-Hobart ma all'esordio assoluto al giro. Esordienti anche Tom Clout (AUS) che viene dai 18 piedi e dal gruppo Ragamuffin, Alex Gough (AUS), il portoghese Antonio Fontes, e Tiger Mok (HKG). Prima volta anche per l'unica ragazza a bordo, l'olandese Annemieke Bes che però può vantare un argento olimpico a Pechino (Qingdao) 2008 nel match racing femminile. Tanti punti interrogativi...
6) Team AkzoNobel (NED) - Primo team iscritto alla VOR 17-18, è diventato anche il primo a esonerare il suo skipper! E' accaduto pochi giorni fa prima del prologo da Lisbona a Alicante. Simeon Tienpont (BEL), un passato anche in Coppa America, è stato silurato per non aver dato al team una valida organizzazione, ma certo oggi la squadra si ritrova senza skipper a pochi giorni dal salto verso Città del Capo... Una squadra che conta soprattutto su velisti adulti ed esperti: il neozelandese Brad Jackson (ottava partecipazione!), l'inglese Jules Salter (quarta), il brasiliano Joca Signorini (quinta), e con alcuni inserimenti di lusso, il più clamoroso dei quali è quello di Martine Grael, figlia di Torben, oro a Rio 2016 nel 49er FX, esordiente di qualità. Dopo il controverso addio di Tienpont (le parti si accusano a vicenda e ci saranno strascichi) è un team nel terremoto. Nella serata di lunedi l'annuncio: il comando è affidato per anzianità a Brad Jackson, che di giri ne ha fatti hen sette (con tre vittorie: 93-94 New zealand Endeavour, 2001-2 ABN AMRO 1, 2008-9 Ericsson 4).
7) Turn the Tide on Plastic (United Nations) - La prima barca iscritta con le insegne dell'ONU, la prima sfida centrata sul messaggio di salvare gli oceani, portatrice dell'iniziativa Clean Seas, la più ricca di veliste donne a bordo, tra le quali la nostra Francesca Clapcich, azzurra di due Olimpiadi. Ce n'è tanto per averli in simpatia, e si può aggiungere anche l'età media più bassa, oltre alla leadership della skipper inglese Dee Caffari, equilibrio e simpatia. Con lei Liz Wardley (GBR) alla terza partecipazione, la laserista irlandese Annelise Murphy (argento a Rio 2016), un po' di esordienti scatenati come i portoghesi Piheiro de Melo (ex Finn, Star, Extreme) e Bernardo Freitas (olimpico a Londra 2012), l'inglese Bleddyn Mon (ex 29er, poi Land Rover BAR, un tipino che brucia le tappe), poi il francese Nicolas Lunven (che vinse a 27 anni il Figaro Solo nel 2009), infine un po' di esperienza dallo svedese Martin Stomberg (quinta Volvo). Simpatici ma da sistemare.
CHE VELISTA E' QUELLO DEL GIRO DEL MONDO IN EQUIPAGGIO IN 11 TAPPE? - Guardando gli equipaggi e la loro genesi, si assiste a una strana mutazione genetica della regata. Finita l'era dei grandi condottieri, dei grandi nomi a guidare le squadre e a fare da skipper (i vari Peter Blake, Grant Dalton, Paul Cayard, Torben Grael, Ken Read, al comando ci sono uomini (o donne) esperti di oceano ma senza necessariamente credenziali sportive di rilievo. A volte sono emanazione del gruppo di lavoro che ha portato uno o più sponsor.
Tra gli skipper di questa edizione, solo Bouwe Bekking ha il carisma del "giramondo" velico d'altri tempi (in effetti lui i "tempi" della regata li ha vissuti tutti), e Dee Caffari può esibire un precedente come il Vendée. L'altro "nome" vero è Xabi Fernandez, velista completo e uomo tutto d'un pezzo, al petto medaglie olimpiche e nelle vene ogni oceano del pianeta. Ma anche lui non è un leader trascinatore di folle. Per compensare l'assenza di grandi capi, a bordo sono stati cooptate alcune delle stelle più brillanti del firmamento velico, prese direttamente dall'agone olimpico.
Peter Burling, Blair Tuke, Martine Grael e Jena Hansen, quattro-medaglie-quattro da Rio 2016 sono gli esempi più lampanti. Certo, immaginare questi velisti che vengono dalle terrazze al trapezio dello skipp olimpico, o (nel caso dei due kiwi) dagli scafi con i ciclisti del cat volante di Emirates Team New Zealand nelle regatine di 20 minuiti a Bermuda, e adesso trasportati in un universo liquido di 20 giorni tra calme equatoriali e burrasche, cambi di vele, turni di notte e sonno di giorno, navigazione, cibo liofilizzato e gestione di un racer di 20 metri... Bè, quantomeno sono da vedere all'opera. Come se la caveranno? Chi supererà l'esame, di certo sarà il simbolo della vela dei prossimi 15 anni.
Per il resto è la Volvo di tanti veterani, "centrocampisti" di lavoro a bordo, gente che risolve i problemi. Chi non ne ha un paio rischia di più. I velisti "olimpici" servono per fare tattica anche se è una Volvo che torna a tapponi lunghi, a vera vita oceanica. I marinai servono a navigare e tenere in ordine la barca. Con i monotipi, le differenze le fanno gli uomini, ma anche l'organizzazione, i mezzi, le scelte per l'attrezzatura, lo shore team.
LA VOLVO OCEAN RACE DEL FUTURO? - Il clamoroso annuncio di qualche settimana fa (rinvio dell'edizione 2019-2020), seguito alle altrettanto clamorose dimissioni di Mark Turner, hanno gettato nel panico la famiglia della regata. Partire per un giro del mondo senza sapere cosa accadrà a casa propria non è il massimo. Insieme al nuovo CEO, il giro del mondo cerca conferme sul proprio futuro. A cominciare dalla stessa partnership con il title sponsor, che comunque ha investito tanto sulla vela, e sta per diventare il primo brand automotive a varare prototti 100% elettrici. Proseguirà il previsto programma con i nuovo one-design VO60 con i foil, che strizzano l'occhio agli IMOCA 60 del Vendée? Si tornerà alla cadenza quadriennale?
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