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24/05/2017 - 10:32

Volvo Ocean Race 2017-2018 (e 2019-2020): si lavora per un team italiano al via

Italia VOR, è la volta buona?

L'Italia può davvero tornare al via del giro del mondo a vela in equipaggio, 23 anni dopo l'avventura di Brooksfield? Il progetto di una sfida italiana è alle fasi finali e decisive. Tra i coordinatori il volto noto di Maciel Cicchetti (che è più italiano che argentino), che abbiamo intervistato. "Forse un team multinazionale quest'anno, ma c'è un progetto a lungo termine per portare italianità alla VOR. Pronti velisti anche olimpici. E una donna italiana a bordo!". Ecco le ultimissime

 

di Fabio Colivicchi

La possibilità di rivedere una barca italiana (o a forte componente tricolore) in regata intorno al mondo alla Volvo Ocean Race non è mai stata così vicina, almeno da una decina d'anni. Alla VOR 2017-2018 mancano pochi mesi, è vero, ma l'organizzazione e la logistica dell'evento offrono ancora delle "finestre" temporali per eventuali iscrizioni last-minute. E la partecipazione di un team italiano è il "tormentone" che da anni accompagna il giro del mondo in equipaggio: l'Italia è considerata tra i primi 5-6 paesi al mondo per lo sport della vela, sia per qualità tecnica dei velisti che per quantità di pubblico, gli organizzatori della VOR "sognano" un team italiano (Knut Frostad, ex CEO della regata, ci era andato vicino con il tentativo di Giovanni Soldini e la barca acquistata da John Elkann, la sfida si chiamava Italia70, ma non riuscì a decollare), allo stesso modo l'Italia e gli italiani "sognano" una barca tricolore intorno al mondo. Insomma, un matrimonio che tutti vogliono ma che è rimasto difficile, per tanti motivi.

Ora però, come detto, Italia e Volvo Ocean Race sono assai vicine a incontrarsi davvero. Cosa sta succedendo? Per mesi, sottotraccia, anche più di una cordata italiana ha lavorato a un progetto Volvo Ocean Race, più che voci, sussurri che non sono mai diventate grida. Ma il colpo di scena è dietro l'angolo, e negli ultimi giorni i rumors arrivano dalla penisola iberica. In Spagna, ad Alicante, c'è il quartier generale della Volvo Ocean Race, il cui CEO è Mark Turner ha appena fatto l'annuncio sulle nuova barche one-design per la VOR del futuro (monoscafi VO60 con i foil, più cat volanti per le In-Port), e dove arrivano formalmente le iscrizioni. Ma ancora di più in Portogallo, a Lisbona, dove c'è il cantiere che ha in gestione i VO65 pronti per l'edizione della regata intorno al mondo che parte il 22 ottobre. E dove c'è Maciel Cicchetti, velista argentino ma più italiano di tanti nostri connazionali che regatano all'estero. Cico ha due giri del mondo alle spalle (uno con Telefonica e l'ultimo con Vestas Wind), è su Azzurra (in questi giorni al Mondiale TP52 di Scarlino) e con tanti progetti velici italiani: insomma è l'uomo giusto.

E' infatti intorno a lui, e all'ultimo velista-timoniere italiano alla VOR, Alberto Bolzan (era su Team Alvimedica nell'edizione di due anni fa), che ruota la vorticosa idea di portare finalmente al via della regata intorno al mondo una barca italiana. Ci sono anche altri nomi di protagonisti della vela italiana, esperti e navigati, sia per posti nella squadra di terra che per l'equipaggio in mare, ma per il momento, come vogliono, li lasciamo avvolti nel mistero. Tutti desiderano solo di rivedere l'Italia al giro. Un ritorno che sta assumendo i contorni del miracolo, visto che l'ultima barca italiana al giro risale a 23 anni fa (Brooksfield). Maciel, che è un marinaio abituato ai fatti e non alle parole, si è messo a disposizione del progetto, ha fornito le coordinate tecniche, organizzative, ed è diventato il riferimento di una piccola task-force, fatta soprattutto di profili commerciali e di marketing, che sta tentando il famoso miracolo.

INTERVISTA A MACIEL CICCHETTI - Raggiungiamo Maciel Cicchetti, in arte "Cico", al telefono, è indaffaratissimo e ci svela: "Ci stiamo scegliendo la fidanzata.... Queste sono settimane molto dinamiche, direi decisive. La realtà è che abbiamo qualche sponsorizzazione italiana pronta per l'esperienza della Volvo Ocean Race. Purtroppo il budget non è ancora abbastanza per ipotizzare una squadra completamente italiana, e quindi stiamo cercando di capire se può essere vantaggioso per il progetto, unirci a un altro team. Di sicuro questo è un progetto a lungo termine. Noi puntiamo a portare l'italianità nell'evento. Abbiamo la testa già alla prossima edizione, ma se ci sarà l'opportunità faremo già l'esperienza in questa, con un team a doppia nazionalità. Stiamo spingendo al massimo, è difficile, ma siamo fiduciosi che in due o tre settimane possa esserci una svolta positiva."

Cico è un fiume in piena e ci tiene a chiarire un paio di cose: "Primo, io sono argentino, anche se vivo in Italia e lavoro nella vela italiana, ho un certo imbarazzo a parlare di squadra italiana proprio io, ma la sento moltissimo, ho grande rispetto per l'Italia della vela, e i ragazzi che stiamo mettendo insieme la rappresenteranno benissimo. Secondo: puntiamo a una esperienza che sia fatta bene. Il progetto è a lunga scadenza, portare italianità alla Volvo Ocean Race sotto gli aspetti sportivo, manageriale e di brand, ma sin dall'inizio vogliamo fare le cose per bene, anche dal punto di vista della comunicazione. Tutti dobbiamo impegnarci per l'obiettivo, anche voi giornalisti."

L'idea che traspare è di una logica, un approccio diversi, rispetto a certi tentativi più o meno recenti, o troppo urlati o troppo striscianti, e comunque falliti. I nomi che circolano sono interessanti e Cicchetti continua: "Vogliamo portare nel giro del mondo giovani italiani che si mettano in evidenza, sia dal punto di vista sportivo, quindi velisti, sia nell'aspetto manageriale, che nei ruoli tecnici. Abbiamo grandi professionalità emergenti. E adesso abbiamo anche un budget di base, insomma siamo una realtà concreta, ben vista. Ecco perchè dico che ci stiamo scegliendo la fidanzata..."

Facciamo un paio di ultime domande a Maciel. Tra i velisti che state coinvolgendo, è ipotizzabile che ci siano anche atleti del giro delle classi olimpiche, o guardate solo agli oceanici? "Certo che ci sono atleti della vela olimpica, come in quasi tutti i team, abbiamo contatti in corso e tutti felici di fare questa esperienza, ovviamente per i giusti equilibri preferisco non fare nomi..."

E viste le quote rosa di questa edizione, è pensabile che l'italianità di un team sia rappresentata anche da una velista italiana? "Assolutamente si!"

Forti di queste sensazioni positive, ci chiediamo: con la partenza fissata il 22 ottobre, è ancora possibile una sfida a componente italiana? La risposta oggi è positiva, ed è uno dei risultati della nuova Volvo Ocean Race delle barche one-design. A oggi ci sono cinque team ufficialmente iscritti, l'ultimo è stato Hong Kong, e le barche costruite sono nove. In cantiere ci sono alcuni VO65 pronti, le chiamano le "barche bianche", perchè sono già manutenute e condizionate, pronte per essere verniciate con i colori del team e dello sponsor, e partire. Tutt'altra vita rispetto ai tempi in cui un team doveva pensare a progettare, costruire e mettere a punto la barca. Ma certo anche questa situazione di vantaggio non può durare all'infinito. Gli stessi Cicchetti e Bolzan hanno diverse richieste di imbarco su altri team, hanno preso tempo, ma non possono rischiare di restare a terra. Il tempo insomma c'è, ma stringe.

Una deadline di massima, per poter dire di avere l'iscrizione di un team-barca italiana al giro del mondo a vela in equipaggio, è fissata tra giugno e luglio. Sono in corso gli ultimi incontri con aziende, sponsor, partner, velisti, aspetti tecnici. E c'è un aspetto importante: l'Italian Team di Maciel Cicchetti sta lavorando a strettissimo contatto, anzi remando nella stessa direzione, con il team marketing della VOR, da Mark Turner in giù. Una conferma del fatto che l'Italia alla Volvo Ocean Race è nell'interesse di tutti.

Di sicuro è già una VOR a trazione italiana in alcuni fornitori essenziali: il cantiere Persico di Bergamo è stato confermato come costruttore ufficiale anche dei futuri one-design, Gottifredi e Maffioli è il fornitore ufficiale di cime e cordami hi-tech, Cariboni resta il riferimento d'eccellenza per i sistemi idraulici, e Harken (che per tutti è più italiana che USA, visto che in Italia c'è la fabbrica più grande) per l'attrezzatura di coperta e i winch.

Qualche tempo fa l'allora CEO della Volvo Ocean Race Knut Frostad ci disse che l'Italia è piena di ottimi velisti, ma carente di profili di manager in grado di gestire la complessità di un progetto come il giro del mondo. Questa carenza è stata superata? I prossimi giorni ce lo diranno.

Intanto ai piani alti della regata si è reduci da una settimana ricca di annunci: le nuove barche, il quinto equipaggio, le novità nelle tappe. La febbre per un grande giro del mondo Volvo Ocean Race è alta. Serve una "tachipirina" italiana.

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