La Paz, 3 marzo 2017.
È arrivato anche quest'anno il momento di salpare.
Il programma è confermato: prua a nord, lungo la costa ovest del mare di Cortez, golfo di California, Messico fino alla remota Baja de Los Angeles. Ci aspettano baie, isole, sentieri e sopratutto balene, leoni marini, razze, orche e tanta natura incontaminata. Rientreremo a sud, a La Paz, a fine mese, il 29. Poi Roberto ed io ci prepareremo per la grande traversata, 2800+ miglia verso la Polinesia Francese, gruppo delle Marchesi e delle Tuamotu. Arriverà Galen a completare il gruppo, mentre quello attuale ci lascerà.
Oggi siamo cinque, oltre noi due c'è (in ordine di apparizione) Teresa, ex infermiera della Florida, Kevin, ex poliziotto canadese, e Violeta, aspirante skipper americana ma nata in Bulgaria. Tutti maturi, dinamici, divertenti, accomodanti, già con esperienza velica ma anche tanta voglia di migliorarla, di star bene e di lanciarsi in questa nuova esperienza da protagonisti e non da semplici ospiti.
Mi sembra un ottimo gruppo, mi aiutano con slancio e generosità, credo che ho centrato l'obiettivo anche questa volta: buona compagnia, buon umore e cooperazione.
Ieri pomeriggio quasi per caso raccolgo un'informazione importante: partecipiamo così ad una riunione del "poddle jump group", il gruppo degli equipaggi che hanno in programma di fare il "salto della pozzanghera" (tanto sarebbe facile..) attraverso il Pacifico. Ci troviamo altri 4 equipaggi che partiranno a breve: il più sorprendente è composto da due ragazzi canadesi poco più che ventenni, programmatori di computer, velici da appena un anno su una barchetta di 10 metri. Hanno vissuto due anni in Giappone e ci vogliono tornare via mare, parlano giapponese e intanto lavorano dalla barca, partiranno già domani. Il coraggio e la forza della gioventù!
Scopriamo intanto un mucchio di cose interessanti e utili: che ci sono dei siti tra navigatori con questa traversata in progetto cui iscriversi per tenersi in contatto e scambiarsi notizie e consigli, che ci sono più di 130 barche quest'anno pronte per il "jump", ecc, ecc. Insomma non siamo affatto più soli e anzi c'è un mondo di amici navigatori cui ci aggregheremo presto. Una flotta di barche con cui ci incontreremo, fisicamente o virtualmente, già prima, ma sopratutto durante e dopo la traversata. Quindi niente più paura e ancor meno "avventura", più forza di gruppo e molta meno solitudine e timore. Bene!
Già a sera ci vengono a trovare per un aperitivo (si portano dietro il loro drink preferito) Mike e Shila, lui ingegnere della Colorado State University nei miei stessi anni, cantante d'opera e logopedista di cantanti lirici lei, che partiranno a fine marzo. Una conversazione assolutamente brillante, effervescente, scambio serrato di esperienze di vita e di vela, un guacamole preparato all'istante, una birra e un po' di vino e tanta allegria. Fantastico!
In questo mondo sempre più piccolo la vera avventura non esiste più. Ormai tutti i sentieri sono stati battuti, esplorati, raccontati e documentati più e più volte. Esiste solo il un minimo rischio residuo, più o meno calcolato, e l'incoscienza di chi non sa o piuttosto non vuole o non si cura di sapere.
Ma noi non siamo tra quelli, non ci interessa il rischio, non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, cerchiamo di minimizzarlo e di goderci questa vita di vela, mare, natura e buona compagnia..
Il vostro affezionatissimo capitano preferito...
Commenti