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04/01/2017 - 19:12

SOLO ROUND THE GLOBE

Gaetano e Italia Non finira' qui

Si ferma a Fremantle la sfida di "Solo Round the Globe Record" di Gaetano Mura: i problemi a bordo di Italia più estesi del previsto, numerosi i sistemi di bordo coinvolti, c'è anche una delaminazione. I tempi di intervento sono lunghi e non compatibili con la prosecuzione del giro. In aggiunta, la finestra meteo favorevole per il rientro attraverso l’Atlantico rischiava di chiudersi

 

Gaetano Mura ci ha provato: anche dopo le avarie riscontrate poco prima di Natale, che l'avevano costretto a fare prua verso Nord e l'Australia, un porto sicuro per riparare e pensare di ripartire. In 5 giorni è arrivato a Fremantle, tra difficoltà notevoli, ma qui appena è stato possibile, dopo le feste di Capodanno, l'esame approfondito della barca ha dato l'esito più infausto: problermi estesi e complicati da risolvere. Sfuma il tentativo di record e non si conclude neanche il sogno del giro del mondo. Nel comunicato del team che potete leggere in questa pagina traspare la delusione - inevitabile - e anche l'intenzione di riprovarci un'altra volta. Presto Gaetano tornerà in Italia e il suo racconto completerà la storia di quella che resta comunque una avventura di grande spessore, umano e velico. Da Cagliari (e poi da Puerto Banus e tagliando una linea immaginaria a Gibilterra, a Fremantle in Australia, circa 10mila miglia in solitario su un Class 40 in 65 giorni. Sono davvero pochi i navigatori che possono raccontare una navigazione del genere.

Certo, arrendersi brucia sempre. Ma Gaetano Mura è in buona compagnia, nel ragionare sulla dura legge del mare che resta il motivo per cui si molla tutto e si parte per sfide come la sua: solo negli ultimi mesi, sugli stessi oceani che ha solcato lui, si sono arresi marinai del calibro di Vincent Riou, Kito De Pavant, Bertrand De Broc, Sebastien Josse, Morgan Lagraviere, Tanguy De Lamotte, Paul Meilhat. Tentativi in Class 40 pochissimi e l'ultimo del nostro Matteo Miceli, amico di Gaetano, terminato anzitempo quando mancavano meno di 3000 miglia. Non è solo Gaetano, anche perchè intorno a lui è sorta e si è cementata una comunità di appassionati, di veri fans, di ammiratori, che ha colto l'essenza del modo di andar per mare del navigatore di Cala Gonone. Partire per una impresa così estrema significa mettere nel conto - con una approssimazione realistica del 50%, anche se nessuno lo ammetterà - la possibilità di non riuscire a finire, a chiudere il giro. Si può interrompere in tanti modi, anche traumatici. Tra i nomi citati, Kito De Pavant ha abbandonato la barca con la chiglia rotta che imbarcava acqua. Gaetano ha portato "Italia" in porto, e ha cercato, sperato, atteso, che potesse accadere il "miracolo" di una serie di interventi tecnici che lo rimettessero in condizioni sicure per proserguire, verso Capo Horn e oltre.

Le gesta marinaresche di Gaetano Mura restano e devono essere la base di partenza del suo futuro. In quanto navigatore italiano, il suo futuro è anche il nostro futuro. Dopo un Mini Transat e una Jacques Vabre, il salto è stato triplo, con determinazione, coraggio e preparazione meticolosa. Non è bastato. Negli approfondimenti dei prossimi giorni, messo al sicuro il concetto che non finire una scommessa come questa non può definirsi sconfitta, lo skipper e il team metteranno in fila gli eventi e le azioni, cercando giustamente di capire e crescere insieme. In questa gestione dell'incompiuta, nel cercare di scavare in ciò che si è imparato, sta il valore dell'esperienza compiuta. Si dice sempre - e a ragione - che la vela italiana oceanica è in grave ritardo dai paesi evoluti come Francia, Gran Bretagna, Spagna. Esperienze, storie, uomini come questa, aiutano a diminuire quel ritardo. Anche nello stile e nella qualità del debriefing, Gaetano Mura disegnerà il suo e nostro futuro.

IL SOGNO SI FERMA A FREMANTLE

(1Off) Il sogno di Italia, di Gaetano Mura e del Team 1Off per ora si ferma a Fremantle, Australia Occidentale, dove la barca è approdata l'ultimo giorno dell'anno, ferita da alcune serie avarie. A Fremantle, l'esame della situazione ha chiarito che Italia ha bisogno di una permanenza di ben più di qualche ora in cantiere. Non si tratta solo di ripristinare il sistema di navigazione satellitare, ma anche e soprattutto di intervenire su parti strutturali per ovviare ai danni causati dall’urto dei timoni contro un oggetto flottante non identificato, avvenuto nella notte del 9 dicembre, da poco superato Capo di Buona Speranza, che dopo una prima riparazione in mare si erano ripresentati.

Infatti, a seguito di un’attenta perizia cantieristica le avarie riscontrate si sono rivelate ben più serie delle stime iniziali, richiedendo l’alaggio e la messa in cantiere della barca. In particolare si è determinata una delaminazione dello scafo conseguente all’urto subito. Inoltre è necessaria una completa revisione del pilota automatico e del dissalatore, ossia il dispositivo che garantisce la produzione d’acqua dolce per evitare di sovraccaricare la barca con scorte d’acqua potabile che rappresenterebbero di per se un peso eccessivo. Senza il corretto funzionamento di questi due sistemi è impensabile affrontare una navigazione in solitario.

1Off, il Team di Gaetano, non vuole esporre l’ocean racer al rischio di prendere il mare con un’imbarcazione non perfettamente in ordine. Italia infatti avrebbe dovuto discendere lungo l’Oceano Indiano fino a oltre 48° di latitudine Sud per passare a sud della Nuova Zelanda, e proseguire nel Pacifico scendendo a oltre 55° di latitudine Sud per passare Capo Horn, per poi completare il viaggio risalendo lungo l’Atlantico. La permanenza in cantiere a Perth e il percorso con venti sfavorevoli necessario a riportare Italia in rotta avrebbero fatto slittare il tratto finale in Atlantico in un periodo caratterizzato da forte instabilità e dai primi cicloni tropicali.

Quindi la decisione, sofferta ma unanime, di fermare qui la corsa di Italia, e riprendere il progetto in futuro, in condizioni più favorevoli. Questo malgrado il World Sailing Speed Record Council (WSSRC), l'organismo deputato a omologare i record di velocità a vela abbia dato luce verde alla possibilità di continuare a correre per il giro del mondo, nella configurazione con assistenza e scalo. Questo tipo di record tuttavia comporta che il cronometro non venga fermato nel corso dello scalo tecnico. Il tempo di percorrenza complessivo sarebbe stato penalizzato non solo per la durata della sosta stessa, ma anche per il tempo necessario all’avvicinamento allo scalo e, successivamente, a riprendere la rotta originaria.

A questo punto, tentare di abbreviare i tempi di sosta avrebbe significato mettere a repentaglio la sicurezza di imbarcazione e navigatore. 1Off, di comune accordo con Gaetano, ha quindi dovuto prendere la difficile e dolorosa decisione di rinunciare al completamento dell’impresa. Il Team 1Off è solidale con Gaetano Mura, al quale non ha mai fatto mancare il proprio sostegno in un momento di così grande difficoltà. Entrambi sono determinati a guardare alle nuove sfide che li attendono in futuro.

Mentre 1Off sta già provvedendo al rimpatrio dello skipper in Italia, da Cagliari partirà un piccolo gruppo di tecnici che, assieme agli esperti che stanno supportando 1Off a Perth, prepareranno Italia per il rientro a bordo di un cargo.

http://www.gaetanomurarecord.com/la-rotta/

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