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18/12/2016 - 20:49

Vendée, Pacifico severo

Le Diraison disalbera,
Ruyant danni strutturali

Continua la roulete russa degli oggetti sommersi: l'ultimo a farne le spese è Thomas Ruyant (Le Souffle du Nord), che nell'urto con qualcosa di non identificato ha riportato danni strutturali e una via d'acqua. Si sta dirigendo verso la Nuiva Zelanda. E Stéphane Le Diraison (Compagnie du Lit-Boulogne Billancourt), disalbera con 26 nodi e due mani di terzaroli e fa prua su Melbourne: "Dura da accettare!"

 

Il Vendée Globe dai tre volti: quello dei leader in fuga, ormai in vista di Capo Horn, quello degli inseguitori, un bel gruppotto di grandi skipper molto amati, che si battagliano per un posto sul podio, e quello del resto, una teoria di barche chd si allunga sul Pacifico e per alcuni ancora sull'Indiano. La maratona punisce. La roulette russa degli oggetti galleggianti non identificati sta diventando numericamente inquietante: 6 su 9 ritirati si devono a questa piaga.

Le ultime cattive notizie nella domenica sono il disalberamento di Stéphane Le Diraison (Compagnie du Lit-Boulogne Billancourt), e - per l'appunto - il danno strutturale con via d'acqua per Thomas Ruyant (Le Souffle du Nord).

Le Diraison ha raccontato: "Se sbaglio qualcosa, è colpa mia, ma così è dura da accettare: navigavo cin 25-26 nodi di vento e due mani di terzaroli, conservativamente, quando la barca è partita in surf, ho sentito un botto, sono corso fuori e ho visto che l'albero non c'era più... rotto in due pezzi, nel mezzo della notte con mare molto mosso, le vele in acqua. Ho combattuto per evitare che le crocette strofinando lo scafo facessero dei bichi, è stato un inferno. Ho tagliato tutto e lasciato in acqua. Ho acceso il motore e mi sono riposato due ore, ho mangiato, poi mi occuperò del boma... e metterò la tormentina sul pezzo rimasto di 7 metri. Andrò a Melbourne."

Più tardi, il francese ha confermato di aver realizzato una jury-rig, attrezzatura di fortuna, con il boma e la parte di albero ancora in piedi, e naviga a una velocità di 6 nodi, con prua verso l'Australia.

Quanto a Thomas Ruyant, al momento dell'urto c'erano 40 nodi, ma secondo quanto riferisce Laurent Bourges, il suo direttore tecnico, non è richiesta assistenza, Thomas sembra in grado di resistere con i suoi mezzi e fare prua sulla Nuova Zelanda, anche se ha preparato tutto il materiale di sopravvivenza. La Direzione Corsa è in contatto con le autorità di salvataggio in mare della Nuiva Zelanda allertate nel caso di eventuali richieste di soccorso se la situazione dovesse peggiorare.

Più tardi, Ruyant ha confernato di avere una via d'acqua, il timone di destra rotto, e di procedere a motore verso la costa neozelandese.



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