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27/12/2015 - 13:43

71 Rolex Sydney Hobart in condizioni dure: succede di tutto

Bass Strait, ecco
il Master offshore

Collisioni e ritiri al via, poi all'uscita dalla baia con le onde dell'oceano (vento a 25 nodi), altri colpi di scena: il grande favorito Wild Oats XI rompe la randa e si ritira. Per l'altro big Comanche danni a timone e derive, prima torna indietro poi ci ripensa: proseguiamo! Nella notte vento fino a 43 nodi, si arrende Perpetual Loyal. Splendido Maserati, 4° overall al passo con i 100 piedi - FOTO PAZZESCHE - VIDEO SU SAILY TV


di Fabio Colivicchi


Che sceneggiatura questa Rolex Sydney To Hobart Race! L'attesa con previsioni meteo da paura, che evocano i tragici ricordi del 1998, il tributo pagato all'oceano. Poi i test nella baia, i supermaxi che si preparano alla grande sfida. Uno (Wild Oats XI), quello di casa, dell'armatore australiano di riferimento, colui che aveva persino lanciato la sfida alla Coppa America, ha persino fatto una profonda operazione in cantiere per allungarsi di quasi due metri e correre di più. Per noi anche la presenza tricolore di Giovanni Soldini e del suo Maserati, barca e programma al culmine di tre anni vissuti al massimo sugli oceani...

Fin qui le attese, poi ecco la partenza. E già qui succede di tutto: collisioni e ritiri nella flotta più numerosa, la baia che fu olimpica nel 2000 è riempita di barche di bolina, gli incroci di 100 yacht fanno una danza bellissima sullo sfondo dell'opera house. Lo sceneggiatore non ha finito: disavventura a lieto fine per Maserati: si addentra a bordeggiare tra le barche spettatori e alla fine la chiglia prende i cavi di una, due, tre boe nella baia...Deve buttarsi in mare un velista da bordo, per sbrogliare la situazione, anche con il coltello. Dieci miglia perse, dirà Soldini. 

Intanto fuori c'è l'oceani che aspetta, e la musica sta per cambiare ancora. L'ultima boa, di fatto una boa di bolina, messa all'uscita dal fiordo-baia di Sydney vede passare nell'ordine i tre super maxi favoriti: Perpetual Loyal (bordeggio regolare), Comanche (potente) e Wild Oats XI (partito prima ma andato dalla parte sbagluata), racchiusi in 20 secondi. 

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In oceano cambia scenario: protagoniste diventano le onde, che schiaffeggiano al traverso prima e al lasco poi gli scafi in gara. Prima i super maxi, poi il resto della flotta, tutti presto sotto spinnaker. Una meraviglia, la vela offashore al suo massimo, la costa ripida australiana a fare da sfondo, schizzi violenti del mare sulle coperte. Comanche si allunga, Maserati inizia il grande recupero, ma i colpi di scena sono in arrivo...

Wild Oats XI, il superfavorito, la barca preparata un anno proprio per questo appuntamento, deve gettare la spugna, si ritira, gira la prua e torna verso Sydney, con la randa strappata via da una raffica a 40 nodi. Le speranze australiane contro i due americani Comanche e Rambler 88 svaniscono. Ma è solo l'inizio: poco dopo anche Comanche via radio annuncia il proprio ritiro e gira la prua verso la baia: danni a un timone e a una deriva, a seguito di un urto con "qualcosa". Passa ancora un po' di tempo ed è il turno di Perpatual Loyal, costretto ad arrendersi per un inizio allarmante di delaminazione sullo scafo, un'altra ingloriosa fine per un progetto nato e pensato per questa grande corsa offshore.

Ma forse il colpo di scena più inatteso arriva (di nuovo) da Comanche: che chiama e annuncia di aver ripreso la regata, intende riparare e risolvere i problemi a bordo, la situazione è sotto controllo e l'equipaggio vuole vincere... I media descrivono il ritorno in gara prima della notte di burrasca come la parabola di Lazzaro.

E nel corso della notte altri ritiri e altre notizie arrivano. E' una notte dura, con 35 nodi, le onde dello Stretto di Bass, un posto davvero terribile dove il vento si incanala e il mare si alza per i fondali che si alzano e si abbassano imprevedibilmente. Schiaffi, freddo, salti, una notte da marinai veri e da barche toste. Sarà per questo che si rivela la notte di Giovanni Soldini e di Maserati, che in fondo resta un VOR 70, una barca nata per il giro del mondo, dove di stretti di Bass se ne incontrano tanti. La randa col tricolore rimonta tutto e tutti, e saltando sulle onde alla fine si ritrova quarta overall. E non basta, perchè al mattino Maserati si è avvicinata alle barche che la precedono (Comanche, Rambler e Ragamuffin), e si avvantaggia sugli inseguitori. Che regata, gli italiani.

Racconta Giovanni Soldini: “Siamo vicini a Ragamuffin, lo vediamo bene all’orizzonte. Mi aspetto che nelle prossime ore il vento inizi a calare fino a 10, 12 nodi, quando dovremo cercare di passare la alta pressione. A bordo il morale è alto, felici della nostra tattica che ha decisamente pagato su tutti. Abbiamo dato del filo da torcere a un bel po’ di barconi! Navighiamo con due mani e il J4 ma presto lasceremo la barca a briglie sciolte. Maserati è in forma come sempre”.
 

Proprio un "gemello" di Maserati, Black Jack, deve poi ritirarsi all'alba per prestare soccorso a un velista dell'equipaggio (gamba fratturata). I ritiri al termine della tempesta salgono a 29, e gli esperti fanno i conti: questa del 2015 è la Sydney Hobart più dura dal 2004, altro anno di burrasca, ma comunque ben lontana dalla drammatica edizione 1998 evocata nelle previsioni meteo.

Cosa può accadere adesso? Semplicemente ancora tutto, come si addice alla più bella e tecnica regata offshore del mondo. Il vento calerà e girerà di prua, non una bella notizia per nessuno, ma di certo pessima per questi maxoni leggeri e larghi, pensati per grandi planate. Ma ci penseranno le kanting keel a tenerli dritti, e in ogni caso con aria più leggera e mare morto da un'altra direzione, sarà dura per tutti. Maserati, Soldini, Ivaldi e i suoi, grande notte da marinai nel fronte, dovranno davvero sudare per mantenere il quarto posto. 

La Rolex Sydney Hobart è oltre metà strada, tutto è successo e tutto può ancira accadere. Stay with us...

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