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14/11/2015 - 01:45

Mini Transat: grande il velista romagnolo (che ha finito le t-shirt...)

Zambelli, il bello viene adesso

Michele Zambelli 2° a Point-a-Pitre, è una grande storia di vela italiana. "Mi sento più forte", "Lascio la Classe Mini per nuovi progetti" SPECIALE SU SAILY TV



Michele Zambelli ha scritto una bella pagina di vela oceanica italiana. Un bellissimo secondo posto con batticuore finale e tanto di volata. Grande seconda tappa, che si è capita già dalla partenza di Lanzarote, e piede costantemente sul pedale del gas. A 25 anni con due Mini e questo risultato - in attesa degli altri arrivi, Zambelli potrebbe chiudere nei primi 5 assoluti - Michele è un navigatore fatto e finito, pronto a tutto.

E la storia si arricchisce, perchè due giorni fa Giancarlo Pedote, che proprio alla Mini Transat nel 2013 fu secondo ma beffato nel finale dalla sfortuna, ha vinto in Brasile la Transat Jacques Vabre con un trimarano. La vela oceanica italiana ormai maggiorenne, è cesciuta, non vive più di singoli personaggi, ma ha una sua cultura, una sua famiglia, che continua ad allargarsi. Questo è il più bel regalo e il significato più coinvolgente dell'impresa di Michele Zambelli.

Il quale, stando invece solo alla stretta attualità, ha fatto 2770 miglia ortodromiche alla media di 8,65 nodo, e 3209 sul fondale alla media di 10,01 nodi. Un ritmo incredibile.

Nelle prossime ore e nel weekend, su Saily Magazine e su Saily TV ampia copertura di quanto accaduto, dell'arrivo e degli altri arrivil, la classifica, i commenti, le immagini video, le foto. LO SPECIALE MINI TRANSAT DI SAILY SI AVVIA AL GRAN FINALE.

IL FLASH DEL SITO UFFICIALE
Le navigateur italien a franchit la ligne d’arrivée de la Mini Transat îles de Guadeloupe ce vendredi 13 novembre à 23h 52mn 49s (heure de Paris). Pour Michele, c’est une revanche éclatante suite à la déception de sa première étape où une option dans le golfe de Gascogne lui avait ôté toute chance de figurer sur le podium final de la course. Son temps de course est de 13j 08h 42mn 13s.

Sa vitesse moyenne sur l’orthodromie est de 8,65 nœuds. Il a parcouru sur l’eau la distance de 3209 milles, l’orthodromie étant de 2775 mille). Sa vitesse surface est de 10,01 nœuds de moyenne.


QUANTO ACCADE A PARIGI...
Con la nostra redazione "aperta" a mezzanotte per seguire l'arrivo di Zambelli, ci piombano addosso le notizie terribili degli attacchi terroristici a Parigi. Una regata oceanica può essere una cosa piccola, piccolissima o avere la sua dignità, di fronte a certe notizie.  JE-SUIS-PARIS
 

LE PRIME PAROLE DI ZAMBELLI ALL'ARRIVO
“Mi sento più forte” sono state le prime parole dal pontile caraibico dove l’accoglienza è stata entusiasmante ma con una nota di tristezza per i fatti di Parigi.

Dopo la prima tappa che lo ha visto in dodicesima posizione, Michele Zambelli ha affrontato la traversata oceanica non necessariamente come una rivincita ma come un modo per dimostrare le sue capacità impostando una strategia studiata nei mini particolari.

Dopo essere partito da Lanzarote il 31 ottobre tra le file dei primi dieci inizia la risalita di posizioni sulla rotta a sud per cercare gli alisei più stabili. E’ tra i più veloci e si trova sempre nel gruppo di testa. Dopo 4 giorni è quarto e dopo 9 giorni è secondo.

Ma è allo scoccare delle meno 200 miglia dall’arrivo che inizia un vero e proprio match race per la conquista del secondo posto a Guadalupa. I duellanti in realtà sono tre: Zambelli con Illumia 788, l’inglese Luke Berry e Ludovic Mechin, a brodo della barca vincitrice dell’edizione 2013. Una staffetta dove è Zambelli ad avere sempre l’ultima parola.

Distacchi minimi sempre sotto le 5 miglia e strambate di copertura tengono con il fiato sospeso ad ogni rilevamento della posizione. Ad aumentare la tensione poi è il localizzatore di Ludovic Mechin che va in panne e per gli ultimi due giorni non è visibile sulla cartografia, lasciando quindi Zambelli e Berry protagonisti ma sempre con l’incognita della sua posizione.

L’entrata nella baia di Guadalupa è caratterizzata da venti leggeri e Michele a bordo di Illumia 788 è sempre al comando seguito ad un miglio da Berry. Mechin verrà localizzato 5 miglia dietro.

Ma non è tutto. Arrivato sul pontile Zambelli dichiara di aver rotto la drizza dello spinnaker il quarto giorno dopo partenza e di aver pensato che la sua Mini Transat sarebbe finita. Ma per sua indole non si è arreso ed ha continuato. Viene quindi da chiedersi cosa avrebbe fatto senza questo incidente.

Un “grande Michele Zambelli” dichiara su Facebook anche Giovanni Soldini e l’Italia della vela oceanica ha un nuovo portabandiera confermando il talento e la caparbietà del giovane romagnolo.

Con la chiusura di questa Mini Transat per Michele Zambelli termina anche la sua esperienza nella Classe Mini 650, che lo ha visto nascere e crescere, per dedicarsi ad altri progetti che vedranno sempre il mare in prima linea, uno dei quali sarà trasmettere la voglia di navigare ai giovani.  

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