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13/08/2011 - 00:33

Preolimpiche in Inghilterra

Weymouth, penultimo atto
Star e 49er, Medal con azzurri

!--paging_filter--strongCome sono andate le quattro finali senza italiani (Laser Standard e Radial, 470 maschile e femminile). E come si prospettano le ultime tre Medal, Finn (ancora senza Italia), Star e 49er, con Diego Negri e Enrico Voltolini e i fratelli Sibello che partono dal 5° posto e inseguono due possibili podi/strong!--break--br / nbsp;br / Laser Standard, il ripristino dei valori in un finale-thrillingbr / L'oro preolimpico a un anno dai Giochi va al timoniere australiano Tom Slingsby, l'atleta più costante e positivo dell'intera stagione (alla fine della quale manca ancora il pezzo forte: il supermondiale a casa sua, in Australia). Con un secondo posto nella Medal il rosso Tom vince Weymouth Portland 2011, al secondo posto l'olandese (già detto, ma ci ripetiamo, la squadra dei mulini a vento è sembrata la migliore di tutte qui quest'anno) Ritger Van Schaardenburg, terzo nella Medal, capace di grandi prestazioni (tre primi di manche, secondo solo a Slingsby), alla fine staccato di soli 3 punti. E al terzo si accomoda l'oro olimpico 2008 in carica, l'inglese Paul Goodison, un po' discontinuo ma capace di vincere la Medal, e bruciare sul podio il grande deluso della finalissima a punteggio doppio, il neozelandese Andy Murdoch, solo settimo e quindi quarto nella classifica definitiva. La preolimpica Laser ha messo in vetrina altri nomi dal futuro sicuro, il brasiliano Bruno Fontes, il cipriota Pavlor Kontides, il tedesco Simon Greteluschen, che hanno messo in riga atleti già nel giro dell'alta quota della classe, lo svedese Myrgren, il francese Bernaz, l'argentino Alsogaray, lo spagnolo Hernandez. L'azzurro Michele Regolo ha chiuso la preolimpica 2011 al 26° posto. E ora sotto con Perth...br / nbsp;br / Laser Radialbr / La reginetta del Laser femminile è lei, Marit Bouwmeester, olandese (e dagli), oro matematicamente anche prima della Medal, che ha chiuso rilassata all'8° posto. In fila tutto il gran vertice della classe, al completo: la belga Evi Van Acker argento, la statunitense Paige Railey bronzo, la cinese iridata Lijia Xu quarta, ma vittoriosa nella Medal, tanto per dire che se il vento cala a livelli ragionevoli lei c'è eccome. Quinta la finlandese Sari Multala, sesta l'irlandese Annalise Murphy, settima la francese De Turckeim... In chiave delusione, fa impressione il crollo della lituana Gintare Scheidt (23), e lasciano interdetti anche i brutti piazzamenti finali della croata Mihelic (14), della kiwi Sarah Winter (22), della ceca Fenclova (21). In quest'ottica, il 18° posto conclusivo della preolimpica per l'azzurra Francesca Clapcich non è da buttare via, anche in ottica qualificala conquistare a Perth.br / nbsp;br / 470 Maschilebr / Oro francese, con Pierre Leboucher e Vincent Garros, primi della classe fino in fondo (vittoria anche nella Medal Race), che relegano all'argento nientemeno che la supercoppia australiana di Mathew Belcher e Malcolm Page, mentre il bronzo se lo prendono gli israeliani Gideon Kliger e il nuovo prodiere Eran Sela. Quarto posto nipponico, quindo per gli inglesi Rogers e Grube, sesto per gli svedesi Dahlberg e Ostling, settimo per i greci Mantis e Kagialis. Gli olandesi Coster secondi nella Medal chiudono noni, preceduti dagli spagnoli Barreiros e Sarmento. Ultimi della top-ten i tedeschiSchmid e Reichstadter. Il 13° posto degli azzurri Gabrio Zandonà e Pietro Zucchetti può essere visto in tanti modi: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto? Rispetto a una stagione sempre in salita e lontani dall'alta classifica, questa preolimpica li ha rivisti stabilmente in lotta per un posto in Medal Race, anche se appena un gradino sotto. D'altra parte, è un 13° strappato con il fiatone, ZZ sono spesso stati rimontati, hanno sofferto le condizioni dure della baia olimpica, vento, onde, freddo. Si sono spremuti, ma alla fine raccolgono poco. Si impone un esame profondo, un check-up a questo equipaggio, per capire quanta birra e quanta voglia ha davvero. Se il carburante c'è, si resta dell'idea che i valori tecnici possono ancora produrre qualche colpo a sorpresa.br / nbsp;br / 470 Femminilebr / La quarta Medal Race del giorno, la quarta senza italiani, e per questa in particolare è un'assenza che brucia. Giulia Conti e Giovanna Micol sono state le regine del 470 femminile nelle ultime due o tre stagioni, tra titoli europei, podi mondiali e ranking list dominate. E pensare che l'oro va alle giapponesi Ai Kondo e Wakako Tabata, che solo un anno fa venivano spesso accostate a GG perché erano gli unici equipaggi ad aver centrato l'en-plein di Medal Race in una stagione intera. Le giapponesi hanno addirittura rovinato la festa alle inglesi di casa Hannah Mills e Saskia Clark, prime dall'inizio sin (quasi) alla fine, bruciate di 3 punti grazie alla finale dal punteggio doppio, sotto gli occhi delusi dei tifosi muniti di Union Jack sulla collina di Weymouth. Terzo posto e bronzo alle olandesi (ma va?) Lisa Westerhof e Lobke Berkhout. Tardiva la vittoria della kiwi Jo Aleh, utile solo a ricordare che è una delle migliori e a prendersi il quarto posto preolimpico. La top-ten ha ancora Brasile, Francia, Israele, Spagna, USA e Danimarca. Il tredicesimo posto di Conti e Micol, a differenza di quello parallelo di Zandonà e Zucchetti, non si può leggere in diversi modi: il bicchiere è mezzo vuoto. La timoniera romana ha fatto commenti rilassati e si è detta comunque contenta per la velocità. Sono regate molto ravvicinate e basta poco per guadagnare o perdere tante posizioni. Vero, ma siamo al punto del quadriennio in cui proprio quel poco fa la differenza. O ce l'hai o non ce l'hai. Giulia e Giovanna ce l'anno eccome, lo sappiamo noi e loro. Ma qualcosa nel meccanismo si è inceppato, come inzuppato nel vento freddo e nelle onde avvolgenti della baia olimpica. Rivogliamo subito le vere GG, quelle che divorano le avversarie.br / nbsp;br / Finnbr / Ben Ainslie vince l'ultima prova e si presenta alla Medal Race di domani con 19 punti di vantaggio sull'olandese (ma dai...) Jan Pietre Postma, e 27 sul terzo, il francese Lobert, che invece dovrà guardarsi le spalle dallo spagnolo Truijllo e dal croato Gaspic. La Medal la guarderà dalla collina anche il bravo Filippo Baldassari che ha chiuso buon 14°, con voglia di lottare. La sua preolimpica è da qualifica sicura a Perth, ed è già un bel risultato.br / nbsp;br / Starbr / Diego Negri e Enrico Voltolini dovevano rispondere alla giornataccia di ieri, e l'hanno fatto bene: un 1° e un 8° di manche. Domani affrontano la Medal Race all'attacco partendo dal 5° posto a -9 punti sia dall'argento che dal bronzo (l'oro è aritmeticamente nel forziere dei brasiliani Robert Scheidt e Bruno Prada). Davanti ha l'irlandese O'Leary, il polacco Kusnierevicz e l'inglese di casa Percy, rientrato dopo un avvio disastroso. Sarà una bella Medal. Forza Azzurri!br / nbsp;br / 49erbr / I fratelli di Alassio Pietro e Gianfranco Sibello, quinti al via della Medal Race, con 7 punti dal bronzo (unico posto sul podio ancora disponibile aritmeticamente), sono di fatto (con la Star di Negri e Voltolini) l'ultimo baluardo della preolimpica azzurra. Nell'ultima giornata di qualifiche i brothers sono stati ancora regolari e positivi (4-5), senza sbavature. Allora per capire quanta competizione c'è nella classe acrobatica della vela olimpica, il 49er, bisogna comprendere che i Sibello, dodici volte su quindici prove entro i primi 8 all'arrivo, e ancor meglio dieci volte entro i primi 5 (!), sono in realtà superati in classifica da chi ha fatto meglio. Gli stratosferici talenti iberici Iker Martinez e Xabi Fernandez (pensate se in Italia ci fosse un velista capace di vincere in oceano e alle Olimpiadi, se Soldini vincesse le medaglie olimpiche o se la Sensini primeggiasse al giro del mondo...), primi alla vigilia della Medal dopo due anni senza 49er (9 volte su 15 prove nei primi 3!), ci sono i fuoriclasse australiani Outteridge e Jensen, secondi a 4 punti, e i kiwi-sorpresa Peter Burling e Blair Tuke, terzi staccati la 5 punti avanti ai Sibello, e gli inglesi Morrison e Rhodes che li precedono di 2 punti. Una Medal Race preolimpica difficile, certo. Come sarà quella olimpica tra un anno, stesse acque stessa data. Come è stata quella di Qingdao. E' la vela filosoficamente acrobatica del 49er, un modo di vivere. Da cavalcare senza paure.br /

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